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ITALIAN TREDDE - XVI parte


mari62

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Salve a tutte, ragazze! :bye:

 

Ok, la faccio breve :aah:

Sono tornato sul MFC con un nuovo account (mai usato quello vecchio per problemi vari), pur seguendovi da sempre più o meno assiduamente (ma senza interagire, ahimé).

Ho pensato che adesso fosse il momento giusto per ricominciare da capo :wink2: Posso dire di conoscere alcune di voi tramite forum italiano umi (dove sono attivissimo da tanto tempo), twitter, facebook, concerti... Ecco, questo è quanto ;D

Nice to meet you :cheers:

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Ciao Eugenio benvenuto col nuovo account! :D

non ci conosciamo di persona vero? sarai a Vigevano?

 

Marina! Sì, non ci conosciamo di persona, non ancora ;D A Vigevano non potrò esserci per impegni universitari, purtroppo.

Però la buona notizia di questi ultimi giorni è che potrò essere a Milano per la listening session! :excite:

Ho partecipato al concorso della facebook page e sono stato sorteggiato :wub2: Il mio guest sarà Monica (aka VioletSky dal forum umi)

Ci vedremo presto, quindi :boing:

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Mari, ripubblico qui parte dell'articolo pubblicato su Erzebeth, un intelligente quindicinnale web, di arte, spettacolo e cultura, nella sezione Musica:

...il resto lo leggerete cliccando sul link della rivista:

http://www.erzebeth.it

 

MIKA TORNA SULLA SCENA DISCOGRAFICA CON L'ALBUM "THE ORIGINAL OF LOVE"

di Orietta Festa

 

Mika, il principino del pop [..] torna sulle scene con un nuovo album, “The Origin of Love”, che uscirà a settembre e che promette grandi cose: prodotto assieme a Nick Littlemore, vanta un'infinità di collaboratori, tra cui Benny Benassi, il fidato Greg Wells (già presente nei suoi precedenti lavori) e FrYars, un giovane e semisconosciuto autore inglese che Mika stesso ha pescato in rete, innamorandosi del suo modo di far musica.[..]

[..]Il nuovo Mika ha meno paillettes e bamboline attaccate in ogni dove, è più maturo, elegante, come un parigino bagnato dal Tamigi, contemporaneo nelle sonorità e del secolo scorso nei riferimenti musicali. Raffinato, come sempre, nel dosare pop conosciuto, cristallino, sound digitale ben misurato, alle sue parole, mai lineari, ironiche e tra il sole e la luna.

Mika quest’estate girerà per festival in tutto il mondo e suonerà, con la sua nuova band, vecchie glorie e pezzi inediti. Sarà in concerto al Castello Sforzesco di Vigevano, unica data italiana, il 24 luglio nell'ambito di “10 Giorni Suonati”.

 

 

bellino, no?

:mikadas:

Edited by Miquette
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Mari, ripubblico qui parte dell'articolo pubblicato su Erzebeth, un intelligente quindicinnale web, di arte, spettacolo e cultura, nella sezione Musica:

...il resto lo leggerete cliccando sul link della rivista:

http://www.erzebeth.it

 

MIKA TORNA SULLA SCENA DISCOGRAFICA CON L'ALBUM "THE ORIGINAL OF LOVE"

di Orietta Festa

 

Mika, il principino del pop [..] torna sulle scene con un nuovo album, “The Origin of Love”, che uscirà a settembre e che promette grandi cose: prodotto assieme a Nick Littlemore, vanta un'infinità di collaboratori, tra cui Benny Benassi, il fidato Greg Wells (già presente nei suoi precedenti lavori) e FrYars, un giovane e semisconosciuto autore inglese che Mika stesso ha pescato in rete, innamorandosi del suo modo di far musica.[..]

[..]Il nuovo Mika ha meno paillettes e bamboline attaccate in ogni dove, è più maturo, elegante, come un parigino bagnato dal Tamigi, contemporaneo nelle sonorità e del secolo scorso nei riferimenti musicali. Raffinato, come sempre, nel dosare pop conosciuto, cristallino, sound digitale ben misurato, alle sue parole, mai lineari, ironiche e tra il sole e la luna.

Mika quest’estate girerà per festival in tutto il mondo e suonerà, con la sua nuova band, vecchie glorie e pezzi inediti. Sarà in concerto al Castello Sforzesco di Vigevano, unica data italiana, il 24 luglio nell'ambito di “10 Giorni Suonati”.

 

 

bellino, no?

:mikadas:

:thumb_yello:

andate sul sito a leggere il resto, merita :wink2:

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Marina! Sì, non ci conosciamo di persona, non ancora ;D A Vigevano non potrò esserci per impegni universitari, purtroppo.

Però la buona notizia di questi ultimi giorni è che potrò essere a Milano per la listening session! :excite:

Ho partecipato al concorso della facebook page e sono stato sorteggiato :wub2: Il mio guest sarà Monica (aka VioletSky dal forum umi)

Ci vedremo presto, quindi :boing:

o bene mi fa piacere!! allora ci conosceremo presto :bye:
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Ciao Eugenio!

Ma sono già stati sorteggiati i vincitori di FB?

Pensavo si sapessero i risultati oggi.

Ciao Sara! I vincitori del contest della pagina facebook(quella internazionale) sono stati sorteggiati sabato. Oggi si sapranno i vincitori del concorso indetto della pagina facebook italiana! :wink2:

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:bye:

 

avete già letto questo? :shocked:

 

http://www.cubemagazine.it/mika-incontra-i-fan-italiani-su-google/

 

 

 

Mika incontra i fan italiani su Google+

 

In attesa dell’uscita del suo terzo album ‘The Origin of Love’, che sarà pubblicato il prossimo 18 settembre su etichetta Island Records, Mika incontrerà i fan Italiani su Google+, il progetto social di Google lanciato lo scorso giugno che raccoglie oltre 250 milioni di utenti nel mondo, per presentare il nuovo disco e il nuovo singolo ‘Celebrate’, già tra i brani più trasmessi dalle radio italiane e disponibile in download digitale.

 

Attraverso la funzione ‘Hangout‘ di Google+, 8 fortunatissimi avranno la possibilità di partecipare all’esclusivo appuntamento che si terrà mercoledi 25 Luglio 2012 sulle pagine ufficiali di Zero Musica e di Universal Music Italia.

 

I fan di Mika potranno seguire l’hangout in diretta sulla pagina Google+ di Zero Musica a questo link o sulla pagina Google+ di Universal Music Italia a questo link.

 

Per restare aggiornati sulle ultime novità e sui prossimi appuntamenti in calendario su Google + è possibile visitare la Musica che ami su G+.

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adesso voglio sapere cos'è successo a Cattolica..:mikacool:

 

mah, niente di che, :aah: solo che mio marito dopo che avevo convinto i nostri compagni di viaggio a fare il viaggetto dal lago di Garda dove stavamo a Cattolica e indrè, mentre stavamo per uscire, dopo che gli avevo fatto una mezza piazzata per invitarlo ad abbandonare la faccia mesta che aveva su da tre giorni, mi ha spiazzato con un "Myriam, forse è il caso che ci lasciamo. Forse non voglio condividere la vita con una persona con queste priorità da teenager". :shocked:

 

Mi fa ancora sorridere un po' - ora - pensare che è stato il nostro primo e finora unico scontro vero, ma è andata proprio così.

 

Sicuramente il riccio rappresentava in quel momento di scontro improvviso la mia vita dai 25 ai 35 anni, con tutte le passioni, amori e storiacce di contorno, mai davvero rinnegati con lui, sebbene a tratti "impresentabili".

Alla fine della fiera è stata un'occasione per confermare uno all'altra la nostra paura di perderci, e nello stesso tempo, la certezza che le passioni e tutto ciò che ci fa stare bene non deve essere necessariamente un'alternativa, ma una sana compresenza.

Gli dissi all'epoca che sarebbe stata l'ultima rinuncia da parte mia a qualcosa di sano e bello, ed eccomi qui, in viaggio verso Vigevano.

Sola, senza di lui, e un po' di strano me lo fa, perché non sono abituata, però felice.

Edited by Valmont69
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mah, niente di che, :aah: solo che mio marito dopo che avevo convinto i nostri compagni di viaggio a fare il viaggetto dal lago di Garda dove stavamo a Cattolica e indrè, mentre stavamo per uscire, dopo che gli avevo fatto una mezza piazzata per invitarlo ad abbandonare la faccia mesta che aveva su da tre giorni, mi ha spiazzato con un "Myriam, forse è il caso che ci lasciamo. Forse non voglio condividere la vita con una persona con queste priorità da teenager". :shocked:

 

Mi fa ancora sorridere un po' - ora - pensare che è stato il nostro primo e finora unico scontro vero, ma è andata proprio così.

 

Sicuramente il riccio rappresentava in quel momento di scontro improvviso la mia vita dai 25 ai 35 anni, con tutte le passioni, amori e storiacce di contorno, mai davvero rinnegati con lui, sebbene a tratti "impresentabili".

Alla fine della fiera è stata un'occasione per confermare uno all'altra la nostra paura di perderci, e nello stesso tempo, la certezza che le passioni e tutto ciò che ci fa stare bene non deve essere necessariamente un'alternativa, ma una sana compresenza.

Gli dissi all'epoca che sarebbe stata l'ultima rinuncia da parte mia a qualcosa di sano e bello, ed eccomi qui, in viaggio verso Vigevano.

Sola, senza di lui, e un po' di strano me lo fa, perché non sono abituata, però felice.

:wink2:.. bè insomma, dai, è a lieto fine! E a volte queste cose devono accadere proprio per rinforzare un rapporto, o solo sottolinearne l'importanza. Pensa che sei in viaggio verso una show che ha come sottotitolo: the origin of love..nulla ti può accadere di male.:mikalove: Sei sotto l'ala protettiva di un meraviglioso artista! Ti divertirai e tornerai felice poi tra le braccia del tuo amato!

 

 

p.s.

non capisco come mai quest'ala funzioni per tutti e non per me :wait: ...deve esser ben grave la mia situazione di base.

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Sono già a casa, una bella serata, il concerto era lungo e molto ben eseguito. Il mio primo concerto del signor Mika, visto da lontano, comodamente seduta su una seggiolina, con le gambe in aria sui tubi innocenti che reggevano il palchetto, dove aveva messo i "seduti per obbligo". Come a casa.

Di concerti in passato ne ho visti davvero tanti, più o meno emozionanti, coinvolgenti, saltati, ballati, cantati. Questo era strano, mi viene da dire familiare. Ero con Maurizia e le sue simpaticissime figlie, un mio caro amico che avevo l'impressione mi avesse fatto un gran regalo, solo per me non tanto per lui. Dietro di noi c'era un ragazzino sorridente, con la sindrome di down, che rideva molto ai miei balli e canti, rigorosamente sulla sedia, con il quale ci scambiavamo battute di mani, occhiolini e sorrisi. Al fianco, in mezzo alla ferraglia della cabina di registrazione, la mammona di Mika e la sua sorellina sottilissima e molto carina(che personalmente adoro, ho visto tutti i suoi disegni, la trovo bravissima e avrei voluto dirglielo, però..). Maurizia è andata a salutarle, e lei ha mosso la manina, gentilmente. La mamma stava li, vigile davanti al palco, e ballava e cantava. Ripeto, una situazione così familiare non l'ho mai vissuta ad un concerto. Era tutto estremamente rassicurante. La silhouette di Mila , in scena, è una delle cose più efficaci e perfette che io abbia mai visto. Teatralmente perfetto. Un personaggio di un fumetto o di un racconto o un omino sceso da un cielo magrittiano, una lunga figurina allungata e flessuosa in penombra , e la generosità di chi fa davvero dell'arte. Una grande ironia e sapiente intelligenza nei movimenti, sempre. Era da tempo che non vedevo qualcuno muoversi così su un palcoscenico. Un mimo? ma molto di più. Un sapiente cartone animato vivente e umano. Un comico di altri tempi, quelli dov'era il corpo e poi, forse, la parola. Insomma, è vero, un genio li sopra. Io devo aspettare che voi scriviate per ricordarmi la scaletta per intero. E poi chiacchieravo con Maurizia, commentavo le canzoni, non mi faceva ballare perchè doveva filmare tutto. Bianco e nero, i colori di quel cinema perduto a cui senz'altro Mika fa riferimento. E righe, soprattutto nelle luci. Anche quelle eran di gran gusto.Le loro nuances ricalcavano parole e melodie delle canzoni. Mai grossolane. Tutto impeccabile, impeccabile anche l'assolo a moto perpetuo del bassista, uno scherzo, ma a alto livello. In realtà essendo così lontani si è meno coinvolti, le musiche le conosco così bene ormai, ascoltate assiduamente per ore, per carpire ogni inflessione, suono e parola. Per entrare in quel mondo, che, si, appunto, sento così familiare.

Però volevo vederlo così, da lontano e totalmente. Solo che mi son persa nel visivo, meno nell'uditivo. E' così forte da quel punto di vista. Senza particolari scenografie.

Magari nel prossimo resoconto parlerò delle canzoni, del mio balletto scatenato con Eleonora e Elisabetta sulle note di “elle me dit” o di palloni bianche e neri svolazzanti sulle teste del pubblico, o coriandolo che coprivano la scena, creando un intrigante effetto tenda e un immagine quasi cinematografica, che appariva al rallentatore. O di tutte le canzoni che avrei voluto ballare, magari assieme al buffo ragazzino li dietro che, con mia grande gioia, rideva di me.

Ma passiamo ad altro..

Lo show è finito, io ramazzo la bustina di tabacco da terra e una signora tutta celeste si avvicina alle nostre sedie. Saluta con tenerezza le due mie giovani vicine e ride con Maurizia. Riesco a dire: signora, ha un figlio e una figlia fantastici, siete piene d’arte! Lei sorride e dice, perentoria : Andiamo da Mika. .. Coosa?? Maurizia, che non capisce mai una cippa quando si parla in inglese o in francese, al volo si volta e grida: andiamo da Mika!!!

Io guardo la signora in azzurro( a quel punto una sorta di madonna annunciatrice) e le chiedo: mais,moi aussi?

E lei, sempre perentoria, : oui!

Ok… andiamo da Mika… andiamo da Mika??? Io?? Salivazione a zero, ridendo tutte e quattro come sceme, apriamo la piccola folla con il nostro spartiacque celeste e ci caliamo nei saloni della vecchia armeria. La signora ci fa accomodare su seggioline e una gentilissima signorina ci offre dell’acqua, preoccupandosi pure se la volessimo gasata o meno.. Allora, io ho vissuto in teatro, ho conosciuto cantanti, più o meno famosi, attori, registi e quant’altro, ma una roba del genere non mi era mai successa, ma mai. Ritorna LA MAMMA

( p.s. io quella li la adoro, andrei immediatamente a una pizza, un te un caffe, un qualsiasi cosa, con lei, è fantastica, fa immediatamente simpatia) con le braccia colme di lattine.. per noi.. Insomma, eravamo state invitate a “casa” . L’attesa è stata una pagina del teatro dell’assurdo: ognun di noi parlava da sola, incapaci di capirci, dall’emozione e dallo stupore. Surreale. Poi ci calmiamo, e arriva Mika… Io non mi ricordo quando è arrivato, nel mio ricordo è apparso. E’ apparso.. ed era familiare pure lui!!! Com’era vestito? Aveva qualcosa di rosso addosso.. o forse no? Non saprei dirlo. So che mi sembrava meno alto del dovuto e meno appariscente.. meno Mika, insomma.. Ha parlato e salutato le sue vecchie amiche, si si, vecchie amiche, sembrava proprio questo. Subito ha notato che le ragazze erano cresciute, soprattutto Elisabetta. Ha notato che stavano benone e ha detto qualcosa a Maurizia, che io ho tradotto ma che non ricordo.. poi il ricordo si fa più chiaro, non disperate… So che durante tutta la conversazione non ha parlato mai di se stesso, si è sempre rivolto e interessato a loro tre e vi giuro che tra gli artisti questo è assolutamente rarissimo!! Poi mi ha guardato e deve o avermi chiesto chi ero o ha fatto un cenno con la testa. Io ho risposto in maniera cretina: “sono una nuova”… e lui: a nouvelle, ok.. prendendomi in giro.. tanto io non capivo. E così ho rincarato la dose dicendo:”ma ho studiato molto…” dicendo...sbiascicandolo in francese!! E lui ha deciso che ero definitivamente scema e mi ha lasciata perdere…

Così, per il resto della conversazione, mi son trovata il meraviglioso ruolo di interprete simultanea.. qualche volta mi bacchettava perchè traducevo troppo e io mi prostravo con tipo otto pardon uno dopo l’altro. Poi Eleonora gli ha mostrato i tatuaggi (tatoos, traducevo..) e gli ha chiesto di farle un disegno per il nuovo tatoo riguardante l’ultimo album. Lui ha detto che non avrebbe potuto, l’ultimo album era molto cerebrale, arzigogolato (muoveva le dita a mulinello a lati della testa, insomma) e che lei doveva assorbirlo ascoltarlo molto prima di decidere.. (e volgendosi a me con quella “familiare” perentorietà: Traduis!)

Avrei voluto sapere di più, curiosa come sono, di qualsiasi particolare del suo lavoro. Questa volta, per fortuna, non ho chiesto..

Non so se prima o dopo c’è stato un appunto alla sua tirchieria. Per via dei costi dei cuscini da Harrods. Costa tutto tantissimo li. Maurizia, prontissima: ma tu te lo puoi permettere! E lui: si ma non amo spendere molto, sto sempre attento. Maurizia: sei tirchio? .. La parola tirchio la conosceva benone, io l’ho tradotta in francese e lui, dicendomi che lo sapeva.. mi ha corretto la pronuncia..

Poi c’è stato un momento proprio carino, carino è un po’ poco. Si è rivolto a Elisabetta e le ha chiesto se da sempre non vedeva, ha voluto sapere come era successo, cosa sentiva, cosa ricordava. Con una naturalezza encomiabile. Maurizia ha parlato della sua bravura negli studi, delle sua forza, della sua malattia. Lui ha detto che ne era certo, che doveva essere più forte e che lo era, che stava bene, si vedeva, era più bella. Io traducevo, seduta vicino a Betta, parola per parola, era emozionata e io con lei, me la tenevo un po’ stretta, quello scricciolo da combattimento.. Anche se non ufficialmente mi sono sentita parte di quella famiglia appena creatasi. E piangevo un po’ dalla commozione. Ci sono stati gli autografi infine, con uno svolazzare di foglietti qui e la, in parte elargiti da me in parte pezzi di biglietti o i cd di Elle me dit. Mi ricordo quello di Elisabetta, scritto premendo sul cartoncino della copertina, in modo che lei sentisse. E, ho tradotto, lui a un palmo del mio naso e Betta, praticamente in braccio. Più o meno ha scritto ciò che ha detto, ma c’era un “sii fiera” meraviglioso, e una frase affettuosissima alla fine. Che sarà lei a dire.

Che me ne fregava a me di tradurre e basta. Ero emozionata e felice come una Pasqua. Non era per aver incontrato un artista che amo molto, era per questo sincero incontro di anime aperte attente, le une verso le altre. Si erano tutti dimenticati di se stessi, tutti parlavano dell’altro. E’ vero, l’unica ero io che di tanto in tanto mettevo in mezzo qualche frase stravagante e impuntuale. D’altra parte ero li per puro caso. Ma non ha importanza. Il ruolo della spettatrice non mi è mai dispiaciuto. Anzi.

Poi si è rivolto a me e ai miei libretti e foglietti appoggiati li, sulla scrivania e mi ha chiesto se volevo un autografo. Ho scosso la testa in segno di no. Non chiedetemi perché, sono tanti i perché. Di fatto probabilmente mi sentivo di troppo, e così, sino all’ultimo ho mantenuto la mia vacuità e anonimato. Non se lo sarebbe ricordato comunque, ma di me ora non conosce nemmeno il nome.

Ne ho già parlato di questa difficoltà che ho, nei momenti del genere, a essere aperta e lucida. Qualcuno mi ha detto che non fa nulla, si è solo li per salutarlo, che ti importa quello che lui pensa di te?

Bè, ieri sera davvero non m’importava, la situazione era così emozionante, intima, piacevole. E’ stato un caso fortuito. Di solito mi scoccia far la figura della tonta, però. E mi spiace non riuscire a dare.

Finalmente ci siamo alzati E ha fatto la foto con le due fanciulle, belline da matti strette a lui, e con la sua testa teneramente appoggiata a quella di Elisabetta, sempre più piccina li di fianco. Anche sua sorella è venuta a fotografarli. Eran davvero teneri, quei fratellini improvvisati.

E così è finito l’incontro, estremamente toccante.

Che vi devo dire, sono confusa più di prima. Ieri sera volevo concludere questo racconto scrivendo che avrei voluto dirgli: Mika, si, fammi l’autografo, e scrivi: a O.. la fortunata interprete

Oggi penso che vada bene solo dire che son felice di aver incontrato quello strano quadretto familiare, composto dall’attento, affettuoso, carismatico Mika e da Maurizia, sensibilissima e luminosa mamma, Eleonora, scatenata e generosa ribelle e la piccola vulcano Elisabetta, che ho avuto la fortuna di rincuorare.

Bon, dopo tutto, grazie MIKA

Edited by Miquette
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Sono già a casa, una bella serata, il concerto era lungo e molto ben eseguito. Il mio primo concerto del signor Mika, visto da lontano, comodamente seduta su una seggiolina, con le gambe in aria sui tubi innocenti che reggevano il palchetto, dove aveva messo i "seduti per obbligo". Come a casa.

Di concerti in passato ne ho visti davvero tanti, più o meno emozionanti, coinvolgenti, saltati, ballati, cantati. Questo era strano, mi viene da dire familiare. Ero con Maurizia e le sue simpaticissime figlie, un mio caro amico che avevo l'impressione mi avesse fatto un gran regalo, solo per me non tanto per lui. Dietro di noi c'era un ragazzino sorridente, con la sindrome di down, che rideva molto ai miei balli e canti, rigorosamente sulla sedia, con il quale ci scambiavamo battute di mani, occhiolini e sorrisi. Al fianco, in mezzo alla ferraglia della cabina di registrazione, la mammona di Mika e la sua sorellina sottilissima e molto carina(che personalmente adoro, ho visto tutti i suoi disegni, la trovo bravissima e avrei voluto dirglielo, però..). Maurizia è andata a salutarle, e lei ha mosso la manina, gentilmente. La mamma stava li, vigile davanti al palco, e ballava e cantava. Ripeto, una situazione così familiare non l'ho mai vissuta ad un concerto. Era tutto estremamente rassicurante. La silhouette di Mila , in scena, è una delle cose più efficaci e perfette che io abbia mai visto. Teatralmente perfetto. Un personaggio di un fumetto o di un racconto o un omino sceso da un cielo magrittiano, una lunga figurina allungata e flessuosa in penombra , e la generosità di chi fa davvero dell'arte. Una grande ironia e sapiente intelligenza nei movimenti, sempre. Era da tempo che non vedevo qualcuno muoversi così su un palcoscenico. Un mimo? ma molto di più. Un sapiente cartone animato vivente e umano. Un comico di altri tempi, quelli dov'era il corpo e poi, forse, la parola. Insomma, è vero, un genio li sopra. Io devo aspettare che voi scriviate per ricordarmi la scaletta per intero. E poi chiacchieravo con Maurizia, commentavo le canzoni, non mi faceva ballare perchè doveva filmare tutto. Bianco e nero, i colori di quel cinema perduto a cui senz'altro Mika fa riferimento. E righe, soprattutto nelle luci. Anche quelle eran di gran gusto.Le loro nuances ricalcavano parole e melodie delle canzoni. Mai grossolane. Tutto impeccabile, impeccabile anche l'assolo a moto perpetuo del bassista, uno scherzo, ma a alto livello. In realtà essendo così lontani si è meno coinvolti, le musiche le conosco così bene ormai, ascoltate assiduamente per ore, per carpire ogni inflessione, suono e parola. Per entrare in quel mondo, che, si, appunto, sento così familiare.

Però volevo vederlo così, da lontano e totalmente. Solo che mi son persa nel visivo, meno nell'uditivo. E' così forte da quel punto di vista. Senza particolari scenografie.

Magari nel prossimo resoconto parlerò delle canzoni, del mio balletto scatenato con Eleonora e Elisabetta sulle note di “elle me dit” o di palloni bianche e neri svolazzanti sulle teste del pubblico, o coriandolo che coprivano la scena, creando un intrigante effetto tenda e un immagine quasi cinematografica, che appariva al rallentatore. O di tutte le canzoni che avrei voluto ballare, magari assieme al buffo ragazzino li dietro che, con mia grande gioia, rideva di me.

Ma passiamo ad altro..

Lo show è finito, io ramazzo la bustina di tabacco da terra e una signora tutta celeste si avvicina alle nostre sedie. Saluta con tenerezza le due mie giovani vicine e ride con Maurizia. Riesco a dire: signora, ha un figlio e una figlia fantastici, siete piene d’arte! Lei sorride e dice, perentoria : Andiamo da Mika. .. Coosa?? Maurizia, che non capisce mai una cippa quando si parla in inglese o in francese, al volo si volta e grida: andiamo da Mika!!!

Io guardo la signora in azzurro( a quel punto una sorta di madonna annunciatrice) e le chiedo: mais,moi aussi?

E lei, sempre perentoria, : oui!

Ok… andiamo da Mika… andiamo da Mika??? Io?? Salivazione a zero, ridendo tutte e quattro come sceme, apriamo la piccola folla con il nostro spartiacque celeste e ci caliamo nei saloni della vecchia armeria. La signora ci fa accomodare su seggioline e una gentilissima signorina ci offre dell’acqua, preoccupandosi pure se la volessimo gasata o meno.. Allora, io ho vissuto in teatro, ho conosciuto cantanti, più o meno famosi, attori, registi e quant’altro, ma una roba del genere non mi era mai successa, ma mai. Ritorna LA MAMMA

( p.s. io quella li la adoro, andrei immediatamente a una pizza, un te un caffe, un qualsiasi cosa, con lei, è fantastica, fa immediatamente simpatia) con le braccia colme di lattine.. per noi.. Insomma, eravamo state invitate a “casa” . L’attesa è stata una pagina del teatro dell’assurdo: ognun di noi parlava da sola, incapaci di capirci, dall’emozione e dallo stupore. Surreale. Poi ci calmiamo, e arriva Mika… Io non mi ricordo quando è arrivato, nel mio ricordo è apparso. E’ apparso.. ed era familiare pure lui!!! Com’era vestito? Aveva qualcosa di rosso addosso.. o forse no? Non saprei dirlo. So che mi sembrava meno alto del dovuto e meno appariscente.. meno Mika, insomma.. Ha parlato e salutato le sue vecchie amiche, si si, vecchie amiche, sembrava proprio questo. Subito ha notato che le ragazze erano cresciute, soprattutto Elisabetta. Ha notato che stavano benone e ha detto qualcosa a Maurizia, che io ho tradotto ma che non ricordo.. poi il ricordo si fa più chiaro, non disperate… So che durante tutta la conversazione non ha parlato mai di se stesso, si è sempre rivolto e interessato a loro tre e vi giuro che tra gli artisti questo è assolutamente rarissimo!! Poi mi ha guardato e deve o avermi chiesto chi ero o ha fatto un cenno con la testa. Io ho risposto in maniera cretina: “sono una nuova”… e lui: a nouvelle, ok.. prendendomi in giro.. tanto io non capivo. E così ho rincarato la dose dicendo:”ma ho studiato molto…” dicendo...sbiascicandolo in francese!! E lui ha deciso che ero definitivamente scema e mi ha lasciata perdere…

Così, per il resto della conversazione, mi son trovata il meraviglioso ruolo di interprete simultanea.. qualche volta mi bacchettava perchè traducevo troppo e io mi prostravo con tipo otto pardon uno dopo l’altro. Poi Eleonora gli ha mostrato i tatuaggi (tatoos, traducevo..) e gli ha chiesto di farle un disegno per il nuovo tatoo riguardante l’ultimo album. Lui ha detto che non avrebbe potuto, l’ultimo album era molto cerebrale, arzigogolato (muoveva le dita a mulinello a lati della testa, insomma) e che lei doveva assorbirlo ascoltarlo molto prima di decidere.. (e volgendosi a me con quella “familiare” perentorietà: Traduis!)

Avrei voluto sapere di più, curiosa come sono, di qualsiasi particolare del suo lavoro. Questa volta, per fortuna, non ho chiesto..

Non so se prima o dopo c’è stato un appunto alla sua tirchieria. Per via dei costi dei cuscini da Harrods. Costa tutto tantissimo li. Maurizia, prontissima: ma tu te lo puoi permettere! E lui: si ma non amo spendere molto, sto sempre attento. Maurizia: sei tirchio? .. La parola tirchio la conosceva benone, io l’ho tradotta in francese e lui, dicendomi che lo sapeva.. mi ha corretto la pronuncia..

Poi c’è stato un momento proprio carino, carino è un po’ poco. Si è rivolto a Elisabetta e le ha chiesto se da sempre non vedeva, ha voluto sapere come era successo, cosa sentiva, cosa ricordava. Con una naturalezza encomiabile. Maurizia ha parlato della sua bravura negli studi, delle sua forza, della sua malattia. Lui ha detto che ne era certo, che doveva essere più forte e che lo era, che stava bene, si vedeva, era più bella. Io traducevo, seduta vicino a Betta, parola per parola, era emozionata e io con lei, me la tenevo un po’ stretta, quello scricciolo da combattimento.. Anche se non ufficialmente mi sono sentita parte di quella famiglia appena creatasi. E piangevo un po’ dalla commozione. Ci sono stati gli autografi infine, con uno svolazzare di foglietti qui e la, in parte elargiti da me in parte pezzi di biglietti o i cd di Elle me dit. Mi ricordo quello di Elisabetta, scritto premendo sul cartoncino della copertina, in modo che lei sentisse. E, ho tradotto, lui a un palmo del mio naso e Betta, praticamente in braccio. Più o meno ha scritto ciò che ha detto, ma c’era un “sii fiera” meraviglioso, e una frase affettuosissima alla fine. Che sarà lei a dire.

Che me ne fregava a me di tradurre e basta. Ero emozionata e felice come una Pasqua. Non era per aver incontrato un artista che amo molto, era per questo sincero incontro di anime aperte attente, le une verso le altre. Si erano tutti dimenticati di se stessi, tutti parlavano dell’altro. E’ vero, l’unica ero io che di tanto in tanto mettevo in mezzo qualche frase stravagante e impuntuale. D’altra parte ero li per puro caso. Ma non ha importanza. Il ruolo della spettatrice non mi è mai dispiaciuto. Anzi.

Poi si è rivolto a me e ai miei libretti e foglietti appoggiati li, sulla scrivania e mi ha chiesto se volevo un autografo. Ho scosso la testa in segno di no. Non chiedetemi perché, sono tanti i perché. Di fatto probabilmente mi sentivo di troppo, e così, sino all’ultimo ho mantenuto la mia vacuità e anonimato. Non se lo sarebbe ricordato comunque, ma di me ora non conosce nemmeno il nome.

Ne ho già parlato di questa difficoltà che ho, nei momenti del genere, a essere aperta e lucida. Qualcuno mi ha detto che non fa nulla, si è solo li per salutarlo, che ti importa quello che lui pensa di te?

Bè, ieri sera davvero non m’importava, la situazione era così emozionante, intima, piacevole. E’ stato un caso fortuito. Di solito mi scoccia far la figura della tonta, però. E mi spiace non riuscire a dare.

Finalmente ci siamo alzati E ha fatto la foto con le due fanciulle, belline da matti strette a lui, e con la sua testa teneramente appoggiata a quella di Elisabetta, sempre più piccina li di fianco. Anche sua sorella è venuta a fotografarli. Eran davvero teneri, quei fratellini improvvisati.

E così è finito l’incontro, estremamente toccante.

Che vi devo dire, sono confusa più di prima. Ieri sera volevo concludere questo racconto scrivendo che avrei voluto dirgli: Mika, si, fammi l’autografo, e scrivi: a O.. la fortunata interprete

Oggi penso che vada bene solo dire che son felice di aver incontrato quello strano quadretto familiare, composto dall’attento, affettuoso, carismatico Mika e da Maurizia, sensibilissima e luminosa mamma, Eleonora, scatenata e generosa ribelle e la piccola vulcano Elisabetta, che ho avuto la fortuna di rincuorare.

Bon, dopo tutto, grazie MIKA

Questo è molto più di un report, sono parole che vengono dal cuore! È stata una lettura piacevolissima, te ne sono davvero grato :wub2:

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Sono già a casa, una bella serata, il concerto era lungo e molto ben eseguito. Il mio primo concerto del signor Mika, visto da lontano, comodamente seduta su una seggiolina, con le gambe in aria sui tubi innocenti che reggevano il palchetto, dove aveva messo i "seduti per obbligo". Come a casa.

Di concerti in passato ne ho visti davvero tanti, più o meno emozionanti, coinvolgenti, saltati, ballati, cantati. Questo era strano, mi viene da dire familiare. Ero con Maurizia e le sue simpaticissime figlie, un mio caro amico che avevo l'impressione mi avesse fatto un gran regalo, solo per me non tanto per lui. Dietro di noi c'era un ragazzino sorridente, con la sindrome di down, che rideva molto ai miei balli e canti, rigorosamente sulla sedia, con il quale ci scambiavamo battute di mani, occhiolini e sorrisi. Al fianco, in mezzo alla ferraglia della cabina di registrazione, la mammona di Mika e la sua sorellina sottilissima e molto carina(che personalmente adoro, ho visto tutti i suoi disegni, la trovo bravissima e avrei voluto dirglielo, però..). Maurizia è andata a salutarle, e lei ha mosso la manina, gentilmente. La mamma stava li, vigile davanti al palco, e ballava e cantava. Ripeto, una situazione così familiare non l'ho mai vissuta ad un concerto. Era tutto estremamente rassicurante. La silhouette di Mila , in scena, è una delle cose più efficaci e perfette che io abbia mai visto. Teatralmente perfetto. Un personaggio di un fumetto o di un racconto o un omino sceso da un cielo magrittiano, una lunga figurina allungata e flessuosa in penombra , e la generosità di chi fa davvero dell'arte. Una grande ironia e sapiente intelligenza nei movimenti, sempre. Era da tempo che non vedevo qualcuno muoversi così su un palcoscenico. Un mimo? ma molto di più. Un sapiente cartone animato vivente e umano. Un comico di altri tempi, quelli dov'era il corpo e poi, forse, la parola. Insomma, è vero, un genio li sopra. Io devo aspettare che voi scriviate per ricordarmi la scaletta per intero. E poi chiacchieravo con Maurizia, commentavo le canzoni, non mi faceva ballare perchè doveva filmare tutto. Bianco e nero, i colori di quel cinema perduto a cui senz'altro Mika fa riferimento. E righe, soprattutto nelle luci. Anche quelle eran di gran gusto.Le loro nuances ricalcavano parole e melodie delle canzoni. Mai grossolane. Tutto impeccabile, impeccabile anche l'assolo a moto perpetuo del bassista, uno scherzo, ma a alto livello. In realtà essendo così lontani si è meno coinvolti, le musiche le conosco così bene ormai, ascoltate assiduamente per ore, per carpire ogni inflessione, suono e parola. Per entrare in quel mondo, che, si, appunto, sento così familiare.

Però volevo vederlo così, da lontano e totalmente. Solo che mi son persa nel visivo, meno nell'uditivo. E' così forte da quel punto di vista. Senza particolari scenografie.

Magari nel prossimo resoconto parlerò delle canzoni, del mio balletto scatenato con Eleonora e Elisabetta sulle note di “elle me dit” o di palloni bianche e neri svolazzanti sulle teste del pubblico, o coriandolo che coprivano la scena, creando un intrigante effetto tenda e un immagine quasi cinematografica, che appariva al rallentatore. O di tutte le canzoni che avrei voluto ballare, magari assieme al buffo ragazzino li dietro che, con mia grande gioia, rideva di me.

Ma passiamo ad altro..

Lo show è finito, io ramazzo la bustina di tabacco da terra e una signora tutta celeste si avvicina alle nostre sedie. Saluta con tenerezza le due mie giovani vicine e ride con Maurizia. Riesco a dire: signora, ha un figlio e una figlia fantastici, siete piene d’arte! Lei sorride e dice, perentoria : Andiamo da Mika. .. Coosa?? Maurizia, che non capisce mai una cippa quando si parla in inglese o in francese, al volo si volta e grida: andiamo da Mika!!!

Io guardo la signora in azzurro( a quel punto una sorta di madonna annunciatrice) e le chiedo: mais,moi aussi?

E lei, sempre perentoria, : oui!

Ok… andiamo da Mika… andiamo da Mika??? Io?? Salivazione a zero, ridendo tutte e quattro come sceme, apriamo la piccola folla con il nostro spartiacque celeste e ci caliamo nei saloni della vecchia armeria. La signora ci fa accomodare su seggioline e una gentilissima signorina ci offre dell’acqua, preoccupandosi pure se la volessimo gasata o meno.. Allora, io ho vissuto in teatro, ho conosciuto cantanti, più o meno famosi, attori, registi e quant’altro, ma una roba del genere non mi era mai successa, ma mai. Ritorna LA MAMMA

( p.s. io quella li la adoro, andrei immediatamente a una pizza, un te un caffe, un qualsiasi cosa, con lei, è fantastica, fa immediatamente simpatia) con le braccia colme di lattine.. per noi.. Insomma, eravamo state invitate a “casa” . L’attesa è stata una pagina del teatro dell’assurdo: ognun di noi parlava da sola, incapaci di capirci, dall’emozione e dallo stupore. Surreale. Poi ci calmiamo, e arriva Mika… Io non mi ricordo quando è arrivato, nel mio ricordo è apparso. E’ apparso.. ed era familiare pure lui!!! Com’era vestito? Aveva qualcosa di rosso addosso.. o forse no? Non saprei dirlo. So che mi sembrava meno alto del dovuto e meno appariscente.. meno Mika, insomma.. Ha parlato e salutato le sue vecchie amiche, si si, vecchie amiche, sembrava proprio questo. Subito ha notato che le ragazze erano cresciute, soprattutto Elisabetta. Ha notato che stavano benone e ha detto qualcosa a Maurizia, che io ho tradotto ma che non ricordo.. poi il ricordo si fa più chiaro, non disperate… So che durante tutta la conversazione non ha parlato mai di se stesso, si è sempre rivolto e interessato a loro tre e vi giuro che tra gli artisti questo è assolutamente rarissimo!! Poi mi ha guardato e deve o avermi chiesto chi ero o ha fatto un cenno con la testa. Io ho risposto in maniera cretina: “sono una nuova”… e lui: a nouvelle, ok.. prendendomi in giro.. tanto io non capivo. E così ho rincarato la dose dicendo:”ma ho studiato molto…” dicendo...sbiascicandolo in francese!! E lui ha deciso che ero definitivamente scema e mi ha lasciata perdere…

Così, per il resto della conversazione, mi son trovata il meraviglioso ruolo di interprete simultanea.. qualche volta mi bacchettava perchè traducevo troppo e io mi prostravo con tipo otto pardon uno dopo l’altro. Poi Eleonora gli ha mostrato i tatuaggi (tatoos, traducevo..) e gli ha chiesto di farle un disegno per il nuovo tatoo riguardante l’ultimo album. Lui ha detto che non avrebbe potuto, l’ultimo album era molto cerebrale, arzigogolato (muoveva le dita a mulinello a lati della testa, insomma) e che lei doveva assorbirlo ascoltarlo molto prima di decidere.. (e volgendosi a me con quella “familiare” perentorietà: Traduis!)

Avrei voluto sapere di più, curiosa come sono, di qualsiasi particolare del suo lavoro. Questa volta, per fortuna, non ho chiesto..

Non so se prima o dopo c’è stato un appunto alla sua tirchieria. Per via dei costi dei cuscini da Harrods. Costa tutto tantissimo li. Maurizia, prontissima: ma tu te lo puoi permettere! E lui: si ma non amo spendere molto, sto sempre attento. Maurizia: sei tirchio? .. La parola tirchio la conosceva benone, io l’ho tradotta in francese e lui, dicendomi che lo sapeva.. mi ha corretto la pronuncia..

Poi c’è stato un momento proprio carino, carino è un po’ poco. Si è rivolto a Elisabetta e le ha chiesto se da sempre non vedeva, ha voluto sapere come era successo, cosa sentiva, cosa ricordava. Con una naturalezza encomiabile. Maurizia ha parlato della sua bravura negli studi, delle sua forza, della sua malattia. Lui ha detto che ne era certo, che doveva essere più forte e che lo era, che stava bene, si vedeva, era più bella. Io traducevo, seduta vicino a Betta, parola per parola, era emozionata e io con lei, me la tenevo un po’ stretta, quello scricciolo da combattimento.. Anche se non ufficialmente mi sono sentita parte di quella famiglia appena creatasi. E piangevo un po’ dalla commozione. Ci sono stati gli autografi infine, con uno svolazzare di foglietti qui e la, in parte elargiti da me in parte pezzi di biglietti o i cd di Elle me dit. Mi ricordo quello di Elisabetta, scritto premendo sul cartoncino della copertina, in modo che lei sentisse. E, ho tradotto, lui a un palmo del mio naso e Betta, praticamente in braccio. Più o meno ha scritto ciò che ha detto, ma c’era un “sii fiera” meraviglioso, e una frase affettuosissima alla fine. Che sarà lei a dire.

Che me ne fregava a me di tradurre e basta. Ero emozionata e felice come una Pasqua. Non era per aver incontrato un artista che amo molto, era per questo sincero incontro di anime aperte attente, le une verso le altre. Si erano tutti dimenticati di se stessi, tutti parlavano dell’altro. E’ vero, l’unica ero io che di tanto in tanto mettevo in mezzo qualche frase stravagante e impuntuale. D’altra parte ero li per puro caso. Ma non ha importanza. Il ruolo della spettatrice non mi è mai dispiaciuto. Anzi.

Poi si è rivolto a me e ai miei libretti e foglietti appoggiati li, sulla scrivania e mi ha chiesto se volevo un autografo. Ho scosso la testa in segno di no. Non chiedetemi perché, sono tanti i perché. Di fatto probabilmente mi sentivo di troppo, e così, sino all’ultimo ho mantenuto la mia vacuità e anonimato. Non se lo sarebbe ricordato comunque, ma di me ora non conosce nemmeno il nome.

Ne ho già parlato di questa difficoltà che ho, nei momenti del genere, a essere aperta e lucida. Qualcuno mi ha detto che non fa nulla, si è solo li per salutarlo, che ti importa quello che lui pensa di te?

Bè, ieri sera davvero non m’importava, la situazione era così emozionante, intima, piacevole. E’ stato un caso fortuito. Di solito mi scoccia far la figura della tonta, però. E mi spiace non riuscire a dare.

Finalmente ci siamo alzati E ha fatto la foto con le due fanciulle, belline da matti strette a lui, e con la sua testa teneramente appoggiata a quella di Elisabetta, sempre più piccina li di fianco. Anche sua sorella è venuta a fotografarli. Eran davvero teneri, quei fratellini improvvisati.

E così è finito l’incontro, estremamente toccante.

Che vi devo dire, sono confusa più di prima. Ieri sera volevo concludere questo racconto scrivendo che avrei voluto dirgli: Mika, si, fammi l’autografo, e scrivi: a O.. la fortunata interprete

Oggi penso che vada bene solo dire che son felice di aver incontrato quello strano quadretto familiare, composto dall’attento, affettuoso, carismatico Mika e da Maurizia, sensibilissima e luminosa mamma, Eleonora, scatenata e generosa ribelle e la piccola vulcano Elisabetta, che ho avuto la fortuna di rincuorare.

Bon, dopo tutto, grazie MIKA

 

Eccomi qui, dentro ad un anonimo Autogrill, in piazza Duomo.

Pensavo fino ad un certo punto di averla scampata, e invece no, sto tirando su con il naso e lasciato cadere un paio di lacrimoni salati.

Con tutto che Mauri ci aveva raccontato tutto, rileggere questo incontro di anime qui sopra, no, non je l'ho fatta :wub2:

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Eccomi qui, dentro ad un anonimo Autogrill, in piazza Duomo.

Pensavo fino ad un certo punto di averla scampata, e invece no, sto tirando su con il naso e lasciato cadere un paio di lacrimoni salati.

Con tutto che Mauri ci aveva raccontato tutto, rileggere questo incontro di anime qui sopra, no, non je l'ho fatta :wub2:

 

 

Scritto da cani, però son contenta che almeno renda l'idea!

l'ho iniziato a scrivere appena arrivata ieri sera e l'ho finito sta mane...

è tutto vero!

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