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Mika in Italian Press 2016


mari62

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I feel like I should add some sort of disclaimer: I do these translations fairly quickly and while I try to stay as close as possible to the original article, the translation is not necessarily perfect (I'm not a native speaker of either English or Italian). I just do them so that non-Italian speaking people can understand the interview, and hopefully I'm still a slightly better translator than google. :wink2:

 

:thumb_yello: Thanks a million - you're a hero Lunari!  :flowers2: I'll soon give you a big "thank you hug" in Firenze!  :hug:  :wub:

 

Love, love

me

Edited by mamiam
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You pay a lot of attention to your appearance and look.

Clothes are important and people who say that appearance doesn't matter are lying. A look is a way of communication. 

 

Totally agree on that  :thumb_yello:

 

Thank you,Andreja,for your work!  :flowers2:

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TV Sorrisi e Canzoni

TV Sorrisi e Canzoni N.46 – 12 Novembre 2016

 

 

 

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http://www.sorrisi.com/tv/news-e-anticipazioni/mika-stasera-casa-raidue-prove-intervista/

 

11 Novembre 2016 | 09:00

 

Mika ci accompagna nella sua nuova casa su Raidue

 

Sorrisi ha assistito alle prove di «Stasera casa Mika», in onda dal 15 novembre. Ecco cosa ci ha raccontato la popstar internazionale, che per l'occasione ha costruito uno studio surreale e coloratissimo

 

Come si vive dentro la mente di una popstar? Lo scopriremo dal 15 novembre su Raidue con «Stasera casa Mika», ritorno in tv del cantante anglo-libanese ex-giudice di «X Factor». Che per l’occasione ha fatto costruire uno studio-appartamento pieno di oggetti curiosi e folli. Mentre ci accompagna tra enormi lampadari, frigoriferi-cartoon, razzi con la bandiera americana e un’enorme porta a forma di cuore, Mika ha il sorriso contagioso di chi sta vivendo un sogno a occhi aperti.

«Volevo rispolverare il romanticismo della tv degli Anni 50 e 60, creare un mondo favoloso che sia allo stesso tempo intimo e grandioso, naif e saggio, assurdo e serio ma anche divertente» ci spiega Mika. «Ho realizzato questa “casa ideale”, così surreale e fantastica, perché le persone possano seguirmi con il cuore aperto, dimenticando le formalità. Deve essere una casa per tutti. Quando un ospite entra deve dirsi: “Qui posso lasciarmi andare, svelarmi di più, essere una persona e non un personaggio»

 

«Nella mia vita la casa non è mai esistita, quand’ero molto giovane sono scappato con il circo e da allora sempre vissuto dappertutto: questo studio è la casa più consistente che ho avuto negli ultimi 9 anni, da quando mi hanno buttato fuori da scuola» continua a raccontarci Mika. «E poi un musicista non deve avere una casa fissa: in qualunque posto posso cantare e suonare un pianoforte, lì io mi sento a casa, anche con persone che non conosco. Questo luogo è la continuazione di quell’idea».

 

 

Per realizzare il suo primo show da prima serata Mika ha messo insieme una squadra di professionisti internazionali: dalle scenografie ai balletti, dai costumi alle musiche, fino ai singoli dialoghi, tutto è selezionato e controllato dal cantante con una cura ossessiva. «Quando Ilaria Dallatana, la direttrice di Raidue, mi ha detto: “Vuoi fare uno show con noi?”, le ho risposto: “Tu non vuoi fare uno show con me! Adesso l’idea di lavorare con me ti piace, ma poi ti passerà!”» dice Mika ridendo. «E io sono rimasto fedele alla mia promessa di rompere le scatole a tutti, non solo alla Rai, ma anche a me stesso e alla mia squadra. Per chiedere alle persone di impegnarsi in un lavoro come questo devi dare una motivazione forte, devi creare qualcosa che non assomiglia a niente».

L’impegno produttivo, ammette Mika, è stato intenso: «Non dirò mai quant’è costato questo studio… Ma la giustificazione per tutto lo sforzo e il tempo che abbiamo speso per questa scenografia viene da un’idea precisa: negli Anni 50 e 60 la tv era nuova, e la novità attraeva il mondo dell’arte, della moda, dalla danza, del design. È così che fu possibile creare quella magia in tv, qualcosa di molto “alto” e allo stesso tempo molto popolare. Per riportare la magia in tv ci vuole tanto lavoro».

Mika snocciola con orgoglio i nomi che ha coinvolto in questo progetto: «La scenografia è disegnata da Riccardo Bocchini, che è il più bravo in Italia: volevo qualcosa che richiamasse l’eccitazione dell’evento di gala per portarla in tv, volevo che lo show esplodesse dallo schermo» spiega. «Riccardo ha lavorato in collaborazione con me e mia sorella, che è un’illustratrice, e con i designer olandesi Studio Job. Inoltre Pierpaolo Piccioli, direttore di Maison Valentino, ha disegnato tutti i miei costumi, in ogni dettaglio»

Un’attenzione particolare Mika l’ha dedicata ai balletti: «Per gli 11 posti del corpo di ballo abbiamo scrutinato 600 ballerini» racconta. «I coreografi sono francesi: si chiamano “I could never be a dancer”, hanno lavorato con gli artisti più famosi al mondo e realizzato dei balletti per l’Opera di Parigi ma non avevano mai fatto tv: a me hanno detto di sì. Per questo i balletti non avranno il linguaggio del varietà ma quello della danza contemporanea: non vogliamo il “vintage”. Nei varietà di Mina, che oggi sembrano “classici”, i balletti erano i più contemporanei che si potessero avere».

È stata l’esperienza a «X Factor», ci spiega Mika, a sbloccarlo e a convincerlo a fare uno show tutto suo: «A Sky mi sono divertito come un matto, anche perché la qualità di “X Factor” è la più alta che c’è in Italia, ma dopo tre anni il mio momento in quel format era finito, ho voluto cercare un modo per essere più libero e creativo, per prendere il processo con cui realizzo miei album e i miei concerti e metterlo in tv, per raccontare delle storie. Sarà uno show velocissimo, che andrà a 150 all’ora, senza un momento di sosta».

Ad aiutare Mika nella gestione del ritmo ci sarà anche il montaggio, visto che «Stasera casa Mika» non andrà in diretta: «Questa è la mia prima volta… forse un giorno lo faremo in diretta» ammette. «Tu devi scegliere come spendere i tuoi soldi: se vai in diretta, cambia tutto, e ci vorrebbe una squadra due volte più grande. Essere registrati in realtà ci dà la possibilità di fare cose ancora più assurde, e anche cose che possano essere belle anche tra 10 anni». Il pubblico in sala, racconta il cantante, sembra aver gradito: «Quando abbiamo registrato la prima puntata il pubblico non voleva andare via: alle 2 di notte sbuffavano perché ne volevano ancora: è una cosa rarissima».

Per i dialoghi dello show Mika ha potuto contare su un maestro della fiction, Ivan Cotroneo, che è autore dello show con Tiziana Martinengo, Giulio Mazzoleni e lo stesso Mika: «Ivan è un genio, ho imparato tantissimo da lui, ha un modo unico di essere serio e leggero allo stesso tempo, sa divertirsi senza mettere a repentaglio la mia credibilità» racconta. «Noi quattro abbiamo scritto tutto in un appartamento che ho affittato a Milano: ogni persona che aveva un’idea si alzava e la eseguiva. Se tutti ridevano o piangevano allora l’idea funzionava, altrimenti ci si risiedeva e si pensava a qualcosa di nuovo.

Tra gli oggetti dello studio, in mezzo al pubblico c’è anche un grande letto, su cui Mika concluderà le serate: «Dario Fo e io abbiamo lavorato per 6 mesi a un progetto che purtroppo non vedrà mai la luce: due personaggi che si incontrano alla fine del mondo, in pigiama, cercano di addormentarsi, non ci riescono e iniziano a parlare» ci rivela. «È da qui che è nata l’idea di mettere un lettone nello studio. In una serata gli renderò omaggio con una cosa che ho scritto per lui: Dario non è più qui con noi, ma c’è tanto della sua vita e della sua arte in questo show».

 

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Mika alle prove per «Stasera casa Mika»

 

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Mika con i suoi cani Melachi e Amire alle prove per «Stasera casa Mika»

 

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Mika alle prove per «Stasera casa Mika»

 

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Mika alle prove per «Stasera casa Mika»

 

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Mika con Ivan Cotroneo alle prove per «Stasera casa Mika»

 

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Mika con i suoi autori alle prove per «Stasera casa Mika»

 

 

 

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Corriere della Sera

Sette N.45

Corriere della Sera Sette N.45 – 11 Novembre 2016

 

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SCANS

 

 

 

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http://www.tvzoom.it/2016/11/11/45388/mika-vi-racconto-la-storia-incredibile-della-mia-famiglia-capirete/

 

Mika: Vi racconto la storia incredibile della mia famiglia. E capirete chi sono

In tv il suo nuovo one man show, “Stasera CasaMika”: “La mia chiave è la tenerezza. Dylan lo merita, è un artista "popolare", proprio come Dario Fo. Spero che un giorno tocchi anche a uno di noi”, dice la popstar Mika. Così Edoardo Vigna su “Sette”.

 

Mika: “Ora voglio un Nobel per la mia generazione”

Rassegna stampa: Sette, pagina 16, di Edoardo Vigna.

 

In tv il suo nuovo one man show, “Stasera CasaMika”: “La mia chiave è la tenerezza. Dylan lo merita, è un artista “popolare”, proprio come Dario Fo. Spero che un giorno tocchi anche a uno di noi”, dice la popstar Mika. Che si racconta, dalla passione per Fonzie alle storie di famiglia che hanno fatto nascere il suo concetto di “casa”.

 

Non c’è verso di farlo stare fermo. Vorrebbe andare dritto sul palcoscenico degli studi tv, ma è vietato, ci sono dei controlli. Lui freme: siamo nel mezzo delle prove del suo one man show che andrà in onda in quattro serate su Rai 2 dal 1,5 novembre. «Ciao Mika, come stai?». «Io bene, tu?». A ogni angolo degli studi Rai di via Mecenate, a Milano, è tutto un salutarlo. Operai, orchestrali che arrivano alla spicciolata per le prove, tecnici. Lui ha un sorriso per ognuno. «La mia casa vera non è a Londra (dove è basato anche il compagno Andreas, ndr), e non è neppure il palco: da 12 anni è il backstage, proprio come questo, con il pavimento brutto, i muri bianchi, il tetto industriale». Indica il corridoio dove, su due vecchie poltroncine nere, siamo seduti: sembra un po’ quello spoglio e lugubre del film Shining di Kubrick. «Invece è qui che nascono le idee le loro provocazioni che trasformano lo spazio intorno a noi in qualsiasi cosa vogliamo». Intercetta un altro assistente: «Posso mostrare la scenografia?». Freme. «No, ti avvisiamo noi».

 

Per preparare Stasera CasaMika, lo spettacolo che lo riporta in tv dopo il trionfo delle tre stagioni da giudice di X Factor, ci ha messo solo tre mesi («Di solito ci vorrebbe un anno»). E sta vivendo tutto come fosse davvero “casa” sua: ha coinvolto la mamma Joannie e due sorelle, ti elenca i nomi di autori («Tiziana Martinengo, che ha lavorato per 26 anni con Mike Buongiorno, Ivan Cotroneo, Giulio Mazzoleni) e collaboratori come noi spuntiamo la lista con i nomi di zii e cugini da invitare alla cena di Natale. Ci alziamo dalle poltroncine, di corsa entriamo nella sartoria: «Ciao ragazze! Questa è la stanza più importante», dice squillante. Afferra un costume di scena dei ballerini: una semplice tuta da lavoro rosa. «Non voglio che sembrino troppo fashion, fanno parte della fantasia e della “surrealità” di questa casa. E poi la loro deve essere una gestualità iconica. Molto Anni 50». (Alza le braccia, le allarga lentamente, le intreccia come nel balletto che immagina in scena).

 

Ha a che fare con il tuo modello di televisione?

 

«Certo, è a quell’epoca che mi rifaccio. Al periodo d’oro del Dopoguerra, quando la tv rappresentò una svolta talmente enorme che artisti d’ogni campo dalle firme dell’alta moda ai grandi coreografi e ai designer si ritrovarono insieme in un format popolare e un’atmosfera d’ottimismo».

 

A che spettacoli stai pensando, in particolare?

 

«Ho visto gli show dei Carpentier, in Francia, specialisti di sketch, anche musicali. Straordinari. Facevano ridere, ma con tanta tenerezza. Voglio ricalcare quel tipo di humour».

 

La tenerezza è la chiave.

 

«È essenziale. Con la tenerezza si può fare tutto. Ci si può divertire, ma si può anche parlare di sesso, di politica, di cose banali e di cose serie. E poi penso agli show di quegli anni con Mina, con Celentano, nei grandi studi tv. Ma anche agli special di Frank Sinatra e di Elvis Presley. Mi affascina anche la profondità che i designer riuscivano a dare alla scena. Ne ho voluta tantissima per coinvolgere la gente da casa. il modello è la “sequenza dei sogni”, il balletto di Gene Kelly in Singin’ in the rain».

 

Che tv guardavi da piccolo, in Francia e poi a Londra?

 

«Di sicuro non mi piacevano i talk! Piuttosto quella che mi faceva sognare d’essere in onda. Per esempio i programmi musicali. E poi le sit-com: volevo trovarmi in mezzo a loro, sul divano…».

 

Qualche serie tv in particolare?

 

«Quelle americane, soprattutto. Ricordi Roseanne Barr di Roseanna (da noi andava in onda con il titolo Pappa e ciccia, ndr)? L’amavo! E poi naturalmente Happy Days».

 

Ti piaceva più Fonzie o Rlchie Cunningham?

Ti sei ispirato anche alla loro serie?

 

«Fonzie. Ma a dire il vero, non ho pensato a loro. Però nello show ci sono dei “personaggi” che ritornano, modello “sitcom”, come Sarah Felberbaum, che fa la mia coinquilina, e Virginia (Raffaele, ndr) che è la vicina di casa».

 

(Non si può ancora andare, ma Mika non resiste: si alza e mi porta a dare una sbirciatina di nascosto allo studio).

E oggi, nella tua vera casa, a Londra, che tv segui?

 

«Quella popolare, ma di un certo tipo: su Channel 4 c’è uno show che si chiama Gogglebox, in cui hanno messo delle telecamere di fronte alle persone, sulla loro tv. Guardano programmi che non ho mai visto in vita mia, ma così puoi vederli attraverso i loro occhi. Mi piace da morire, questo collegamento umano che si crea con persone vere che dimenticano d’essere osservate: alcune bevono tè, c’è chi azzanna la pizza, chi accarezza il gatto. È una tv morbida, autentica. Oppure programmi tosti tipo Newsnight, (l’approfondimento della Bbc, ndr), odio invece la ripetitività delle news: non ti raccontano in profondità le notizie ma ti aggrediscono, e continuano a farlo ripetendole di ora in ora».

 

Come ti sorprenderebbe una telecamera nascosta?

 

«Sul divano come tutti, ma sempre vestito bene. Non capisco le persone che guardano la tv in mutande: mi sentirei a disagio. E non l’accendo mai in camera da letto: non mi fa dormire».

 

Due anni di X Factor: che cosa ti è piaciuto e che cosa no?

 

«Ho capito è che le cose più naturali, le più facili da comunicare, sono quelle che rimangono nella gente. Non bisogna mai cercare di giocare, di manipolare. Alla fine, conta fare qualcosa di bello, non controllare. E loro lo sanno fare bene».

 

Che consiglio puoi dare ai nuovi giudici?

 

«La cosa bella di come io sono stato gestito a X Factor è che non sono stato gestito: ho potuto rimanere me stesso. Ecco, rimanete voi stessi. Anche qui, a Stasera CasaMika, cerco di farlo. Nelle prove correggo gli errori del mio italiano ma so che, quando arriverà il pubblico vero, e inizierò a parlare con loro veramente, invece di “far finta” di parlare, anche gli errori vanno bene, perché sono io. Non voglio fingere, non sono un presentatore. Quelli bravi ci sono già: non ce n’è migliori di Ale Cattelan, di Fazio, di Fiorello. Io resto un cantante, un provocatore di sogni».

 

Oggi tutti lamentano il fatto che gli artisti emergono soprattutto con i talent. Perché ce l’hanno tutti con i talent?

 

«E che cosa è Sanremo? Cos’è Eurovision? Cos’era il Broadway Circuit? E prima di questo il Vaudeville Circuit, e prima ancora lo Yiddish Circuit (gli spettacoli che un secolo fa giravano per i teatri di New York, ndr)? In quelle esibizioni c’erano sempre competizioni fra artisti. E anche allora, a fare la differenza, era il racconto di piccole storie sugli artisti. È una tradizione vecchia: è ed era il modo di coinvolgere persone che non si conoscono. La stessa specie umana, in fondo, s’è elevata sulle altre basandosi sulla capacità di condividere le idee e le piccole storie. Il “gossip”. Perché con le piccole storie, si formano le grandi storie. Si crea quel collegamento fra di noi che produce la Storia. Però…».

 

C’è sempre un però…

 

«Sì. L’aggressività di un talent, il modo di selezionare gli artisti e le persone, è pericoloso. Perché la vita non è un talent. L’amore non è Tinder (il social d’incontri, ndr): può venire da lì, ma nella vita capita che le cose non si scelgano. Il rischio è che questo approccio faccia pensare il contrario. Che basti un “mi piace” o un “non mi piace”. Invece non puoi controllare tutto. Io non ho scelto che la musica entrasse nella mia vita. È arrivata. Anche il mio problema con la lingua (la dislessia, ndr) di quando ero ragazzo: sono riuscito a trasformarlo in un punto di forza, ma non lo controllavo. E poi, questo è importante, non si deve giudicare: io, nella mia vita, cerco di non giudicare mai».

 

Poche settimane fa un “super-talent”, diciamo così, ha premiato con il Nobel Bob Dylan. Che cosa hai pensato?

 

«È stato un momento particolare: la notizia è arrivata con quella della scomparsa di Dario Fo (che, come Mika ha già raccontato, è stato una delle sue fonti di ispirazione fin da ragazzo, ndr). Quando Fo vinse 20 anni fa provocò una discussione internazionale. Il maestro dell’assurdità, uno scrittore che ha usato il grammelot, un discorso che non si sviluppava con le parole convenzionali ma con suoni, versi, onomatopee… Però lui era un provocatore, un comunicatore di idee. Proprio come Dylan, che ha la capacità di lanciare un’immagine, con le parole, con un gesto artistico la melodia mescolata con l’immagine in un linguaggio semplice e però tanto ricco che ha ripercussione in tutto il mondo, come un’onda che non muore mai. È un potere. Sono stato contento. Bob Dylan è popolare. Lo è sempre stato. Anche il fatto che ci sia una “mitologia” intorno a lui che lo racconta come paranoide e antipatico è un segno della sua natura “popolare”. E in fondo, mi piace anche perché se un artista folk può vincere un premio così alto, nel futuro potrebbe esserci anche qualcuno della nostra generazione che potrebbe farlo ».

 

Ti piacerebbe essere lui?

 

«Ma va! Io non scrivo così, non c’è paragone, il mio linguaggio mi serve a esprimere tutte le cose che faccio e ciò che sono, non soltanto nelle parole delle canzoni».

 

La “mitologia”, come la chiami tu, è al centro, fondamento di tante cose. Anche del sentimento di “casa”.

 

«La “mitologia” è una delle cose più importanti. I racconti, le chiacchiere, le onde di storie sono ciò che riunisce».

 

Chi raccontava a te, le storie della tua famiglia?

 

«Tutti. Noi siamo una famiglia che per certi aspetti è tradizionale, per altri la più alternativa che esista. Si discute sempre, e c’è sempre chi riferisce una versione della storia di un antenato e un altro che oppone un’altra versione».

 

Puoi fare un esempio?

 

«C’è chi è sicuro che mio nonno sia partito da Damasco su un asino. Altri invece sono altrettanto certi che avesse pagato un amico perché lo portasse via con una Land Rover dell’esercito. Chissà… La mitologia di questo nonno che non ho mai conosciuto è molto presente».

 

E che cosa racconta ancora?

 

«Che alla fine lui è arrivato a Ellis Island, e che in America è diventato il ragazzino delle consegne di un’azienda di tessuti e così via, fino a quando -fast forward (avanti veloce, ndr) – 30 anni è arrivato a essere proprietario di varie fabbriche in Cina. Un giorno, sua sorella aveva deciso che doveva sposarsi e gli aveva trovato una bella ragazza, perfetta per lui, a Beirut (dove viveva una parte della famiglia, ndr). Lui torna in Libano per le presentazioni ufficiali ma alla festa di fidanzamento vede una ragazza sulla spiaggia che gioca con le sue sorelle. Si avvicina per conoscerla e poco dopo torna dal prete e gli chiede di cambiare tutto. Aveva deciso di sposare quella appena conosciuta, che aveva 16 anni, moltissimi meno di mio nonno!».

 

Niente male, come mitologia familiare.

 

«Non è finita. Lei, che non possedeva nulla, gli dice: io non voglio sposarti, ma posso farlo solo se tu porti con noi in America tutte le mie sorelle e i miei fratelli. Così lui le ha risposto: vieni in America sei mesi, se va tutto bene fra noi, allora ci sposiamo e portiamo tutti con noi. E così è andata… Ecco, questa è la mia famiglia, questa è la mia casa. Se conto i miei zii, le mie zie e i miei primi cugini, ogni volta che ci ritroviamo convergiamo da 22 Paesi diversi. Dunque, l’unica cosa che può riunire tutta questa gente è la mitologia: le storie del nonno e della nonna materna, quelle di mio padre, che è nato a Gerusalemme, con una mamma inglese e un papà americano, poi è cresciuto ragazzino al Cairo…».

 

Anche tua mamma collabora con te in questo show.

 

«Sta lavorando ai miei costumi, tutti disegnati dalla maison Valentino. Ti faccio vedere. Qualcuno mi apre il camerino?». (Dentro, Mika comincia a tirar fuori le grucce con ciò che indosserà: «Ecco il pigiama, le magliette, le giacche, la sciarpa». Un incredibile guardaroba decorato e personalizzato).

 

Sei libanese e cittadino del mondo. Mai sentito in esilio?

 

«Mai. Però ci sono persone che hanno tutto eppure ci si sentono. L’esilio è la mancanza di opportunità e di libertà. È una cosa potente e pericolosa. Quando non c’è comunità, ti senti in esilio. A Glasgow, una situazione che mi è capitato di studiare, i vecchi mi dicevano che il giorno in cui erano stati buttati fuori dalle loro case trasferiti in questi palazzoni di periferia anni 60, si sono sentiti in un “deserto con le finestre”».

 

Sei anche andato, con l’agenzia Onu per i rifugiati, tra i profughi siriani ormai senza una casa, nei campi del tuo Libano.

 

«Lì ho potuto “umanizzare un po’ di più una crisi che è ormai diventata tutta politica e numeri. L’umanità è la realtà. Come possiamo capire la crisi dei rifugiati in Europa se non vediamo quale crisi c’è a casa loro? La verità è che più di un terzo dell’umanità da tanti anni vive dentro un qualche conflitto, e i nostri militari, europei e americani, sono spesso coinvolti. È una cosa vera, non un film. E dobbiamo capire che questa guerra produce conseguenze anche se è lontana da casa nostra: è sempre accaduto, dagli anni del colonialismo, per esempio in Francia negli anni so con la guerra d’Algeria. Ci sono i giovani, che per gran parte della loro vita sono stati in una guerra, e hanno formato i ricordi e l’idea del mondo che condizioneranno la loro vita nella precarietà e nella povertà. Ragazzi di 12-13 anni, che non vanno a scuola da sei o sette. È un’intera generazione mancata. Però la mitologia della casa per questi rifugiati resta sempre fortissima anche nelle famiglie più semplici, l’hanno portata con sé, insieme con la voglia di tornare indietro».

 

 

 

 

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Ufficio Stampa

http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/UfficioStampa/Articoli/LA-MUSICA-A-CASA-DI-MIKA-4f45207e-7257-43f5-9123-3f7821365031.html

 

RAI RADIO2: LA MUSICA DI CASA MIKA

 

Quattro speciali con Silvia Boschero

 

14/11/2016 - 17:00

 

‘Casa Mika’ è anche su Radio2 con ‘La musica di Casa Mika’: da lunedì 14 novembre, tutti i lunedì fino al 5 dicembre, alle 17, su Rai Radio2, parte il nuovo speciale dedicato a tutta la musica preferita dalla giovane popstar. Condotto da Silvia Boschero, ‘La Musica di Casa Mika’ è un percorso attraverso 4 puntate, 4 punti cardinali, 8 canzoni a puntata, per scoprire dove soffia il vento di Mika: i suoi punti fermi, i suoi sogni, le sue aspirazioni, raccontati live dalla sua musica e le sue parole, ai microfoni di Radio2. In tv, su Rai2, Mika invita a casa sua, in radio farà viaggiare con la fantasia. ‘La musica di Casa Mika’ è on air sulle frequenze di Radio2, sulla App di Radio Rai e in streaming su www.radio2.rai.it.
 
 
I can't understand this information.... Could someone explain in English please ? :blush-anim-cl:
Edited by Kumazzz
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Novella

11/11/2016

 

http://www.novella2000.it/mondo-news/scrive-il-filosofo-stefano-zecchi-la-televisione-e-gay-friendly/#8uUpCe14RjXu47iC.99

 
Scrive il filosofo Stefano Zecchi: La televisione è Gay Friendly

 

 

gay in Tv hanno successo, sono amati e fanno spettacolo. Perché il pubblico ha già fatto la sua rivoluzione culturale, come ci spiega il filosofo Stefano Zecchi (professore di Estetica dell’Università degli Studi di Milano).

 

di Stefano Zecchi

 

 

Mika, nome d’arte di Michael Holbrook Penniman Jr., è un cantautore e showman  libanese naturalizzato britannico. A lui la Rai ha affidato un programma d’intrattenimento in prima serata (Stasera casa Mika, da martedì 15 novembre alle 21.10). Mika, un bel ragazzo trentenne, alto un metro e novanta, che ha capito alla svelta come girano le cose in Italia, dichiarando che avrebbe voluto nel suo show Dario Fo, è gay. Mika non fa mistero sul suo orientamento sessuale.

La televisione è il più delle volte indicata come la responsabile di tutti i mali che affliggono noi italiani. Sarebbe all’origine della nostra discesa culturale verso la banalità, della dilagante volgarità, del populismo politico, del consumismo più becero… e l’elenco dei disastri commessi dalla Tv potrebbe essere infinito, nel senso che, se c’è qualcosa che non funziona in Italia, la colpa è sua. Dalla televisione ci si libera con un semplice gesto del pollice che schiaccia un tasto del telecomando: in un istante lo schermo diventa nero. Fine della trasmissione. Il problema è che premere quel tasto non è così facile, perché poi non si ha di meglio da fare. Allora con un po’ di realismo si tollera l’invadente presenza della Tv naturalmente parlando male o con sufficienza di ciò che si vede, “giusto per tenersi informati sui suoi programmi”.

A tanti denigratori della televisione, che un po’ con stupidità, un po’ per partito preso la giudicano negativamente, suggerirei una piccola riflessione su Mika in prima serata Rai e su altri personaggi dichiaratamente gay, presenti ormai con un certa stabilità nei programmi.

Sappiamo che la battaglia per i diritti degli omosessuali ha una lunga storia, una storia che non è finita. Leggi parlamentari e delibere comunali che porterebbero avanti quei diritti sono nei cassetti del Parlamento, dei Comuni, mentre la televisione, la tanto denigrata televisione, è andata oltre le istituzioni. E oggi che si sa quanto un programma sia costoso e abbia bisogno di pubblicità per vivere e quindi di ascolti per raccogliere inserzioni pubblicitarie, la vituperata televisione è uno specchio del sentimento pubblico, molto più avanti di quello rappresentato dalle istituzioni.

La gente non manifesta alcuna perplessità nel vedere un gay che entra nella sua casa come conduttore, come opinionista, come artista. L’atteggiamento del pubblico televisivo è la dimostrazione di come il gay sia perfettamente integrato nel sistema di comunicazione, nel bene e nel male, come tutti gli altri protagonisti televisivi. Nel bene e nel male a seconda del ruolo che s’intende giocare.

La nostra società mediatica, che affonda le sue radici più vitali nel consumismo, trasforma con facilità la comunicazione in spettacolo. Ha bisogno di trovare sempre nuovi protagonisti da proporre al pubblico con un carosello di situazioni in cui deve dominare la novità, l’eccentricità per attrarre l’attenzione e non far cadere il messaggio nell’indifferenza. Questo è il fine che giustifica i mezzi, per cui si va poco per il sottile e si usa tutto quello e tutti quelli che possono rispondere a quest’esigenza di originalità per catturare l’interesse.

Il gay, esattamente come tutti gli altri colleghi che lavorano in televisione, entra a vele spiegate nel circo mediatico per dare il suo contributo allo spettacolo, ricoprendo il ruolo che più gli si addice o che gli autori dei programmi ritengono che sia per lui il migliore. E tutto ciò senza minimamente turbare la sensibilità dello spettatore.

Si pensi ai programmi di Maria De Filippi, persona di straordinario fiuto televisivo. Lentamente, a piccoli passi senza strappi, ha inserito nella sua Tv la presenza dei gay. Oggi ricoprono spazi fondamentali della comunicazione: senza tanta fantasia, si potrebbe immaginare come reagirebbe Maria De Filippi se non “funzionassero”. Poiché per vivere la televisione deve fare ascolti, l’autrice/presentatrice li avrebbe già eliminati dalla trasmissione prima ancora che la gente cambi canale perché infastidita dalla presenza gay nel programma.

Questo a conferma di come il pubblico televisivo – la gran parte degli italiani – abbia già fatto la sua rivoluzione culturale per quanto riguarda l’omosessualità, mostrandosi molto più avanti della legislazione in merito.

E, ovviamente, nel complesso generale del panorama mediatico, lo spettacolo presenta protagonisti molto diversi tra loro, e per motivi diversi comunque amati dal pubblico.

Si veda, per esempio, due persone gay dichiarate apertamente e pubblicamente presenti nei media: Platinette e Costantino della Gherardesca.

Platinette, al secolo Mauro Coluzzi, inventa con grande abilità una maschera esagerata e, forte di questa sua alterità, entra con causticità nelle questioni per le quali si chiede una sua opinione, in radio come in televisione. In lei, la maschera prevale sull’omosessualità, anche se l’omosessualità è la condizione necessaria per creare la maschera. Questo consente a Platinette di essere provocatoria, irritante, irriverente, perché, alla fine, è sempre una maschera a pronunciarsi.

Costantino della Gherardesca, conduttore di trasmissioni tv, polemista, non ostenta la sua omosessualità, ma con eleganza e ironia la usa per mettersi un gradino sopra gli altri e sottolineare quanto sia grande il proprio buon gusto, quel gusto che, mancando agli altri, gli consente di giudicarli in modo raffinato con sarcasmo, mai con volgarità.

Come si vede, figure molto diverse, e tuttavia ascoltate, amate, criticate come gli altri opinionisti e conduttori che popolano la televisione.

Ad Alessandro Cecchi Paone era venuto in mente di fare del suo outing il centro della propria campagna politica. Andata male. Accantonata la sottolineatura gay per intraprendere la carriera politica, ha rimesso in gioco le sue capacità professionali, prima al Tg4, e presto come conduttre di un progamma di divulgazione scientifica La settima porta.

Si può ricordare Tiziano Ferro che ha fatto outing per togliere di torno insinuazioni e curiosità maliziose su di lui e ha continuato a svolgere con successo la professione di cantautore senza che la sua dichiarazione potesse influire sul lavoro, anzi, forse regalandogli una nuova iniezione di popolarità.

Soltanto esempi di un mondo, quello dei gay, che ha trovato cittadinanza e amore nello spettacolo televisivo, che è uno specchio veritiero dell’Italia, molto più di quello rappresentato dalle sue leggi sull’omosessualità.

 

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Ufficio Stampa

http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/UfficioStampa/Articoli/LA-MUSICA-A-CASA-DI-MIKA-4f45207e-7257-43f5-9123-3f7821365031.html

 

 

 

RAI RADIO2: LA MUSICA DI CASA MIKA

 

Quattro speciali con Silvia Boschero

 

14/11/2016 - 17:00

 

‘Casa Mika’ è anche su Radio2 con ‘La musica di Casa Mika’: da lunedì 14 novembre, tutti i lunedì fino al 5 dicembre, alle 17, su Rai Radio2, parte il nuovo speciale dedicato a tutta la musica preferita dalla giovane popstar. Condotto da Silvia Boschero, ‘La Musica di Casa Mika’ è un percorso attraverso 4 puntate, 4 punti cardinali, 8 canzoni a puntata, per scoprire dove soffia il vento di Mika: i suoi punti fermi, i suoi sogni, le sue aspirazioni, raccontati live dalla sua musica e le sue parole, ai microfoni di Radio2. In tv, su Rai2, Mika invita a casa sua, in radio farà viaggiare con la fantasia. ‘La musica di Casa Mika’ è on air sulle frequenze di Radio2, sulla App di Radio Rai e in streaming su www.radio2.rai.it.

 

I can't understand this information.... Could someone explain in English please ? :blush-anim-cl:

 

It says:

"Casa Mika" will be on Radio2 too with 'the music of Mika': from Monday 14th November, every Monday until 5th December, at 17 o'clock on Radio2, the new special about the young popstar's favourite music starts. Led by Silvia Boschero, 'The Music of Mika' is a route through 4 episodes, 4 cardinal points, 8 songs for each episode, to learn how is Mika's attitude: his landmarks, his dreams, his aspirations, told live from his music and his words, at Radio2's microphones. On tv, on Rai2, Mika invites you at his home, on the radio, he will make you travel with your fantasy. "The Music of Casa Mika" will be on air on the frequencies of Radio2, on Rai Radio's app and on streaming at www.radio2.rai.it

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La musica di casa MIKA su Radio2

It says:
"Casa Mika" will be on Radio2 too with 'the music of Mika': from Monday 14th November, every Monday until 5th December, at 17 o'clock on Radio2, the new special about the young popstar's favourite music starts. Led by Silvia Boschero, 'The Music of Mika' is a route through 4 episodes, 4 cardinal points, 8 songs for each episode, to learn how is Mika's attitude: his landmarks, his dreams, his aspirations, told live from his music and his words, at Radio2's microphones. On tv, on Rai2, Mika invites you at his home, on the radio, he will make you travel with your fantasy. "The Music of Casa Mika" will be on air on the frequencies of Radio2, on Rai Radio's app and on streaming at www.radio2.rai.it

 

Thanks a million for your explanation. We will be busy in these four weeks !! :wub:

 

www.radio2.rai.it

 

http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-cebf3387-6827-4567-b337-355b1de4f8bd.html

 

RaiRadio2 WEB player http://www.radiorai.rai.it/dl/portaleRadio/popup/player_radio.html?v=2

 

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Edited by Kumazzz
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Spettacoli NEWS

http://www.spettacolinews.it

 

Stasera Casa Mika: Primo appuntamento domani alle 21:10 su Rai2. Tra gli ospiti: Sting, Renzo Arbore, Francesco Renga, Benji & Fede, Marco Giallini

 
Antonio Galluzzo
 
 

Un varietà che recupera le atmosfere dei grandi spettacoli della tv del passato, un one man show ricco di ospiti, musica e coreografie, una festa speciale in un luogo insolito per uno spettacolo di prima serata: la sua casa. 

Mika arriva in tv a partire da martedì 15 novembre, alle 21.10 su Rai2 con “Stasera Casa Mika”, la prima di quattro serate evento scritte da Mika, Ivan Cotroneo, Tiziana Martinengo e Giulio Mazzoleni, per la regia di Fabio Calvi.

Passerà la serata con la sua coinquilina speciale, Sarah Felberbaum, e tanti amici ospitati tra il salotto, la cucina, fino al gran finale nel lettone. Un’atmosfera da grande varietà, in un ambiente surreale e colorato, luogo dove tutto è possibile. Ospite a sorpresa sarà la vicina di casa Virginia Raffaele.

Gli invitati saranno persone con cui dialogare, cantare, ragionare, pensare e divertirsi insieme al pubblico. Nella prima puntata, Mika accoglierà nel suo show grandi nomi dello spettacolo, come il maestro dell’improvvisazione televisiva Renzo Arbore e gli attori Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi e Francesco Montanari. Entreranno in Casa Mika anche grandi protagonisti della scena musicale nazionale e internazionale, accompagnati dalla resident band di 16 elementi diretta da Valeriano Chiaravalle: questa settimana saranno con Mika la rockstar mondiale Sting, LP, Malika Ayane, Francesco Renga e Benji & Fede.

In ogni puntata, Mika metterà in scena la sua curiosità, il suo modo di vedere gli altri, il desiderio di ascoltare le esperienze altrui e di parlare apertamente delle proprie esperienze, per metterle a confronto. Mika racconterà l’Italia anche attraverso gli speciali incontri che ha realizzato viaggiando tra nord e sud del Paese, isole comprese. Esperienze che gli hanno consentito di conoscere meglio noi italiani e il nostro Paese, arricchendo lo show di spunti di riflessione utili e divertenti. Domani vedremo come, nelle vesti di un tassista, Mika se l’è cavata nel caotico traffico romano, giungendo a sorpresa a prelevare i clienti del servizio taxi, ignari di trovare proprio lui come conducente del mezzo. Mika interagirà con i clienti e, tra peripezie varie e inconvenienti del caso, si destreggerà per portarli a destinazione, scoprendo le bellezze della Capitale. 

Mika è andato anche alla ricerca di storie positive, in cui la musica ha rappresentato la salvezza, invitando i protagonisti nel suo show per condividere un’esperienza straordinaria sul palco. Nella prima puntata conosceremo l’Orchestra Sanitansamble di Napoli, un’orchestra sociale e popolare di giovani, un modello didattico gratuito di educazione musicale qualificata che promuove la pratica collettiva della musica come mezzo di organizzazione e sviluppo della comunità in aree e contesti sociali difficili, come il Rione Sanità.
In chiusura di puntata, vedremo anche l’affollatissimo pigiama party notturno organizzato ad Aosta per registrare la sigla finale dello show. Non mancheranno, naturalmente, le sorprese e i grandi successi canori di Mika.

 

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Edited by Kumazzz
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TV blog

http://www.tvblog.it/post/1380384/mika-stasera-casa-anticipazioni-ospiti-intervista

 

Mika a Blogo: "Stasera Casa Mika? Non mi aspetto di spaccare con gli ascolti" (video)

 

Di Giulio Pasqui  

lunedì 14 novembre 2016

 

Sting è fra gli ospiti della prima puntata di Stasera Casa Mika.

"E' un programma intimo e familiare perché è una grandissima festa. E come dice uno molto più bravo di me: le feste grandi hanno privacy, quelle piccole non ce l'hanno mai. A me piacciono quelle grandi". Stasera Casa Mika, in onda da martedì 15 novembre su Rai 2, è un varietà che recupera le atmosfere dei grandi spettacoli della tv del passato, un one man show ricco di ospiti, musica e coreografie.

 

"Gli ospiti hanno potuto mettersi in gioco perché d'accordo con l'idea di arrivare come delle persone e non come dei personaggi. Io preferisco avere una persona che non è considerata la più grande superstar del mondo, però arriva come una persona... invece di avere la più grande superstar che arriva come un personaggio. Ci sono tanti altri programmi dove loro possono andare", ci racconta la popstar. Nella prima puntata interverranno Sting, Renzo Arbore, Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Francesco Montanari, LP, Malika Ayane, Francesco Renga e Benji & Fede.

 

Al fianco di Mika, Sarah Felberbaum nel ruolo di coinquilina e Virginia Raffaele come vicina di casa. "Le aspettative di ascolto per questo show non devono spaventarmi. Stiamo facendo qualcosa di nuovo, dunque non c'è un paragone con altri show. Dunque io mi aspetto una cosa bella però non questa idea di spaccare tutto con gli ascolti", chiosa.

 

 

 

 

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Vanity Fair

http://www.vanityfair.it/show/tv/16/11/15/stasera-casa-mika-raidue-programma-tv-intervista

 

15.11.2016

 

 

Stasera Casa Mika: «Dimenticatevi di X Factor»

 

Un varietà in piena regola, o quasi, che mescola musica, ospiti, sketch, performance ed “esterne”. Parte il 15 novembre su Raidue il primo one man show di Mika. Che in questa videointervista promette di farcene vedere davvero delle belle... 

 

«Stasera Casa Mika è la storia di incontro: quello di Mika con l'Italia e di Mika con Raidue. Ho subito avvertito che c'era in lui un modello familiare di fare televisione, ma lanciato nella contemporaneità. È la magia della tv: ci voleva giovane talento anglo-libanese per tornare a far rispondere l'idea del varietà nella sua accezione più nobile». La direttrice di Raidue Ilaria Dallatana non ha dubbi: lo show di Mika, in onda dal 15 novembre su Raidue in prima serata, è destinato a riportare in auge la (grande) tradizione.

 

Un varietà in piena regola, o quasi, che mescola musica, ospiti, sketch, performance ed “esterne”. Come quelle di Mika in giro per l'Italia a bordo di un taxi. «Ho preso la licenza temporanea, ma una licenza vera!», racconta il cantante/conduttore. «Come tassista dovevo caricare tutti, fare le code, dare le ricevute. Ho girato tanto per molte città, anche se voi vedrete solo 5-6 minuti di ognuna...». L'esperienza più impegnativa, Napoli («Sono stati i giorni più stressanti dei miei trent'anni!»). La più divertente, Catania («E' entrata una signora anziana, ho detto “Piacere io sono Mika”, e lei: “Io sono Baronessa”»).

 

La casa di Mika - così irriverente, vivace, colorata, orgogliosamente pop - non è una sitcom ma una «rappresentazione dell'idea di casa. Fantastica e un po' folle», dice.

Lui sarà il gran cerimoniere, assistito dalla coinquilina Sarah Felberbaum, ospite fisso di ogni puntata, e dalla vicina Virginia Raffaele, che irromperà sulla scena con la sua verve. E poi gli invitati, tanti, «che vengono per la prima volta a presentarsi in maniera divertente, da Monica Bellucci a Bernardo Bertolucci (si parte stasera con Sting e Francesco Renga, ndr)». «Una prima persona che volevo era Dario Fo», ha ammesso Mika. «Negli ultimi mesi ci siamo visti una volta a settimana per tre ore e abbiamo sviluppato una cosa “assurda” insieme, un dialogo in una casa durante il diluvio universale. Tutto è nato da lì: Fo non c'è però è come se ci sarà».
 

Edited by Kumazzz
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Thanks a lot Marina, but the Ray replay doesn't work from outside Italy.

 

 

can you watch this video, Eriko?

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http://lapresse.it/campo-dall-orto-mika-modello-di-intrattenimento-del-servizio-pubblico.html

 

Mercoledì 16 Novembre 2016 - 14:30
 

Campo Dall'Orto: Mika modello di intrattenimento del servizio pubblico

La soddisfazione del Dg Rai "I 3 milioni 300 mila spettatori vanno oltre le nostre aspettative"
 

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"Il successo di Mika è molto importante in quanto risponde a un chiaro bisogno di un'offerta diversa ed innovativa. E questa è sicuramente la strada che la Rai sta seguendo e su cui vuole continuare a investire: intercettare sempre più le aspettative di un pubblico evoluto è il nostro obiettivo". Così il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto commenta i risultati della puntata d'esordio del programma "Stasera Casa Mika" su Rai2.
"Lo show di Mika - prosegue il Dg - rappresenta bene l'idea che abbiamo dell'intrattenimento del Servizio Pubblico. Mika è un grande "mix", di culture e di talenti: in grado di intrattenere e al tempo stesso far entrare chi guarda in uno spazio di prossimità ed empatia. Il suo progetto è anche un omaggio contemporaneo al grande varietà classico italiano: scritto, recitato, cantato e ballato da chi ha il talento per farlo al massimo livello, unito alla volontà di includere elementi di storytelling sul Paese che si sono integrati alla perfezione nello show".

 "I 3 milioni 300 mila spettatori che lo hanno seguito, per uno share del 14,4% e lo straordinario successo sui social (un coro unanime di apprezzamento) vanno al di là delle nostre aspettative. Inoltre - continua Campo Dall'Orto - Rai2 è stata a lungo la rete più vista ieri sera, tra le 22.50 e le 23.50, un risultato davvero eccezionale. Questo è il caso in cui gli ascolti hanno un valore proiettato nel futuro; perché sono una indicazione concreta che la nostra volontà di innovazione è già recepita universalmente". "Siamo molto soddisfatti che Mika abbia trovato casa sua a Rai2, una rete che sta innovando con grandissimo successo - solo la scorsa settimana la serie Schiavone otteneva gli stessi risultati, segno che, nell'era del dominio del singolo prodotto, Rai è ancora in grado di costruire una narrazione coerente e riconoscibile attraverso le identità di rete", conclude il Dg.

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http://www.vanityfair.it/show/tv/16/11/16/stasera-casamika-mika-varieta-programma-sting

 

Stasera CasaMika: così Mika resuscita il varietà

 

La prima puntata di Stasera CasaMika è un ritorno alla bella tv, con il cantante assoluto mattatore di uno show con ritmo e verve. «Non è colpa mia se ho tanti amici», si lamenta. E di amici, da Sting a Malika Ayane, ce n'erano tanti
 

di Mario Manca

 

 

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È buio a Milano e Mika gira in macchina in cerca di un alimentari ancora aperto per comprare del vino: i suoi ospiti stanno per arrivare. Indossa un cappotto Valentino e non perde mai di vista Melachi e Amira, i fedeli cani che lo scortano come due bodyguard. «Non è colpa mia se ho tanti amici», spiega il cantante a Sarah Felberbaum all'inizio di Stasera CasaMika. E gli amici, in più di due ore e mezza di spettacolo, saranno tanti.

Da Malika Ayane a Virginia Raffaele, da Francesco Renga a Pif, da Sting a Renzo Arbore. Da loro Mika prende gli ingredienti migliori cercando di replicare la ricetta più difficile che ci sia: quella del varietà. Sorprende, infatti, che il ricordo più bello della tv italiana del passato sia di un artista non italiano di oggi. Un fuoriclasse che canterà, reciterà, scherzerà e tradurrà come se non avesse fatto altro nei suoi 33 anni di vita.

 

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La «casa» di Mika è un immenso studio dove il cantante si muove in libertà, accarezzando i tasti di un piano, accomodandosi su un vecchio divano e stendendosi su un letto a due piazze. Una casa che sembra il rifugio da una paura che annienta e che veste di bianco. «Avevo dipinto tutti i muri, che erano bianchi. Il pianoforte era bianco. La mia faccia era bianca. La mia carriera, che ancora non esisteva, era bianca. La mia vita sessuale era bianca. Poi, dopo tutta questa rabbia e bianchezza, ho voluto riscaldarmi con un po' di colore».

Il colore di cui parla Mika, per certi versi, sembra alludere alla strada già spianata da Laura & Paola lo scorso aprile: quella di uno show che strizza l'occhio ai tempi che furono, con il corpo di ballo, gli ospiti internazionali e gli stacchetti musicali. Nessuna volgarità e nessuna battuta infelice, solo un uomo che si guarda intorno e cerca di capire come funzioni la baracca.

Così Mika finge di essere un tassista in giro per Roma per scavare a fondo nei suoi clienti; irrompe nella sala prove dei Sanitansamble per dare ai ragazzi una speranza e racconta il suo amore per Ugo Tognazzi per combattere l'omofobia. Ma la cosa più bella della sua «casa» è una famiglia su cui poter sempre contare. Quando Renga gli dirà «sei tu il motore di questo show», Mika risponderà «no, non è vero. È merito di una bella squadra e degli ospiti che portano questo spirito». E in una squadra che si rispetti i segreti non possono esserci. A proposito, non gli piace quando si fanno battute sul suo nome («Mika male e robe del genere»): siete avvisati.

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http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/11/16/news/una_canzone_per_genny_cesarano_mika_canta_al_rione_sanita_-152138180/

 

Mika con l'Orchestra Sanitansamble, una canzone per Genny Cesarano

 

Il debutto su Raidue. "Era de maggio" per la vittima innocente di camorra

 

di ALESSANDRO VACCARO

 

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Mika con l'Orchestra Sanitansamble

 

 

«Quando ho detto di voler fare un viaggio in Italia e portare delle storie a casa, il primo posto a cui ho pensato è stato Napoli. C’è tutto in questa città». Parola di Mika, che martedì sera ha debuttato su Raidue con lo show “Stasera casa Mika”. Il cantante lancia un video in cui lo si vede passeggiare sul lungomare partenopeo. Dice: «C’è colore a Napoli, c’è vita, c’è cultura musicale. C’è anche contrasto. C’è bellezza, ma non mancano le difficoltà. Soprattutto per i giovani, che cercano il loro futuro. Tanti ragazzi provano a cambiare la loro realtà grazie alla musica».

Mika introduce così l’orchestra Sanitansamble, composta dai giovani del popoloso rione, un modello didattico che promuove la pratica collettiva della musica come mezzo di sviluppo della comunità in un contesto sociale difficile. Nel video i ragazzi si raccontano, pensano di essere ripresi per un documentario. Non sanno che di lì a poco incontreranno il loro beniamino. «Questi giovani – aggiunge Mika – puntano a vedere oltre il quartiere in cui vivono, ben più distante della realtà che li circonda, senza però tradirla. Ecco la loro bellezza».

Il cantante interrompe le prove dell’orchestra. L’emozione, lo stupore, la gioia si riflettono nei volti dei ragazzi. «Stavamo suonando, quando all’improvviso ci siamo trovati davanti Mika. Sembrava di aver visto il Napoli vincere», commentano gli artisti della Sanitansamble. Mika li invita a esibirsi con lui negli studi Rai di Milano per lo show televisivo. Insieme hanno eseguito nella puntata andata in onda ieri “Era de maggio”, brano che Mika ha dedicato a Genny Cesarano, vittima innocente di camorra.

 

http://www.ottopagine.it/na/attualita/101846/mika-canta-per-genny-cesarano-vittima-innocente-della-camorra.shtml

 

Mika canta per Genny Cesarano, ucciso per sbaglio nella stesa
Stasera su Rai 2 la commovente esecuzione di Era di Maggio con i Sanitansamble

 

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Napoli.  

Nel corso del programma Casa Mika, il cantante e star di successo internazionale ed ex giudice di X Factor accompagnato dall’orchestra formato da strumentisti del quartiere Sanità di Napoli, i Sanitansamble, ha interpretato magistralmente il brano classico napoletano. Lo ha fatto nel cuore della Sanità. Lo ha dedicato a Genny Cesarano, ucciso per errore in una stesa. Ha visitato il quartiere, dove c’è la statua dedicata a Genny. Un commovente momento, sulle note del brano "Era de maggio", è stato dedicato al 17enne ucciso per sbaglio durante una dimostrazione di fuoco lo scorso anno nel quartiere Sanitá. Una tappa particolarmente emozionante nel viaggio che Mika sta facendo in Italia per raccontare la nostra nazione attraverso storie, persone, emozioni, verità e luoghi. Napoli, una delle città più belle al mondo, e le sue storie difficili ma anche di riscatto nel cuore antico della sua storia. Proprio come La Sanità rione dove sono tanti i giovani che cercano un futuro. Un po' one man show, un po' grande varietà Mika ha raccontato nel suo megamix di linguaggi e grandi ospiti Stasera Casa Mika, al debutto stasera su Rai Due, anche i due volti di Napoli quello della criminalità che spietata uccide un innocente e quello buono, come l’Orchestra Sanitansamble di Napoli, un’orchestra sociale e popolare di giovani, che promuove la musica in un contesto sociale complicato proprio come la Sanità. 

 

Qui dove ci sono quei ragazzi, volti da scugnizzi e testa e mani abilissime sugli strumenti musicali. Come Alessandra, che a 19 anni suona il corno francese, Marco che di anni ne ha 21 ed è bravo col violino, e Vincenzo che si dedica, ormai da tanto tempo, al flauto traverso.

Edited by charlie20
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http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/11/16/ASaXw08E-conquista_promosso_italiani.shtml

 

Il duetto con arbore 16 novembre 2016

 


Mika promosso: il suo show conquista gli italiani

 

Rosaria Corona

 

Mika e il duetto con Renzo Arbore

Un applauso dietro l’altro per uno show che ha fatto innamorare gli italiani

 

 

 

Genova – Il successo, previsto ma non così scontato, è arrivato. Mika non ha deluso le alte aspettative: “Stasera Casa Mika”, il suo varietà, a metà tra il “One man show” e gli spettacoli di una volta, è stato promosso a pieni voti dal pubblico: in una serata insidiosa, dove l’amichevole tra Italia e Germania ha mantenuto il predominio con oltre 7 milioni di spettatori, lo spettacolo condotto dalla popstar anglo-libanese si è difeso alla grande tenendo incollati davanti al piccolo schermo 3.312.000 telespettatori per uno share del 14.4 per cento, battendo la concorrenza di Canale 5 dove il film “Tutta colpa di Freud” si è fermato a quota due milioni e mezzo (11.1 per cento di share).

 

Al di là dei numeri, il successo ha la sua spiegazione nell’innato talento di Mika che, non che ci fosse alcun dubbio, ha dimostrato ancora una volta di essere un vero animale da palcoscenico. Un fuoriclasse che ha saputo intrattenere il pubblico con la sua straordinaria voce, ma anche con quell’eleganza e originalità, che, ultimamente, di rado si vedono sulle reti generaliste.

 

Così, tra un cambio d’abito e l’altro (ben 8 i luccicosi completi indossati), Mika ha ripescato il vecchio varietà e lo ha fatto suo duettando con Renzo Arbore sulle note de “La vita è tutta un quiz”, cantando in napoletano in ricordo di Genny Cesarano (il giovane ucciso per errore dalla camorra l’anno scorso nel Rione Sanità a Napoli), e ancora sdoganando con leggerezza il tema dell’amore omosessuale riproponendo una scena de “Il vizietto” di Ugo Tognazzi e commuovendo con il suo monologo sull’importanza delle parole sulle note di Hurts con il coro delle voci bianche.

 

Come se non bastasse, poi, la parte del “leone” l’hanno fatta gli ospiti, i tanti amici di Mika accolti da Sarah Felberbaum: Sting, il più atteso fra tutti, Malika Ayane, Pif, Gianmarco Tognazzi, Francesco Montanari, Francesco Renga, Marco Giallini e Benji e Fede, astutamente tenuti alla fine dello show, con i quali l’ex giudice di X Factor ha dato vita ad un surreale pigiama party.

 

Divertente e ben curato, il nuovo varietà di Rai Due ha superato l’esame ottenendo straordinari consensi su Twitter, invasa da oltre 40 mila cinguettii: «Mika inanella un ospite dietro l'altro: sembra di essere tornati in un varietà anni '70. E non mi dispiace per niente», commenta un telespettatore; «Doveva arrivare #Mika,"straniero" a inventarsi un programma sulla musica e TV italiana e valorizzare quello ke siamo» , aggiunge un altro, e ancora «programma eccezionale e assolutamente inaspettato..bravissimo Mika un momento spiritoso un altro commovente». Un applauso dietro l’altro per uno show che ha fatto innamorare gli italiani, strizzando l'occhio ai più giovani e riportando in auge il vecchio varietà.

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