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Rita70

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Everything posted by Rita70

  1. Fantastic!!! I would have been watching it forever!!!!❤️❤️❤️
  2. Io c'ero, bellissima interpretazione👏🏻👏🏻 Mango avrá applaudito dal cielo❤
  3. Ma solo io non li trovo?😭😭😭😭
  4. Grazie Gabry🙏🏼anche se comunque io non sono su fb
  5. Yesssss👏🏻👏🏻👏🏻👍🏻👍🏻👍🏻
  6. Io ho letto che duetterà con Massimo Ranieri e Tiziano Ferro. Se trovo la fonte la posto👍🏻
  7. Votato 👍🏻👍🏻 Vedo Mika in testa👏🏻👏🏻❤️
  8. Buon anno a voi tutte Mikafan🍾🥂💫✨💖😘
  9. Vedo che c’è ne più di una che ammette di essere affetta da questa malattia che io chiamo mikaite😂😂😂
  10. Unipol Arena 29 novembre 2019❤️❤️❤️🎉🎉🎉 Un sogno IMG_6399.MP4 IMG_6400.MP4 IMG_6403.MP4
  11. Non sono iscritta su fb Gabri...🤷‍♀️
  12. Bellissima idea👏🏻👏🏻👏🏻 Io però sarò a quello di Bologna il 29 novembre. Se si farà anche li sarò contenta di unirmi👍🏻
  13. Siiiiiiii!!!! E noi sognamo che è gia bellissimo così
  14. La sua generosità è immensa❤ Pensava che si sarebbero presentate una quarantina di persone ad Ancona😄😄😄 Penso che ancora non abbia la consapevolezza di quanto la gente lo ama❤ Chissà che non venga anche dalle mie parti...
  15. Bello bellissimo Gabri👏🏻👏🏻👏🏻❤ Tanto felice per te🤗 e grazie tante per questa condivisione. Mi emoziona molto, specie il video in cui ti abbraccia per la foto. È troppo bello vedere la sua disponibilità e gentilezza❤ Ti abbraccio anche io💝
  16. Ero in giro e quindi l'ho ascoltato in macchina per poi rientrare a casa guardarlo in diretta tv😁😁🤗🤗😍😍 L'ho visto molto emozionato ma lui può fare tutto🤗
  17. Seguito tutto🤗🤗 Ma io mi chiedo: ma quanto sarà stanco? Prende treni, voli in continuazione! Sarà anche la sua passione però....È invitato ovunque in vari orari tutti i giorni. Non si risparmia per niente🤗 e noi lo amiamo molto anche per questoGrazie di cuore Mika
  18. Quando si dice la fortuna😅 Che bello 😃😃👏🏻👏🏻👏🏻 @Gabry74
  19. Speriamo che venga anche Milano😃😃
  20. Ondarock / Recensioni / 2019 / MIKA - My Name Is Michael Holbrook MIKA My Name Is Michael Holbrook 2019 (Casablanca) | pop di Giulia Quaranta È difficile parlare di un artista come Mika, popolarissimo in Europa e soprattutto nel nostro paese. Vuoi perché la tentazione di lasciar scivolare l’artista nel contenitore della persona e viceversa è tanta. Vuoi perché a quel viso affabile e genuinamente sorridente ti sei in qualche modo affezionata, sin da quando il falsetto colorato di “Grace Kelly” ha fatto irruzione nella tua vita a 16 anni. Vuoi perché Mika riesce sempre a metterti di buon umore, anche se la tua anima è fedele ad ascolti ben più nervosi. Ma Mika è un po’ la sit-com che guardi per non cedere di continuo alle solite lusinghe claustrali e nevrotiche, è una boccata di tiepida aria primaverile e vanesia leggiadria. Ho sentito da qualche parte che la leggerezza è un’irresistibile tentazione, ma anche una perversione. Credo che per me sia così e forse lo è anche per lo stesso Mika che, reduce da un periodo travagliato che ha visto la malattia della madre e la morte scongiurata della sorella Paloma, precipitata dal quarto piano, se ne è uscito fuori con un lavoro incredibilmente esuberante e allegro, quantomeno in apparenza. Cori, archi, delay, ballate pianistiche, richiami vintage pescati soprattutto dagli anni 70 e 80 (la splendida “I Went To Hell Last Night”, “Cry”), ma non solo. Si va infatti dall’allure 90’s di “Dear Jealousy” che in qualche strano modo non avrebbe sfigurato in un disco della prima Britney Spears o dei Backstreet Boys, alla scanzonata “Stay High”, passando per l’ottimo singolo “Tiny Love”, che riprende un po’ Elton John, un po’ i Queen, un po’ lo stesso Mika, e che non a caso ritroviamo anche nel repriseorchestrale che chiude l’album. C’è poi spazio per l’omonima ballata dedicata alla sorella Paloma, per l’omaggio dancepop all’Italia con “Sanremo” e per uno dei migliori pezzi dell’ultimo Mika, “Tomorrow”, che richiama la pur bella “Porcelain” presente nel precedente disco, ma con l’aggiunta di quel candore e quell’allegrezza cui si accennava prima. Così una notte trascorsa a guardare le stelle per dimenticare l’ansia del futuro trascolora in piccolo inno corazziniano. Se si escludono "Blue" e la collaborazione col cantautore anglo-italiano Jack Savoretti nell’ordinaria ballata pianistica “Ready To Call This Love”, in quest’ultimo disco non si avverte alcun momento di stanchezza. Sin dal titolo, in cui compaiono nome e cognome dell'artista (Michael Holbrook), si intuisce che la narrazione è costruita intorno a sé, alla sua storia, alle sue gioie e alle sue afflizioni, ma, per fortuna, non v’è traccia alcuna di quell'egotismo che generalmente costituisce il perno e la debolezza di progetti del genere. Ciascun brano gode di una propria cifra stilistica e il fil rouge è da ricercarsi in una spontaneità ritrovata e in un estro vivido e fresco. (08/10/2019)
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