mellody Posted February 20, 2021 Share Posted February 20, 2021 2021! Old threads: Italian press 2020 Italian press 2019 Italian press 2018 Italian press 2017 Italian press 2016 Italian press 2010-2015 3 Link to comment Share on other sites More sharing options...
mellody Posted February 20, 2021 Author Share Posted February 20, 2021 Mika announced by La Repubblica for La Canzone Segreta 2021, we're talking about it here: 4 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted February 21, 2021 Share Posted February 21, 2021 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kumazzz Posted March 9, 2021 Share Posted March 9, 2021 (edited) Tu Style 9 Mar 2021 di ROSELINA SALEMI pressreader https://pressreader.com/article/281526523799416 PDF file ( 2 pages / 1.4 MB ) TuStyle 09032021_downmagaz.com-40-41_compressed.pdf Perfetto sarai tu! UN GRUPPO DI CELEB E UNA GUIDA FRESCA DI STAMPA PER ACCENDERE LE LUCI SU UN CAMBIO DI ROTTA CHE CI PIACE PARECCHIO: I CANONI SONO IN CRISI, EVVIVA LA “DIVERSITÀ” Daisy Ridley, 28 anni, eroina dell’ultima serie di Star Wars con Adam Driver era una bambina timidissima e ansiosa. Aveva problemi di salute (endometriosi) e in più l’acne: «Mi consideravo “diversamente teenager” perché odiavo il trucco e saltavo le feste. Mi salvavano i libri e il cinema». Lionel Messi, 33, detto “la pulce”, calciatore argentino entrato nel mito, sei volte pallone d’oro, ha il baricentro basso (alto appena 1 metro e 30 centimetri, soltanto con le cure è “salito” a 1 e 69), ed è stata la sua fortuna. Mika, musicista libanese di grande fascino, compositore e popstar, è dislessico: «Non riesco neppure a leggere l’ora sull’orologio e per scrivere uso la tastiera del computer (con la penna è impossibile)». Bullizzato, chiamato “stupido” dai compagni di scuola, oggi parla sette lingue. Susanna Tamaro ha la sindrome di Asperger, una forma di autismo “ad alto funzionamento”, ma proprio dal suo complicato e sofferto mondo emotivo è nato il bestseller Và dove ti porta il cuore. Il 51enne Peter Dinklage è un nano, ma oltre a uscire vivo dai massacri del Trono di Spade, dove era lo scaltro Tyrion della casa Lannister, ha vinto quattro Emmy, gli Oscar della televisione. Considerato da tutti un bravissimo attore, sposato, due figli, combatte “per i diritti delle persone piccole”. La guida Nessuno è imperfetto, la rivincita dei diversi di Vladimiro Polchi (De Agostini). Bebe Vio, 23 anni, hanno amputato braccia e gambe per colpa della meningite, ma come campionessa paraolimpica di scherma è un’assoluta celebrità e un simbolo (la Mattel le ha anche dedicato una bambola). Non vuole che le dicano «poverina». La sua battuta preferita? «La vita è una figata». Jonathan Bazzi, 33, scrittore cresciuto nella periferia milanese di Rozzano, arrivato nella selezione dello Strega con il libro Febbre, e molto premiato, è in pace con la sua identità: omosessuale, sieropositivo. «Sono stato un adolescente e poi un ragazzo impaurito, suggestionato, paralizzato. Ho contratto il virus dell’HIV. Non so quando, non è importante. Non sono la mia omosessualità, la mia sieropositività, la mia balbuzie, ma sono quel centro di osservazione che vede queste cose da una certa distanza». Ed eccoci arrivati al punto: adesso i “diversi” (prima li definivano così) si prendono la rivincita. IDENTITÀ BATTE DIKTAT Le nuove teorie psicologiche e sociologiche (finalmente) chiariscono che “nessuno è imperfetto”. E questo è anche il titolo del libro di Vladimiro Polchi (edito da De Agostini) che fa il verso a una famosa battuta del film cult con Marilyn Monroe A qualcuno piace caldo, e raccoglie trenta storie del passato e del presente, dalla leggendaria Agatha Christie alla modella e attivista canadese con la vitiligine Winnie Harlow. Cambia il punto di vista: non ci sono più standard, canoni, diktat, ci sono soltanto identità. L’ha dichiarato in modo estremamente semplice ed efficace Vanessa Incontrada: «Lo voglio urlare. La perfezione non esiste! Magari l’avessero detto prima a me! Bisognerebbe inserirlo tra i primi insegnamenti che ci danno: lavati le mani prima di mangiare, non dire parolacce e la perfezione non esiste». Insomma, passiamo dal rischio della diversità al valore dell’unicità. Come teorizzava lo psicologo Henri Tajfel: «La pecora nera è quella interessante». LA TRAPPOLA DEL “GIUSTO” Qualche segnale, in effetti, c’era già stato. Prima il blog delle mamme imperfette, poi il movimento body positive per sdoganare i corpi fuori standard (e Kim Kardashian ha dato una mano). Di seguito, la diversity in passerella e la libertà di non doversi più dare una definizione precisa (necessariamente riduttiva) che diverse celeb hanno aiutato a normalizzare. E alla fine, le storie, i tanti percorsi individuali fatti di rinascite e svolte brusche. Maurizia Triggiani della Disordinary Family (pagina Facebook con poco meno di 80mila follower), nel libro Io, disordinaria (De Agostini) racconta come sia arrivata a sentirsi se stessa quando è uscita dal tunnel delle scelte obbligate: la laurea nella facoltà “giusta”, il matrimonio con l’uomo “giusto”, un figlio al momento “giusto”, la carriera “giusta”. Ha scoperto che non esiste un modo giusto di essere, ma soltanto la possibilità di accettare chi siamo veramente. AVANTI A TESTA ALTA Patrizia Arcadi, che si presenta spiritosamente come “la coach imperfetta” ha un mantra: accogli chi sei. «L’imperfezione fa parte di noi, e in teoria siamo tutti d’accordo» spiega, «eppure ci ritroviamo spesso a considerare difetti ed errori come debolezze da nascondere, a sentirci vulnerabili nel timore di un giudizio, di un rifiuto. Concederci l’imperfezione è il primo passo per capire che meritiamo di essere felici, anche nell’imperfezione. Anzi, proprio per questo». Dinklage, Ridley, Mika, Tamaro e gli altri l’hanno capito. E Jonathan Bazzi riesce a sintetizzare tutto questo in una frase che colpisce: «Non mi sento sfortunato: l’HIV è una mia caratteristica, nulla di più». You will be perfect! A CELEB GROUP AND A FRESH PRINTED GUIDE TO TURNING THE LIGHTS ON A SHIFT OF ROUTE THAT WE LIKE A LOT: RENTALS ARE IN CRISIS, LONG LIVE THE "DIVERSITY" Daisy Ridley, 28, the heroine of the latest Star Wars series with Adam Driver was a very shy and anxious child. She had health problems (endometriosis) and acne in addition: "I considered myself" differently a teenager "because I hated makeup and I skipped parties. Books and cinema saved me ». Lionel Messi, 33, known as "the flea", Argentine footballer who has become a legend, six times golden ball, has a low center of gravity (just 1 meter and 30 centimeters high, only with treatment has "risen" to 1 and 69) , and it was his luck. Mika, a very charming Lebanese musician, composer and pop star, is dyslexic: "I can't even read the time on the clock and I use the computer keyboard to write (with a pen it's impossible)". Bullied, called "stupid" by schoolmates, today he speaks seven languages. Susanna Tamaro has Asperger's syndrome, a "highly functioning" form of autism, but the bestseller Go Where Your Heart Takes You was born from her complicated and painful emotional world. 51-year-old Peter Dinklage is a dwarf, but in addition to making his way out of the Game of Thrones massacres, where Lannister's wily Tyrion was, he has won four Emmys, the Oscars of television. Considered by all to be a very good actor, married with two children, he fights "for the rights of little people". The guide Nobody is imperfect, the revenge of the different by Vladimiro Polchi (De Agostini). Bebe Vio, 23, had her arms and legs amputated due to meningitis, but as a Paralympic fencing champion she is an absolute celebrity and a symbol (Mattel has even dedicated a doll to her). She doesn't want her to say "poor thing". Her favorite line of hers? "Life is cool." Jonathan Bazzi, 33, writer who grew up in the Milanese suburbs of Rozzano, arrived in the selection of the Strega with the book Febbre, and much awarded, is at peace with his identity: homosexual, HIV-positive. “I was a teenager and then a frightened, influenced, paralyzed boy. I contracted the HIV virus. I don't know when, it's not important. They are not my homosexuality, my HIV-positive, my stuttering, but they are that observation center that sees these things from a certain distance ». And here we are: now the “different ones” (they used to define them like this) are taking their revenge. IDENTITY BEATS DIKTAT The new psychological and sociological theories (finally) make it clear that "no one is imperfect". And this is also the title of the book by Vladimiro Polchi (published by De Agostini) which mimics a famous line from the cult film with Marilyn Monroe Some like it hot, and it collects thirty stories from the past and present, from the legendary Agatha Christie to the Canadian model and activist with vitiligo Winnie Harlow. Change the point of view: there are no more standards, canons, diktats, there are only identities. Vanessa Incontrada declared it extremely simply and effectively: "I want to scream it. Perfection does not exist! If only they had told me before! It should be included among the first teachings they give us: wash your hands before eating, do not swear and perfection does not exist ». In short, we move from the risk of diversity to the value of uniqueness. As the psychologist Henri Tajfel theorized: "The black sheep is the interesting one." THE TRAP OF THE "RIGHT" Some signs, in fact, had already been there. First the blog of imperfect mothers, then the body positive movement to clear non-standard bodies (and Kim Kardashian lent a hand). Below, the diversity on the catwalk and the freedom of no longer having to give oneself a precise (necessarily reductive) definition that various celebs have helped to normalize. And in the end, the stories, the many individual paths made of rebirths and abrupt turns. Maurizia Triggiani of the Disordinary Family (Facebook page with just under 80 thousand followers), in the book Io, disordinaria (De Agostini) tells how she came to feel herself when she came out of the tunnel of forced choices: the degree in the "right" faculty, marriage with the "right" man, a child at the "right" time, the "right" career. You have discovered that there is no right way to be, only the possibility of accepting who we really are. FORWARD WITH A HIGH HEAD Patrizia Arcadi, who witty introduces herself as “the imperfect coach” has a mantra: welcome who you are. "Imperfection is part of us, and in theory we all agree" she explains, "yet we often find ourselves considering defects and errors as weaknesses to be hidden, feeling vulnerable in fear of a judgment, of a rejection. Granting ourselves imperfection is the first step to understand that we deserve to be happy, even in imperfection. Indeed, precisely for this ». Dinklage, Ridley, Mika, Tamaro and the others understood this. And Jonathan Bazzi manages to summarize all this in a striking sentence: "I don't feel unlucky: HIV is my characteristic, nothing more". page 40, 41 Edited March 14, 2021 by Kumazzz adding a pdf file 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kumazzz Posted March 13, 2021 Share Posted March 13, 2021 Sorry ! I've posted to the wrong topic ( 2020 ). On 3/12/2021 at 5:18 AM, Kumazzz said: Donna Moderna 11 Mar 2021 Di Massimo Longoni PRESSREADER https://pressreader.com/article/281698322491093 PDF file ( page 117 / 226 KB ) Donna Moderna N.13_11 Marzo 2021_p..117.pdf PLAYLIST CHE SI FA MIKA A VERSAILLES ? Nella celebre reggia il cantante ha interpretato le sue hit accompagnato da un’orchestra sinfonica. Un concerto tra pop e classica che diventa ora un album Ti sei fatta l’idea che Mika sia una sorta di lord prestato alla musica pop? Goditi il suo nuovo album, che non farà che confermare questa impressione. Mika a l’Opera Royal de Versailles, disponibile su tutte le piattaforme musicali digitali, è la registrazione di un concerto speciale che l’artista anglo-libanese ha tenuto lo scorso dicembre. In un luogo magico e ricco di storia come l’Opéra Royal, il settecentesco teatro della reggia di Versailles, ha presentato i suoi successi più importanti con arrangiamenti a metà tra il classico e il pop. Grazie all’accompagnamento dell’orchestra sinfonica diretta da Stefan Plewniak e all’apporto di illustri musicisti di musica classica, le sue hit - da Grace Kelly a Ice cream,a Relax, take it easy - si sono messe l’abito da sera per una versione intima e ricca di fascino. PLAYLIST WHAT DOES MIKA DO IN VERSAILLES? In the famous palace, the singer performed his hits accompanied by a symphony orchestra. A concert between pop and classical that now becomes an album Did you get the idea that Mika is a kind of lord on loan to pop music? Enjoy her new album, which will only confirm this impression. Mika at the Opera Royal de Versailles, available on all digital music platforms, is the recording of a special concert that the Anglo-Lebanese artist held last December. In a magical place rich in history such as the Opéra Royal, the eighteenth-century theater of the palace of Versailles, you presented your most important hits with arrangements halfway between classic and pop. Thanks to the accompaniment of the symphony orchestra conducted by Stefan Plewniak and the contribution of illustrious classical musicians, his hits - from Grace Kelly to Ice cream, to Relax, take it easy - have put on the evening dress for an intimate and charming version. Donna Moderna 11 Mar 2021 Di Massimo Longoni PRESSREADER https://pressreader.com/article/281698322491093 PDF file ( page 117 / 226 KB ) Donna Moderna N.13_11 Marzo 2021_p..117.pdf PLAYLIST CHE SI FA MIKA A VERSAILLES ? Nella celebre reggia il cantante ha interpretato le sue hit accompagnato da un’orchestra sinfonica. Un concerto tra pop e classica che diventa ora un album Ti sei fatta l’idea che Mika sia una sorta di lord prestato alla musica pop? Goditi il suo nuovo album, che non farà che confermare questa impressione. Mika a l’Opera Royal de Versailles, disponibile su tutte le piattaforme musicali digitali, è la registrazione di un concerto speciale che l’artista anglo-libanese ha tenuto lo scorso dicembre. In un luogo magico e ricco di storia come l’Opéra Royal, il settecentesco teatro della reggia di Versailles, ha presentato i suoi successi più importanti con arrangiamenti a metà tra il classico e il pop. Grazie all’accompagnamento dell’orchestra sinfonica diretta da Stefan Plewniak e all’apporto di illustri musicisti di musica classica, le sue hit - da Grace Kelly a Ice cream,a Relax, take it easy - si sono messe l’abito da sera per una versione intima e ricca di fascino. PLAYLIST WHAT DOES MIKA DO IN VERSAILLES? In the famous palace, the singer performed his hits accompanied by a symphony orchestra. A concert between pop and classical that now becomes an album Did you get the idea that Mika is a kind of lord on loan to pop music? Enjoy her new album, which will only confirm this impression. Mika at the Opera Royal de Versailles, available on all digital music platforms, is the recording of a special concert that the Anglo-Lebanese artist held last December. In a magical place rich in history such as the Opéra Royal, the eighteenth-century theater of the palace of Versailles, you presented your most important hits with arrangements halfway between classic and pop. Thanks to the accompaniment of the symphony orchestra conducted by Stefan Plewniak and the contribution of illustrious classical musicians, his hits - from Grace Kelly to Ice cream, to Relax, take it easy - have put on the evening dress for an intimate and charming version. 4 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted March 14, 2021 Share Posted March 14, 2021 @Kumazzz thank you.. yes total agree Mika is beautiful i like so much his music.. especially Without her.. Mika is a best person in the world... 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ally Kate Posted April 24, 2021 Share Posted April 24, 2021 Not sure if this goes to the Italian Press topic, or Mika Returns to X Factor Italia in 2020. There is an interview with Vergo, in which he mentions Mika: RATTLER 22 APR 2021 Intervista: Vergo https://www.rattlermag.com/home/a3te2yzb48qusmabg08ihdb6q7daho Articolo/intervista contribuito da Giulia Lansarotti di Futura1993. Photo Credit: Raffaele Grosso Vergo, Il brucaliffo della musica italiana, è pronto a sedurci con il nuovo singolo “Altrove” Dopo aver sganciato la sua Bomba da oltre 2 milioni di ascolti sul famoso palco di X Factor, Vergo, uno dei protagonisti indiscussi della quattordicesima edizione del talent, è tornato sulle scene con un nuovo singolo: Altrove. Classe ’89, nato in provincia di Palermo ma milanese d’adozione, Vergo è il brucaliffo di cui il panorama musicale italiano aveva bisogno da tempo. Quando sale sul palco, incanta lo spettatore con la sua gestualità e la sua voce, combinate abilmente con il suo flauto magico segreto: l’autotune. Propone delle sonorità oniriche e sensuali capaci di rendere il reggaeton apprezzabile anche alle persone più restie e lontane da questo genere, primo fra tutti Manuel Agnelli. Insomma, Vergo è un artista con la A maiuscola, dall’indole camaleontica, sempre pronto a sorprendere e con tanti progetti per la testa. Ecco cosa ci ha raccontato per l’uscita del suo nuovo singolo. Partendo dall’artwork di Altrove, l’esperienza di X Factor è stata per te come una magica benda sugli occhi? Una benda che ti ha permesso di vivere realmente i tuoi sogni artistici più segreti, fornendoti la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per essere un artista? X Factor ha avuto un po’ quell’effetto su di me. Sembrava di vivere qualcosa di surreale nel suo essere dedicato esclusivamente agli artisti, considerando poi la routine che vivevo prima. Ad oggi sento ancora di avere la benda sugli occhi e non so se voglio toglierla. Quanto è stato importante avere Mika come giudice? Per me è stato fondamentale. Ha quella capacità di ripescare i tuoi lati più nascosti, quelli che nel tempo rinchiudi e non affronti. Grazie a lui ho compreso l’importanza della celebrazione e della condivisione nella musica. Come è stato tornare a lavorare alla tua musica dopo l’esperienza a X Factor? Sincero? È molto tosta. Sapevo che la fase post X Factor sarebbe stata dura ma allo stesso tempo mi sento molto gasato ed entusiasta, perché il gioco vale la candela. Altrove è un brano che ti avvolge, tra ritmi latini e suoni tropical. E’ una canzone che conferma la tua identità sonora ma che allo stesso tempo rivela un nuovo lato di te. Vi è un qualcosa di dolce e romantico, oltre alla tentazione. Per questo lo hai scelto come nuovo singolo? Trovo che Altrove abbia il potere di descrivere quel momento genuino in cui provi un sentimento inaspettato verso qualcuno. La timidezza accostata al desiderio, la dolcezza alla sensualità. Spesso nelle tue canzoni ci sono delle parole in spagnolo. Ti piacerebbe realizzare un brano interamente in lingua spagnola oppure fare una collaborazione con un cantante latino? Se sì, con chi vorresti duettare? Più che mai sento un legame col mondo latino che si è espresso da quando ho voluto inserire la mia essenza sicula nei testi. Secondo me c’è una forte connessione che voglio approfondire, accostandole il più possibile. Adorerei poi duettare con Nathy Peluso, Urias o la Rosalia. Quando sarà possibile tornare a esibirsi dal vivo, cosa ci dobbiamo aspettare da Vergo? Che tipo di show hai in mente di proporre ai tuoi fan? Vedrete un Vergo che sul palco inizialmente sarà preso dalla timidezza ma che via via farà emergere il proprio sé naturale. Vi porterò altrove. La tua musica si sta rivelando un importante punto di riferimento nel panorama musicale italiano. Sia per le sonorità fresh e internazionali che propone, sia per i messaggi che trasmette, primi tra tutti: l’accettazione di sé stessi e la fluidità di genere. Questo come ti fa sentire? È una cosa a cui tengo tantissimo. Mi fa sentire bene sapere di poter trasmettere delle vibrazioni positive tramite quello che scrivo perché è frutto di un percorso pieno di sorrisi, lotte e sacrifici. Quali sono i tuoi progetti futuri? Sciogliere le catene (cit. Bomba n.d.r) E per finire, qual è la prima cosa che vorresti fare quando il Coronavirus sarà solo un brutto ricordo? Prendere un aereo per Palermo e passare del tempo con la famiglia e con la mia terra. Google Translate of the part about Mika: How important was it to have Mika as a judge? For me it was fundamental. He has that ability to fish out your most hidden sides, those that you lock up over time and do not face. Thanks to him, I understood the importance of celebration and sharing in music. 4 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted April 24, 2021 Share Posted April 24, 2021 woow vergo Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anna Ko Kolkowska Posted April 27, 2021 Share Posted April 27, 2021 Mika in STYLE MAGAZINE ITALIA N.5 https://style.corriere.it/news/style-maggio-marco-bocci-coraggio/ IL J’ACCUSE DI MIKA SUL LIBANO Il coraggio è anche quello della pop star internazionale Mika che in esclusiva per Style scrive e lancia un appello per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla situazione del suo Paese di nascita: «Libano, che cosa fai dei tuoi figli?». Un grido accorato che Mika trasforma in un vero e proprio atto di accusa contro i politici di una delle nazioni più martoriate del Medio Oriente, a nove mesi dallo scoppio nel porto di Beirut che ha distrutto buona parte della capitale facendo oltre 200 vittime e migliaia di feriti. «Il mio Paese sta morendo e i suoi figli si ritrovano in ostaggio, paralizzati dalla sfortuna, storditi dai disastri: lo scoppio al porto, il Coronavirus e la crisi economica» scrive l’autore di molti successi musicali internazionali che il 19 settembre 2020 al dramma del suo Paese ha già dedicato I love Beirut, un evento in streaming che ha raccolto oltre un milione di dollari per la Croce Rossa Libanese. Il testo di Mika, che così vuole dare un segnale di speranza al Libano e ai suoi abitanti, accompagna un servizio fotografico che Gianmarco Maraviglia ha realizzato a Beirut tra gennaio e febbraio 2021 sei mesi dopo lo scoppio del 4 agosto 2020. Google translation: THE "I BLAME" OF MIKA ON LEBANON The courage is also that of the international pop star Mika who, exclusively for Style, writes and launches an appeal to keep international public opinion high on the situation in his country of birth: "Lebanon, what are you doing with your children?" . A heartfelt cry that Mika transforms into a veritable indictment against the politicians of one of the most battered nations in the Middle East, nine months after the explosion in the port of Beirut which destroyed a large part of the capital, killing over 200 victims and thousands of wounded. "My country is dying and its children find themselves hostage, paralyzed by bad luck, stunned by disasters: the explosion at the port, the Coronavirus and the economic crisis" writes the author of many international musical hits that on 19 September 2020 to the drama from his country has already dedicated I love Beirut, a streaming event that raised over a million dollars for the Lebanese Red Cross. The text by Mika, who thus wants to give a signal of hope to Lebanon and its inhabitants, accompanies a photo shoot that Gianmarco Maraviglia made in Beirut between January and February 2021 six months after the outbreak of August 4, 2020. 6 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted April 27, 2021 Share Posted April 27, 2021 Good Mika Link to comment Share on other sites More sharing options...
lormare73 Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 These are two pics of the article written by Mika for the magazine Style. There isn't any Mika's photo in the magazine. I'm sorry but I'm not able to translate the article in English, but maybe someone more skilled than me can do it. 6 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
dcdeb Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 OK, here we go: Libano, che cosa ne fai dei tuoi figli? Una donna di spalle su una terrazza affacciata sul porto di Beirut. A test bassa, distoglie lo sguardo dalle rovine che vede all'orizzonte. Dopo nove mesi dalla micidiale esplosione che ha seminato caos e desolatione nella mia citta natale, questa foto di Gian marco Maraviglia si comporta come un'allegoria del Libano. Questa donna distoglie lo sguardo per non vergognarsi. Come tanti altri, come a volte anchi'ioi sono tentato di fare. Provo vergogna per questo stato che porta all rovinea un paradiso, vergogna per isuoi capi. Provo vergogna in nome di queste donne, di questi bambini, di questi vecchi, di questi profughi traditi e abbandonati. All'indomani del 4 agosto 2020, il premier dimissionario (hassan Diab, ndr) ha detto forte e chiaro: "I responsabili saranno tenuti a rendere conto".Lebanon, what do you do with your children? A woman from behind on a terrace overlooking Beirut harbor. Head down, she looks away from the ruins she sees on the horizon. Nine months after the deadly explosion that sowed chaos and desolation in my hometown, this photo by Gianmarco Maraviglia acts like an allegory of Lebanon. This woman looks away so as not to be ashamed. Like so many others, as I am sometimes tempted to do. I am ashamed of this state that leads to the ruin of a paradise, ashamed of its leaders. I feel ashamed in the name of these women, of these children, of these old men, of these betrayed and abandoned refugees. The day after August 4, 2020, the outgoing premier (Hassan Diab, ed) said loud and clear: "Those responsible will be held accountable". Invece, nove mesi dopo e lui che continua a gestire ancora gli affari quotidiani mentre il giudice istruttore incaricato delle indagini e stato rimosso. Questa parodia della giustizia e come una seconda espolosione, una seconda morte per le vittinme e le loro famiglie. Il mio Paese sta morendo e is suoi figli si ritrovano tenuti in ostaggio, paralizzati dalla sfortuna, storditi dai disastri: il porto, il coronavirus e las crisi economica. Piu di 200 morti e migliaia di feriti dop l'apocalisse, piu di mse mila morti a causa del Covid-19 nell'ultimo anno, un suicidio ogni due giorni e mezzo, una media che e aumentata a causa della disfatta economica. Dietro questi numeri ci sono donne, uomini con la loro storia, la loro forza e la loro debolezza.Instead, nine months later he is still managing daily affairs while the judge in charge of the investigation has been removed. This parody of justice is like a second explosion, a second death for the victims and their families. My country is dying and its children find themselves held hostage, paralyzed by bad luck, stunned by disasters: the port, the coronavirus and the economic crisis. More than 200 dead and thousands of injured after the "apocalypse", more than a thousand deaths due to Covid-19 in the last year, a suicide every two and a half days, an average that has increased due to the defeat of the economy. Behind these numbers are women, men with their history, their strengths and their weaknesses. Questi sono i miei fratelli che lottano solo per avere un posto dove viver, mangiare, essere accuditi. La carestia incombe. Anche l'iconica focaccia al timo ha visto il suo prezzo moltiplicato per cinque mentre le etichette dei prezzi nei pochi negozi rimastic aperti cambiano piu volte al giorno. Un impiegato statale che qualche mese fa guadagnava 1.450 euro oggi ne porta a casa solo 145 in piue. Di fronte a questa realta, le manifestzioni popolari dell'autunno 2019 appaiono distanti: quanto sono lontae... Certo alcuni manfestanti coraggiosi continuano in certi giorni a bloccare le strade che portano a Beirut o a marciare innalzando cartelli protesta. Non hanno pie nienta da perdere. Gli e stato portato via tutto, anche le loro lacrime, le loro risate, la loro dignita. Io sono lontano da loro e li ammiro. Ma un popolo in ginocchio non si rialza. E invece, per prima cosa deve levarsi in piedi, vede la luce all fine della sua oscura vita quotidiana per evitare che accada il peggio.These are my brothers and sisters who are struggling only to have a place to live, eat, be looked after. Famine looms. Even the iconic thyme focaccia has seen its price multiplied by five as the price labels in the few remaining shops open change several times a day. A civil servant who a few months ago earned 1,450 euros today brings home only 145 more. Faced with this reality, the popular demonstrations of autumn 2019 appear distant: how far away they are ... Certainly some brave demonstrators continue on certain days to block the roads leading to Beirut or to march with protest signs. They have nothing to lose. Everything has been taken away from them, even their tears, their laughter, their dignity. I am far from them and I admire them. But a people on their knees do not get up. Instead, they first have to stand up, see the light at the end of his dark daily life to prevent the worst from happening. Il mio paese sta morendo e la comunità internazionale chiude un occhio. Emmanuel Macron nella sua visita a Beirut ha citato il poet Arthur Rimbaud: "Non abbiamo il diritto di restar seduti", un proposito difficile da difendere in un Paese che non e suo contro l'inerzia di una classe dirigente corrotta troppo impegnata a contare le sue mazzette di biglietti verdi. Anche quando rimarranno solo le ceneri nel Paese dei cedri, loro saranno li ancora a battersi solor per aumentare il loro bottino. Quando ero bambino mia madre continuava a dirmi che nonostante tutti gli sconvolgimenti avvenuti nella sua storia, per affrontare le ripetute agonie il Libano ha sempre fatto tutto quello che occorreva fare per apparirie frivolo. Oggi ho paura che la mia terra e le mie radici siano andta via con lei. Lo ammeto, a volte dubito di questa profezia. Perche penso: e se dietro la paura e la rabbia, il coraggio e la resilienza non fossero piu una cura miracolosa? E se "Beirut la magnifica" non riuscisse a vincere i suoi nemici che la divorano? Non riesco a rassegnarmi. Con questo testo vorrei trasformarmi in un modesto megafono per tutti color che non parlano pie, per tutti coloro che non riusciamo piu ad ascoltare. Invito gli abitanti del Libano, i politici del Paese e tutti color che lo amano, ilibanesi che abitano nella diaspora, la comunita internazionale e le organizzazioni umanitarie ad agire al loro posto. Non lasciamo che un Paese muoia. Non lasciamo che i predatori vincano. E urgente cambiare il sistema politico, scriver e firmare un nuovo contratto sociale. Assumiamocene la responsabilita noi che siamo i figli del Libano. I suoi figli cresciuti.My country is dying and the international community turns a blind eye. Emmanuel Macron in his visit to Beirut quoted the poet Arthur Rimbaud: "We do not have the right to remain seated", a difficult proposition to defend in a country that is not his against the inertia of a corrupt ruling class too busy counting his wads of green bills. Even when only the ashes remain in the land of cedars, they will still be there fighting only to increase their loot. When I was a child my mother kept telling me that despite all the upheavals in its history, Lebanon has always done everything it takes to appear light-hearted to face the repeated agonies. Today I am afraid that my land and my roots have gone away with her. I admit it, sometimes I doubt this prophecy. Because I think: what if behind fear and anger, courage and resilience were no longer a miracle cure? What if "Beirut the Magnificent" fails to overcome her enemies who devour her? I can not resign myself. With this text I would like to transform myself into a modest megaphone for all those who do not speak piously, for all those who can no longer listen. I invite the inhabitants of Lebanon, the country's politicians and all those who love it, the Lebanese who live in the diaspora, the international community and humanitarian organizations to act in their place. Let's not let a country die. Let's not let the predators win. It is urgent to change the political system, to write and sign a new social contract. Let us, who are the children of Lebanon, take responsibility for it. Its grown children. 6 9 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anna Ko Kolkowska Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 57 minutes ago, dcdeb said: OK, here we go: Libano, che cosa ne fai dei tuoi figli? Una donna di spalle su una terrazza affacciata sul porto di Beirut. A test bassa, distoglie lo sguardo dalle rovine che vede all'orizzonte. Dopo nove mesi dalla micidiale esplosione che ha seminato caos e desolatione nella mia citta natale, questa foto di Gian marco Maraviglia si comporta come un'allegoria del Libano. Questa donna distoglie lo sguardo per non vergognarsi. Come tanti altri, come a volte anchi'ioi sono tentato di fare. Provo vergogna per questo stato che porta all rovinea un paradiso, vergogna per isuoi capi. Provo vergogna in nome di queste donne, di questi bambini, di questi vecchi, di questi profughi traditi e abbandonati. All'indomani del 4 agosto 2020, il premier dimissionario (hassan Diab, ndr) ha detto forte e chiaro: "I responsabili saranno tenuti a rendere conto".Lebanon, what do you do with your children? A woman from behind on a terrace overlooking Beirut harbor. Head down, she looks away from the ruins she sees on the horizon. Nine months after the deadly explosion that sowed chaos and desolation in my hometown, this photo by Gianmarco Maraviglia acts like an allegory of Lebanon. This woman looks away so as not to be ashamed. Like so many others, as I am sometimes tempted to do. I am ashamed of this state that leads to the ruin of a paradise, ashamed of its leaders. I feel ashamed in the name of these women, of these children, of these old men, of these betrayed and abandoned refugees. The day after August 4, 2020, the outgoing premier (Hassan Diab, ed) said loud and clear: "Those responsible will be held accountable". Invece, nove mesi dopo e lui che continua a gestire ancora gli affari quotidiani mentre il giudice istruttore incaricato delle indagini e stato rimosso. Questa parodia della giustizia e come una seconda espolosione, una seconda morte per le vittinme e le loro famiglie. Il mio Paese sta morendo e is suoi figli si ritrovano tenuti in ostaggio, paralizzati dalla sfortuna, storditi dai disastri: il porto, il coronavirus e las crisi economica. Piu di 200 morti e migliaia di feriti dop l'apocalisse, piu di mse mila morti a causa del Covid-19 nell'ultimo anno, un suicidio ogni due giorni e mezzo, una media che e aumentata a causa della disfatta economica. Dietro questi numeri ci sono donne, uomini con la loro storia, la loro forza e la loro debolezza.Instead, nine months later he is still managing daily affairs while the judge in charge of the investigation has been removed. This parody of justice is like a second explosion, a second death for the victims and their families. My country is dying and its children find themselves held hostage, paralyzed by bad luck, stunned by disasters: the port, the coronavirus and the economic crisis. More than 200 dead and thousands of injured after the "apocalypse", more than a thousand deaths due to Covid-19 in the last year, a suicide every two and a half days, an average that has increased due to the defeat of the economy. Behind these numbers are women, men with their history, their strengths and their weaknesses. Questi sono i miei fratelli che lottano solo per avere un posto dove viver, mangiare, essere accuditi. La carestia incombe. Anche l'iconica focaccia al timo ha visto il suo prezzo moltiplicato per cinque mentre le etichette dei prezzi nei pochi negozi rimastic aperti cambiano piu volte al giorno. Un impiegato statale che qualche mese fa guadagnava 1.450 euro oggi ne porta a casa solo 145 in piue. Di fronte a questa realta, le manifestzioni popolari dell'autunno 2019 appaiono distanti: quanto sono lontae... Certo alcuni manfestanti coraggiosi continuano in certi giorni a bloccare le strade che portano a Beirut o a marciare innalzando cartelli protesta. Non hanno pie nienta da perdere. Gli e stato portato via tutto, anche le loro lacrime, le loro risate, la loro dignita. Io sono lontano da loro e li ammiro. Ma un popolo in ginocchio non si rialza. E invece, per prima cosa deve levarsi in piedi, vede la luce all fine della sua oscura vita quotidiana per evitare che accada il peggio.These are my brothers and sisters who are struggling only to have a place to live, eat, be looked after. Famine looms. Even the iconic thyme focaccia has seen its price multiplied by five as the price labels in the few remaining shops open change several times a day. A civil servant who a few months ago earned 1,450 euros today brings home only 145 more. Faced with this reality, the popular demonstrations of autumn 2019 appear distant: how far away they are ... Certainly some brave demonstrators continue on certain days to block the roads leading to Beirut or to march with protest signs. They have nothing to lose. Everything has been taken away from them, even their tears, their laughter, their dignity. I am far from them and I admire them. But a people on their knees do not get up. Instead, they first have to stand up, see the light at the end of his dark daily life to prevent the worst from happening. Il mio paese sta morendo e la comunità internazionale chiude un occhio. Emmanuel Macron nella sua visita a Beirut ha citato il poet Arthur Rimbaud: "Non abbiamo il diritto di restar seduti", un proposito difficile da difendere in un Paese che non e suo contro l'inerzia di una classe dirigente corrotta troppo impegnata a contare le sue mazzette di biglietti verdi. Anche quando rimarranno solo le ceneri nel Paese dei cedri, loro saranno li ancora a battersi solor per aumentare il loro bottino. Quando ero bambino mia madre continuava a dirmi che nonostante tutti gli sconvolgimenti avvenuti nella sua storia, per affrontare le ripetute agonie il Libano ha sempre fatto tutto quello che occorreva fare per apparirie frivolo. Oggi ho paura che la mia terra e le mie radici siano andta via con lei. Lo ammeto, a volte dubito di questa profezia. Perche penso: e se dietro la paura e la rabbia, il coraggio e la resilienza non fossero piu una cura miracolosa? E se "Beirut la magnifica" non riuscisse a vincere i suoi nemici che la divorano? Non riesco a rassegnarmi. Con questo testo vorrei trasformarmi in un modesto megafono per tutti color che non parlano pie, per tutti coloro che non riusciamo piu ad ascoltare. Invito gli abitanti del Libano, i politici del Paese e tutti color che lo amano, ilibanesi che abitano nella diaspora, la comunita internazionale e le organizzazioni umanitarie ad agire al loro posto. Non lasciamo che un Paese muoia. Non lasciamo che i predatori vincano. E urgente cambiare il sistema politico, scriver e firmare un nuovo contratto sociale. Assumiamocene la responsabilita noi che siamo i figli del Libano. I suoi figli cresciuti.My country is dying and the international community turns a blind eye. Emmanuel Macron in his visit to Beirut quoted the poet Arthur Rimbaud: "We do not have the right to remain seated", a difficult proposition to defend in a country that is not his against the inertia of a corrupt ruling class too busy counting his wads of green bills. Even when only the ashes remain in the land of cedars, they will still be there fighting only to increase their loot. When I was a child my mother kept telling me that despite all the upheavals in its history, Lebanon has always done everything it takes to appear light-hearted to face the repeated agonies. Today I am afraid that my land and my roots have gone away with her. I admit it, sometimes I doubt this prophecy. Because I think: what if behind fear and anger, courage and resilience were no longer a miracle cure? What if "Beirut the Magnificent" fails to overcome her enemies who devour her? I can not resign myself. With this text I would like to transform myself into a modest megaphone for all those who do not speak piously, for all those who can no longer listen. I invite the inhabitants of Lebanon, the country's politicians and all those who love it, the Lebanese who live in the diaspora, the international community and humanitarian organizations to act in their place. Let's not let a country die. Let's not let the predators win. It is urgent to change the political system, to write and sign a new social contract. Let us, who are the children of Lebanon, take responsibility for it. Its grown children. I read this bitter text and I almost hear Mika's voice. Very calm, controlled voice. But Mika uses it when he speaks very seriously. When he wants that we hear and understand each and every word.... And these words go straight to our hearts.... I feel helpless, I feel like watching someone dying and I can't do anything. He sais: "When I was a child my mother kept telling me that despite all the upheavals in its history, Lebanon has always done everything it takes to appear light-hearted to face the repeated agonies. Today I am afraid that my land and my roots have gone away with her. I admit it, sometimes I doubt this prophecy". And it scares me. But there is a little light in my heart that it's not over. I always thought that a country must overcome its problems by people. No wars, no invasions from outside. But now I wonder, what can be done yet? Lebanon is not the only country struggling with corruption, greed, inner fights. What can we do yet? 7 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 @Anna Ko Kolkowska Mika is a wonderful person!!! 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Fenny Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 3 hours ago, dcdeb said: OK, here we go: Libano, che cosa ne fai dei tuoi figli? Una donna di spalle su una terrazza affacciata sul porto di Beirut. A test bassa, distoglie lo sguardo dalle rovine che vede all'orizzonte. Dopo nove mesi dalla micidiale esplosione che ha seminato caos e desolatione nella mia citta natale, questa foto di Gian marco Maraviglia si comporta come un'allegoria del Libano. Questa donna distoglie lo sguardo per non vergognarsi. Come tanti altri, come a volte anchi'ioi sono tentato di fare. Provo vergogna per questo stato che porta all rovinea un paradiso, vergogna per isuoi capi. Provo vergogna in nome di queste donne, di questi bambini, di questi vecchi, di questi profughi traditi e abbandonati. All'indomani del 4 agosto 2020, il premier dimissionario (hassan Diab, ndr) ha detto forte e chiaro: "I responsabili saranno tenuti a rendere conto".Lebanon, what do you do with your children? A woman from behind on a terrace overlooking Beirut harbor. Head down, she looks away from the ruins she sees on the horizon. Nine months after the deadly explosion that sowed chaos and desolation in my hometown, this photo by Gianmarco Maraviglia acts like an allegory of Lebanon. This woman looks away so as not to be ashamed. Like so many others, as I am sometimes tempted to do. I am ashamed of this state that leads to the ruin of a paradise, ashamed of its leaders. I feel ashamed in the name of these women, of these children, of these old men, of these betrayed and abandoned refugees. The day after August 4, 2020, the outgoing premier (Hassan Diab, ed) said loud and clear: "Those responsible will be held accountable". Invece, nove mesi dopo e lui che continua a gestire ancora gli affari quotidiani mentre il giudice istruttore incaricato delle indagini e stato rimosso. Questa parodia della giustizia e come una seconda espolosione, una seconda morte per le vittinme e le loro famiglie. Il mio Paese sta morendo e is suoi figli si ritrovano tenuti in ostaggio, paralizzati dalla sfortuna, storditi dai disastri: il porto, il coronavirus e las crisi economica. Piu di 200 morti e migliaia di feriti dop l'apocalisse, piu di mse mila morti a causa del Covid-19 nell'ultimo anno, un suicidio ogni due giorni e mezzo, una media che e aumentata a causa della disfatta economica. Dietro questi numeri ci sono donne, uomini con la loro storia, la loro forza e la loro debolezza.Instead, nine months later he is still managing daily affairs while the judge in charge of the investigation has been removed. This parody of justice is like a second explosion, a second death for the victims and their families. My country is dying and its children find themselves held hostage, paralyzed by bad luck, stunned by disasters: the port, the coronavirus and the economic crisis. More than 200 dead and thousands of injured after the "apocalypse", more than a thousand deaths due to Covid-19 in the last year, a suicide every two and a half days, an average that has increased due to the defeat of the economy. Behind these numbers are women, men with their history, their strengths and their weaknesses. Questi sono i miei fratelli che lottano solo per avere un posto dove viver, mangiare, essere accuditi. La carestia incombe. Anche l'iconica focaccia al timo ha visto il suo prezzo moltiplicato per cinque mentre le etichette dei prezzi nei pochi negozi rimastic aperti cambiano piu volte al giorno. Un impiegato statale che qualche mese fa guadagnava 1.450 euro oggi ne porta a casa solo 145 in piue. Di fronte a questa realta, le manifestzioni popolari dell'autunno 2019 appaiono distanti: quanto sono lontae... Certo alcuni manfestanti coraggiosi continuano in certi giorni a bloccare le strade che portano a Beirut o a marciare innalzando cartelli protesta. Non hanno pie nienta da perdere. Gli e stato portato via tutto, anche le loro lacrime, le loro risate, la loro dignita. Io sono lontano da loro e li ammiro. Ma un popolo in ginocchio non si rialza. E invece, per prima cosa deve levarsi in piedi, vede la luce all fine della sua oscura vita quotidiana per evitare che accada il peggio.These are my brothers and sisters who are struggling only to have a place to live, eat, be looked after. Famine looms. Even the iconic thyme focaccia has seen its price multiplied by five as the price labels in the few remaining shops open change several times a day. A civil servant who a few months ago earned 1,450 euros today brings home only 145 more. Faced with this reality, the popular demonstrations of autumn 2019 appear distant: how far away they are ... Certainly some brave demonstrators continue on certain days to block the roads leading to Beirut or to march with protest signs. They have nothing to lose. Everything has been taken away from them, even their tears, their laughter, their dignity. I am far from them and I admire them. But a people on their knees do not get up. Instead, they first have to stand up, see the light at the end of his dark daily life to prevent the worst from happening. Il mio paese sta morendo e la comunità internazionale chiude un occhio. Emmanuel Macron nella sua visita a Beirut ha citato il poet Arthur Rimbaud: "Non abbiamo il diritto di restar seduti", un proposito difficile da difendere in un Paese che non e suo contro l'inerzia di una classe dirigente corrotta troppo impegnata a contare le sue mazzette di biglietti verdi. Anche quando rimarranno solo le ceneri nel Paese dei cedri, loro saranno li ancora a battersi solor per aumentare il loro bottino. Quando ero bambino mia madre continuava a dirmi che nonostante tutti gli sconvolgimenti avvenuti nella sua storia, per affrontare le ripetute agonie il Libano ha sempre fatto tutto quello che occorreva fare per apparirie frivolo. Oggi ho paura che la mia terra e le mie radici siano andta via con lei. Lo ammeto, a volte dubito di questa profezia. Perche penso: e se dietro la paura e la rabbia, il coraggio e la resilienza non fossero piu una cura miracolosa? E se "Beirut la magnifica" non riuscisse a vincere i suoi nemici che la divorano? Non riesco a rassegnarmi. Con questo testo vorrei trasformarmi in un modesto megafono per tutti color che non parlano pie, per tutti coloro che non riusciamo piu ad ascoltare. Invito gli abitanti del Libano, i politici del Paese e tutti color che lo amano, ilibanesi che abitano nella diaspora, la comunita internazionale e le organizzazioni umanitarie ad agire al loro posto. Non lasciamo che un Paese muoia. Non lasciamo che i predatori vincano. E urgente cambiare il sistema politico, scriver e firmare un nuovo contratto sociale. Assumiamocene la responsabilita noi che siamo i figli del Libano. I suoi figli cresciuti.My country is dying and the international community turns a blind eye. Emmanuel Macron in his visit to Beirut quoted the poet Arthur Rimbaud: "We do not have the right to remain seated", a difficult proposition to defend in a country that is not his against the inertia of a corrupt ruling class too busy counting his wads of green bills. Even when only the ashes remain in the land of cedars, they will still be there fighting only to increase their loot. When I was a child my mother kept telling me that despite all the upheavals in its history, Lebanon has always done everything it takes to appear light-hearted to face the repeated agonies. Today I am afraid that my land and my roots have gone away with her. I admit it, sometimes I doubt this prophecy. Because I think: what if behind fear and anger, courage and resilience were no longer a miracle cure? What if "Beirut the Magnificent" fails to overcome her enemies who devour her? I can not resign myself. With this text I would like to transform myself into a modest megaphone for all those who do not speak piously, for all those who can no longer listen. I invite the inhabitants of Lebanon, the country's politicians and all those who love it, the Lebanese who live in the diaspora, the international community and humanitarian organizations to act in their place. Let's not let a country die. Let's not let the predators win. It is urgent to change the political system, to write and sign a new social contract. Let us, who are the children of Lebanon, take responsibility for it. Its grown children. Poor Libanon, poor Mika. Why does the world see so little about the situation there? What can we do to help? 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Fenny Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 In the Netherlands I never see anything about Lebanon on television or in the newspapers.. Impressive article you have written Mika! Well done!! 🙏💙💙💙 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Starlight Posted April 28, 2021 Share Posted April 28, 2021 6 hours ago, Anna Ko Kolkowska said: I read this bitter text and I almost hear Mika's voice. Very calm, controlled voice. But Mika uses it when he speaks very seriously. When he wants that we hear and understand each and every word.... And these words go straight to our hearts.... I feel helpless, I feel like watching someone dying and I can't do anything. I feel the same... it's so sad... and I'm especially sad that he feels bad about the situation there... and the fact that the world doesn't seem to notice suffering of the people in Lebanon. 3 Link to comment Share on other sites More sharing options...
crazyaboutmika Posted April 29, 2021 Share Posted April 29, 2021 (edited) Mika words make me proud to be his fan once again . It is so depressing that the situation is not improving in Lebanon though And the title of the article "J'accuse" gave me chills because it is a reference to a letter that the famous French writer Emile Zola wrote in the press to the French president in 1898 to defend Dreyfus who was wrongly convicted and who was innocent. And Zola managed to change his fate thanks to his letter. It took many years but the letter really triggered so many reactions that lead to finally release Dreyfus although both army and some politicians didn't want the truth to be revealed and prefered to keep an innocent man in jail. Emile Zola and Dreyfus family found themselves under pressure until Captain Dreyfus was finally proven innocent. https://www.famoustrials.com/dreyfus/2613-j-accuse-by-emile-zola-texts-in-english-and-french https://en.m.wikipedia.org/wiki/Dreyfus_affair Edited April 29, 2021 by crazyaboutmika 5 1 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
crazyaboutmika Posted May 1, 2021 Share Posted May 1, 2021 (edited) Translation of Mika's words about Lebanon in French: Liban, que fais-tu avec tes enfants? Une femme de dos sur une terasse dominant le port de Beyrouth. Tête baissée, elle détourne son regard des ruines qu'elle voit à l'horizon. Neuf mois après l'explosion meurtrière qui a semé le chaos et la désolation dans ma viĺle natale, cette photo prise par Gianmarco Maraviglia est comme une allégorie du Liban. Cette femme detourne son regard pour ne pas avoir honte. Comme tant d'autres, comme je suis parfois tenté de le faire. J'éprouve de la honte envers cette nation qui conduit à la ruine d'un paradis, honte de ses dirigeants. J'éprouve de la honte au nom de ces femmes, de ces enfants, de ces hommes âgés, de ces réfugiés qui ont été trahis et abandonnés. Au lendemain du 4 août le président du conseil des ministres ( Hassan Diab [note de la rédaction] ) a dit haut et clair: "Les responsables devront rendre des comptes." Au lieu de ça, neuf mois après il est toujours en place tandis que le juge chargé de l'enquête a été dessaisi. Cette parodie de justice est comme une deuxième explosion, une seconde mort pour les victimes et leurs familles. Mon pays est en train de mourir et ses enfants se retrouvent pris en otages, paralysés par la malchance, accablés par les désastres: le port, le coronavirus et la crise économique. Plus de 200 morts et des milliers de blessés après " l'apocalypse", plus d'un millier de décès dus au Covid-19 au cours de l'année passée, un suicide tous les deux jours et demi, une moyenne qui a augmenté en raison de l'échec économique. Derrière ces chiffres il y a des femmes, des hommes avec leur histoire,leurs forces et leurs faiblesses. Ce sont mes frères et mes sœurs qui luttent simplement pour avoir un endroit où vivre, manger, être soignés. Même le prix de la focaccia au thym a vu son prix multiplié par cinq tandis que les prix sur les étiquettes dans les quelques commerces restants changent plusieurs fois par jour. Un fonctionnaire qui,il y a quelques mois gagnait 1,450 euros ramène aujourd'hui à la maison seulement 145 de plus . Face à cette réalité, les manifestations populaires de l'automne 2019 semblent bien lointaines: comme elles sont loin... Certainement que quelques manifestants courageux continuent certains jours de bloquer les routes qui mènent à Beyrouth ou à défiler avec des pancartes de protestations. Ils n'ont rien à perdre. On leur a tout pris, même leurs larmes, leur rire, leur dignité. Je suis loin d'eux et je les admire. Mais un peuple sur ses genoux ne se relève pas. Au ĺieu de ça ils doivent premièrement se mettre debout et voir la lumière au bout du tunnel de cette sombre vie quotidienne pour empêcher que le pire se produise. Mon pays est en train de mourir sous le regard indifférent de la communauté internationale. Emmanuel Macron durant sa visite à Beyrouth a cité le poète Arthur Rimbaud: "Nous n'avons pas le droit de rester assis", une idée difficile à défendre dans un pays qui n'est pas le sien contre l'inertie d'une toute une classe de dirigeants corrompus trop occupés à compter leurs liasses de billets verts. Même quand seules demeureront les cendres dans le pays des cèdres, ils continueront à rester là à se battre uniquement pour augmenter leur part de butin. Quand j'étais enfant ma mère me répétait que malgré tous les bouleversements dans son histoire, Le Liban a toujours tout fait ce qu'il fallait pour paraître garder le cœur léger face à ces agonies sans arrêt répétées. Aujourd'hui j'ai peur que mon pays et mes racines ne soient partis avec elle. Je l'avoue, quelquefois je doute de cette prophétie. Parce que je pense: que se passerait-il si au-delà de la peur et de la colère, le courage et la résilience n'étaient plus le remède miracle? Que se passerait-il si "Beyrouth la magnifique" échouait à vaincre ennemis qui la dévorent? Je ne peux pas me résigner. Avec ce texte je voudrais me transformer en un humble mégaphone pour tous ceux qui ne peuvent pas parler, pour tous ceux qui ne peuvent pas se faire entendre. J'invite les habitants du Liban, les hommes politiques du pays et tous ceux qui l'aiment, les libanais de la diaspora, la communauté internationale et les organisations humanitaires à agir à leur place. Ne laissons pas un pays mourir. Ne laissons pas les prédateurs gagner. Il est urgent de changer le système politique, d'écrire et de signer un nouveau contrat social. Assumons cette responsabilité, nous qui sommes les enfants du Liban, ses enfants qui sont devenus adultes. Edited May 1, 2021 by crazyaboutmika 2 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
NaoMika Posted May 13, 2021 Share Posted May 13, 2021 (edited) MIKA went to see Maria cassi show at Politeama Theater. Al Politeama il cantautore e showman libanese Mika 2021/05/13 La Nazione https://www.lanazione.it/siena/cronaca/al-politeama-il-cantautore-e-showman-libanese-mika-1.6356290 Incursione poggibonsese per Mika (nella foto), pseudonimo di Michael Holbrook Penniman Jr., il noto cantautore e showman libanese naturalizzato britannico. È stato avvistato per le vie del centro storico del capoluogo valdelsano e poi tra gli spettatori dello spettacolo che ha inaugurato la riapertura in presenza del Teatro Politeama. Ovvero, ‘Mammamia!’. Di e con l’attrice fiorentina Maria Cassi. Una maestra esperta nel mestiere del far ridere, che nella serata valdelsana ha rimesso in scena i personaggi dei suoi spettacoli più esilaranti, in un racconto del tutto nuovo. Tra Mika e Maria Cassi sembra che intercorrano rapporti di amicizia ed ecco quindi spiegata la presenza dell’artista inglese in uno degli spalti del Teatro Politeama. Chi lo ha individuato racconta di averlo squadrato bene e che indossava una salopette nera, un cappello bianco e mascherina anti Covid nera. Con grande attenzione si è goduto per intero tutta la performance di Maria Cassi e poi si è guadagnato l’uscita del teatro facendo disperdere le sue tracce. Ricordiamo che Mika ha incominciato la sua ascesa al successo nel 2007 grazie al singolo «Grace Kelly», che ha scalato le classifiche di numerosi paesi. Contemporaneamente ha ottenuto un ottimo successo anche il suo disco di esordio, «Life in Cartoon Motion». google translation At the Politeama the Lebanese singer-songwriter and showman Mika Poggibonsese incursion for Mika (in the photo), pseudonym of Michael Holbrook Penniman Jr., the well-known Lebanese singer-songwriter and showman naturalized British. He was spotted in the streets of the historic center of the Valdelsan capital and then among the spectators of the show that inaugurated the reopening in the presence of the Politeama Theater. That is, 'Mammamia!'. By and with the Florentine actress Maria Cassi. An expert teacher in the craft of making people laugh, who in the Valdelsana evening re-enacted the characters of her most hilarious shows, in a completely new story. Between Mika and Maria Cassi it seems that there are friendships and this explains the presence of the English artist in one of the stands of the Politeama Theater. Those who spotted him say they squared him off well and that he wore black dungarees, a white hat and black anti Covid mask. With great attention, he fully enjoyed the entire performance of Maria Cassi and then earned his exit from the theater by dispersing her traces. Recall that Mika began his rise to success in 2007 thanks to the single "Grace Kelly", which has climbed the charts of many countries. At the same time, his debut album, "Life in Cartoon Motion", also achieved great success. Edited May 13, 2021 by NaoMika Added URL 4 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted May 13, 2021 Share Posted May 13, 2021 @NaoMika Arigatōgozaimas**ta 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted May 13, 2021 Share Posted May 13, 2021 (edited) Grande Mika ha fatto disperdere le tracce... bellissimo look salopette nera.. Edited May 13, 2021 by Paoletta Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kumazzz Posted May 22, 2021 Share Posted May 22, 2021 Corriere del Veneto ( Venezia e Mestre ) 22 Maggio 2021 PRESSREADER https://pressreader.com/article/281672552846221 Riecco visitatori, ministri e star Effetto Biennale: subito 40 mila arrivi L’incaricato Usa: gli americani sono pronti a tornare a Venezia. Mika alla Peggy Guggenheim La preview I padiglioni dei Giardini e dell’Arsenale affollati così come in città tornano a far capolino i turisti ( foto Vision) VENEZIA Scarpiccio, trolley, corse per prendere il vaporetto, click di macchina fotografica. Poi, un momento di pausa dalla frenesia, ritrovandosi insieme dopo mesi e facendo fatica a riconoscersi dietro le mascherine: la 17ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale ha riportato in città le persone. Per davvero. Ieri la smart control room del Comune ha segnato 40mila presenze di cui 15mila stranieri e, dando un’occhiata alle statistiche della Biennale, solo nei tre giorni di preapertura si è arrivati a 7mila presenze, di cui 2500 dall’estero. E i biglietti venduti sono già 5 mila. Non avrebbe senso fare il confronto con gli anni passati, la mostra «How will we live together?» («Come vivremo insieme?») segna a prescindere il primo evento di portata internazionale a Venezia (e nel mondo). Ieri i parcheggi di piazzale Roma sono andati esauriti già il mattino e l’occupazione alberghiera, rispetto al 20-25 percento riscontrato da Ava (Associazione Veneziana Albergatori) a inizio settimana è salita al 30 per il weekend. I riflettori sono puntati sulla città, che ha accolto il ministro alla Cultura Dario Franceschini, approdato per l’inaugurazione del padiglione Italia all’Arsenale, e il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. E’ atteso anche il presidente della Camera Roberto Fico. Ma non solo politici italiani: sono stati avvistati anche star e influencer. Il cantante libanese naturalizzato britannico Mika non ha smesso di postare storie su Instagram: dal tour privato alla collezione Peggy Guggenheim alla tappa in Biennale ai Giardini, per poi saltare vicino a Punta della Dogana per l’inaugurazione del padiglione libanese. Per il pranzo di Vuitton nella loggia di palazzo Ducale, invece, non sono mancati l’imprenditrice Cristina Fogazzi (in arte « estetista cinica » , più di 800mila follower su Instragram) insieme a Paolo Stella, che in questi giorni alloggiano all’hotel Danieli e si stanno godendo la città. Venezia «scalpita» anche perché tornino i turisti americani e, d’altro canto, gli americani non vedono l’ora di tornare a Venezia. «Sono molto contento di essere qui – ha dichiarato Thomas Smitham, incaricato d’affari dell’Ambasciata Usa, durante l’inaugurazione ieri mattina del padiglione americano, accompagnato dal Console Generale Robert Needhail – Spero che questa Biennale possa offrirci un po’ di speranza per il futuro, per la ripresa economico-sociale». E ha rassicurato: «Gli americani arriveranno, Draghi ha dichiarato che l’Italia è aperta. Tra un po’ ci sarà anche il volo diretto fino a Venezia, un ulteriore segno che siamo pronti a tornare». Poco dopo, Smitham ha incontrato il sindaco Luigi Brugnaro che ha subito twittato: «Un’occasione per rinsaldare i secolari rapporti tra gli Stati Uniti e Venezia ed esplorare nuove modalità di collaborazione». In contemporanea, c’è stata l’inaugurazione del padiglione israeliano, poco lontano da quello americano, nell’arena dedicata all’aperto: dieci minuti, discorsi brevi e concisi inevitabile un accenno ai «giorni un po’ difficili» che si stanno vivendo. Polizia e Digos hanno vigilato l’arena all’aperto, schierando uomini anche vicino al padiglione. Ulteriore accorgimento, nel lasso di tempo in cui c’è stata l’inaugurazione, non si è potuti salire sul «labirinto» di legno realizzato di fronte al padiglione americano, che si affaccia proprio sull’arena. Tornando al sindaco, dopo l’inaugurazione pomeridiana del padiglione Italia, ha portato con sé i ministri Brunetta e Franceschini a quella del padiglione Venezia ai Giardini. «Settimana prossima parte il Salone Nautico, abbiamo quasi triplicato le barche – ha annunciato Brugnaro – Ci saranno le frecce tricolori e la presidente del Senato». Una città di nuovo sotto i riflettori perché diventi, come del resto auspica il ministro Franceschini, «la capitale del contemporaneo». Visitors, ministers and stars are back. Biennale Effect: immediately 40,000 arrivals The US appointee: the Americans are ready to return to Venice. Mika at the Peggy Guggenheim The preview The pavilions of the Giardini and the Arsenale are crowded as well as in the city tourists come back (photo Vision) VENICE Scarpiccio, trolley, races to take the vaporetto, camera clicks. Then, a moment of break from the frenzy, coming together after months and struggling to recognize each other behind the masks: the 17th International Architecture Exhibition of the Biennale brought people back to the city. For real. Yesterday, the smart control room of the Municipality registered 40 thousand visitors, of which 15 thousand were foreigners and, taking a look at the statistics of the Biennale, in the three days of pre-opening alone, 7 thousand visitors were reached, of which 2500 from abroad. And the tickets sold are already 5 thousand. It would not make sense to compare with past years, the exhibition "How will we live together?" ("How will we live together?") Marks the first international event in Venice (and in the world) regardless. Yesterday the parking lots in piazzale Roma were sold out already in the morning and hotel occupancy, compared to the 20-25 percent reported by Ava (Venetian Hoteliers Association) at the beginning of the week, rose to 30 for the weekend. The spotlight is on the city, which welcomed the Minister of Culture Dario Franceschini, who arrived for the inauguration of the Italy pavilion at the Arsenale, and the Minister of Public Administration Renato Brunetta. The President of the Chamber Roberto Fico is also expected. But not only Italian politicians: stars and influencers have also been spotted. The Lebanese naturalized British singer Mika has not stopped posting stories on Instagram: from the private tour to the Peggy Guggenheim collection to the stop at the Biennale at the Giardini, to then jump near Punta della Dogana for the inauguration of the Lebanese pavilion. For Vuitton's lunch in the loggia of the Doge's Palace, however, there was no lack of entrepreneur Cristina Fogazzi (aka "cynical beautician", more than 800 thousand followers on Instragram) together with Paolo Stella, who are currently staying at the Danieli hotel and they are enjoying the city. Venice "paws" also for American tourists to return and, on the other hand, Americans can't wait to return to Venice. "I am very happy to be here - said Thomas Smitham, charge d'affaires of the US Embassy, during the inauguration yesterday morning of the American pavilion, accompanied by Consul General Robert Needhail - I hope this Biennale can offer us some hope. for the future, for the economic and social recovery ". And he reassured: "The Americans will arrive, Draghi declared that Italy is open. In a while there will also be a direct flight to Venice, a further sign that we are ready to return ». Shortly after, Smitham met the mayor Luigi Brugnaro who immediately tweeted: "An opportunity to strengthen the centuries-old relations between the United States and Venice and explore new ways of collaboration". At the same time, there was the inauguration of the Israeli pavilion, not far from the American one, in the arena dedicated to the outdoors: ten minutes, short and concise speeches, an inevitable hint of the "somewhat difficult days" we are experiencing. . Police and Digos guarded the outdoor arena, deploying men even near the pavilion. Another expedient, in the period of time in which the inauguration took place, it was not possible to climb the wooden "labyrinth" built in front of the American pavilion, which overlooks the arena itself. Returning to the mayor, after the afternoon inauguration of the Italy pavilion, he brought with him the ministers Brunetta and Franceschini to that of the Venice pavilion in the Giardini. «Next week the Boat Show starts, we have almost tripled the boats - announced Brugnaro - There will be the tricolor arrows and the president of the Senate». A city once again under the spotlight so that it becomes, as Minister Franceschini hopes, "the capital of the contemporary". page 7 : 4 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kumazzz Posted May 26, 2021 Share Posted May 26, 2021 (edited) TV Sorrisi e CanzoniN.21– 25 Maggio 2021 PRESSREADER https://pressreader.com/article/285653987535057 PDF file TV_Sorrisi_e_Canzoni_N.21_25_05_2021.pdf Addio a Franco Battiato Grazie Maestro E abbi sempre cura di noi Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai [per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni [del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura [normalmente attirerai. Ti solleverò dai dolori e dai tuoi [sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te. Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che [portano all’essenza. I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d’agosto non calmerà [i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne [farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io [avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te. Povera patria, che hai perso uno spirito libero e un artista unico. «Il Maestro è andato via», recita un verso del brano sanremese “Musica leggerissima” dei siciliani Colapesce e Dimartino. Caro Francuzzo, i fan (e gli allievi) conterranei gli hanno voluto bene come fosse uno zio, un padre, un fratello maggiore. Amato Franco, come lo ribattezzò Giorgio Gaber perché di Francesco (suo nome all’anagrafe) c’era già Guccini. Adorato Battiato, lodato da tutti: colleghi, conduttori, semplici persone a cui ha fatto da colonna sonora dagli Anni 60 a oggi, per sempre. Il Maestro se ne è andato col pudore e il riserbo avuti in tutti i 76 anni della sua vita straordinaria. Ci ha lasciati alle cinque del mattino del 18 maggio nella sua villa di Milo, alle pendici dell’Etna, protetto dall’amore dei familiari che hanno scelto di celebrare il funerale in forma privata, alla presenza di pochi amici, tra cui Carmen Consoli, Alice, Juri Camisasca, Giovanni Caccamo. Era malato da tempo e il fratello Michele dice che non si è accorto del trapasso. Si era come “asciugato”, pian piano. Dopo l’ultimo concerto al Teatro Petruzzelli di Bari nel 2015, un paio di brutte cadute, il femore rotto, la fatica. Abbiamo pregato per lui per mesi con «il silenzio e la pazienza» di “La cura”, il capolavoro che ci ha regalato nel 1996 assieme all’album “L’imboscata”. Poi è arrivata l’ultima foto pubblica: Franco seduto sul divano sfoglia svogliato un quotidiano... («lucidi e geniali i giornalisti» di “Magic shop”, dall’album “L’era del cinghiale bianco”, 1979). Quello scatto ci era sembrato un rimando a una sua foto storica degli Anni 70, i tempi degli album sperimentali “Fetus”, “Pollution”, “Sulle corde di Aries”, anni di suoni rivoluzionari e del mitico sintetizzatore VCS3. In quello scatto era seduto su un sofà truccato di bianco in viso, con degli occhialoni che gli davano un’aria da marziano. La foto faceva parte di una campagna pubblicitaria ideata dal visionario produttore discografico e fotografo Gianni Sassi che rese Battiato “personaggio”. E lo slogan era: «Che c’è da guardare? Non avete mai visto un divano?». Sempre fuori dagli schemi, Battiato ci ha fatto sorridere sollevandoci dalla paure, dalle ipocondrie, dalle malinconie anche se non capivamo fino in fondo i suoi testi. Rideva lui stesso di sé e dell’imitazione del suo amico Fiorello a “Viva Radio 2”. Indimenticabile la gag sui “pistacchi berberi” che evocava tutto un mondo culturale e spirituale che Battiato ha esplorato senza pregiudizi: dai villaggi di frontiera della Tunisia (quelli dove passano “I treni di Tozeur”, brano arrivato quinto all’Eurovision Song Contest del 1984 e incluso nell’album “Mondi lontanissimi” del 1985) al sufismo, cioè la dimensione mistica dell’Islam (quella dei «Dervisches Tourners che girano sulle spine dorsali» di “Voglio vederti danzare”, nel disco “L’arca di Noè” del 1982). Non sappiamo se a Franco piacessero i pistacchi, di certo amava la pasta al po modoro e le granite che gli preparava la sua governante, Anna. Era grande perché era semplice, pure di gusti. Agli inizi della carriera a Milano, in ristrettezze economiche, mangiava pane e cachi. Ed era vegetariano, convinto che bandire carne e pesce giovasse al fisico, facendogli fare sogni più belli. In “Bandiera bianca”, pezzo del suo disco più pop “La voce del padrone” (1981), cantava: «A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie». Cantiamola ancora, senza lacrime, con «un po’ di leggerezza e di stupidità» (“L’animale”, 1985). Battiato avrebbe voluto così. Lui, anima gentile che credeva nella reincarnazione e perciò non calpestava le formiche, ci ha insegnato che non si deve piangere per la fine: è solo arrivato il tempo di abbandonare questo ciclo di vita, dove tutto è solo l’ombra della luce. CANTAUTORE, MUSICISTA, MA ANCHE REGISTA E PITTORE. RIPERCORRIAMO LE TAPPE PIÙ IMPORTANTI DI UNA CARRIERA STRAORDINARIA Battiato ci ha lasciato in eredità oltre 40 album, tra dischi in studio, live e raccolte. Qui proviamo a sintetizzare la sua vastissima carriera. 1945 Nasce a Jonia (CT), oggi comune ... “Per Elisa”, cantata da Alice. 1982-1986 Fa una ricerca spirituale e musicale nei dischi “L’arca di Noè”, “Orizzonti perduti”, “Mondi lontanissimi”. 1987 Debutta al Teatro Regio di Parma con “Genesi”. In seguito comporrà diverse altre opere liriche come “Gilgamesh” e “Il cavaliere dell’intelletto”. 1989 Canta davanti a Papa Giovanni Paolo II tre brani dal disco “Fisiognomica” (1988). 1990 Inizia a dipingere con lo pseudonimo di Süphan Barzani. I suoi quadri saranno esposti a Roma, Catania, Stoccolma, Miami, Firenze e Göteborg. 1992 Si esibisce a Baghdad con l’Orchestra sinfonica nazionale irachena. 1993 Incontra il filosofo Manlio Sgalambro che scrive i testi di “L’ombrello e la macchina da cucire” e con cui crea nel 2004 il programma tv “Bitte, keine Réclame”. 1996 Trionfa con “La cura”, Miglior canzone al Premio italiano della musica nel ‘97. 1999 È ospite d’onore a Sanremo con “Shock in my town” dell’album “Gommalacca”. 2004 Vince il Nastro d’argento come Miglior regista italiano esordiente per il film “Perdutoamor”. 2009 Canta “Inneres Auge” (“L’occhio interiore”), inno di protesta contro il decadimento e il degrado del genere umano. 2015 Pubblica “Le nostre anime”, antologia completa del suo lavoro. Che contiene una chicca: un duetto con Mika nel brano “Centro di gravità permanente”, in inglese. Edited May 27, 2021 by Kumazzz adding a pdf file 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paoletta Posted May 26, 2021 Share Posted May 26, 2021 so proud of Mika @Kumazzz 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
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