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2015 - Mediolanum Forum, Assago, Milan - 27 September - Reports/Pics/Vids


Kumazzz

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:italia:

 

Milan !!!

Let's post all of your experiences !!! :fangurl:

Setlist by ~TheLoveYouBreathe

 

 
  1. No place in heaven
  2. Big girl
  3. Good wife
  4. Grace Kelly
  5. Boum boum boum
  6. Talk about you
  7. Rain
  8. Relax
  9. L'amour fait ce qu'il veut
  10. Good guys
  11. Origin of love
  12. Promiseland
  13. Elle me dit
  14. Staring at the sun
  15. Underwater
  16. Stardust (with Chiara)
  17. Happy ending
  18. We are golden
  19. Love today
  20. Last party
  21. Lollipop (with Chiara)

 

 

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REPORTS

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    PICS

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 VIDEOS

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tiibet

 

 

 

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[REVIEW]

Corriere della Sera

28 Sep 2015

Il teatro pop di Mika Niente schermi, la sagoma del Titanic e ciminiere «Simboli del progresso che può portare all’inferno»

 

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MILANO Non ci sono schermi led. E nemmeno proiezioni. Mika smonta il concetto di concerto pop. La scenografia del tour arrivato ieri sera a Milano (domani a Roma e mercoledì a Firenze) è fatta da grandi sagome in stile teatrale. Tutto si può toccare. Non c’è nulla di virtuale. Sì, ci sono un paio di schermi, ma servono per far vedere a chi è più lontano, non sono parte dello show.

 

«Cercavo una soluzione più umana. Nella semplicità c’è un’energia più credibile. Se voglio vedere un film vado al cinema: gli schermi bloccano quell’onda collettiva fra cantante e pubblico. Mi sono ispirato al teatro e all’opera, a registi come Peter Sellars o al Gesamtkunstwerk, il teatro totale di Wagner», racconta Mika nei camerini. Niente megaschermi, ma in platea (10 mila persone, sold out) ci sono i telefonini a disturbare quell’onda. «Li dirigo, e mi sento come il Piccolo Principe con le stelle», racconta mentre coccola la sua cagnetta, «Melachi la strega».

 

Il concerto parte in versione minimal. Mika in giubbino di paillettes e pantaloni bianchi lancia «No Place in Heaven». Sul palco solo una scritta fatta con delle lampadine e una roulotte. Che al secondo pezzo («Big Girl») si apre e si trasforma in un teatrino dal cui tetto spuntano le canne di un organo (e più avanti delle figure fumettose). Mika si scatena. «Grace Kelly» è pop puro e divertimento. A metà show cade un telo-kabuki ed ecco la scenografia completa.

 

Ciminiere che fumano, il Titanic che affonda, un mappamondo glitterato. «Volevo rappresentare il progresso, i simboli del denaro, la banca, l’ambizione vittoriana del Titanic… È il paradiso che cerchiamo e che ci porterà all’inferno senza che ce ne accorgiamo. È una scenografia che non ha paura dei colori, sono gioiosi, saturi e naive, ricordano i quartieri a luci rosse».

 

Un progetto studiato assieme al fratello architetto, ai creativi dello Studio Job di Anversa e alla Società dell’Oca Giuliva di San Giovanni in Persiceto, una compagnia di teatro di strada e carri di Carnevale. «Una fan mi aveva regalato delle foto dei questi lavori. L’ho rintracciata grazie a Twitter», sussurra. La popstar risparmia la voce e per questo ha anche rinviato a fine ottobre l’incontro previsto oggi al Corriere con i lettori di ViviMilano.

 

Ieri al Forum c’era Mika la popstar. Ogni giovedì vediamo il personaggio Mika in tv, il giudice di «X Factor». «Sento il rischio che il personaggio oscuri l’artista. La tv è un trampolino formidabile, ma attenzione… la popolarità porta a sedersi sugli allori e questo è un cancro per un’artista».

 

Lui è sempre più made in Italy. Il primo passo è stato il

duetto con Chiara (ieri sul palco). Quindi un pezzo scritto per i Bluvertigo di Morgan e un brano con Fedez, quel «Beautiful Disaster » che sarà nella nuova versione di «No Place in Heaven» (esce il 13 novembre). Nell’album anche un cd di un concerto con orchestra sinfonica fatto a Montreal a febbraio e che in Europa avrà una sola replica, una serata speciale il 24 ottobre al Teatro Sociale di Como. Ma c’è un’altra sorpresa italiana: «Nell’album ci sarà anche un duetto con Franco Battiato. Cantiamo entrambi in inglese: meglio lui nella mia lingua che io in italiano».

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Edited by Kumazzz
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What an awesome show!

 

I showed up around 4pm (I'm getting too old for this queuing business  :naughty: ) and there weren't as many people there as I'd expected. There were tales of people arriving the day before (!!) but I expected a lot more to be there by the time I eventually arrived. I managed to get a spot on the right of the stage, fourth row in the end after some people ended sqeezing forward... But still, I never imagined I would have got such a good spot.

 

The audience was very lively, and it made such a difference being in such a big venue like the Forum, it made the atmosphere much better than the last few Italian gigs. During Underwater loads of people had their lights on their phone, which Mika loved, and it was impressive seeing all the seated areas all around the venue lit up - Mika said he'd never seen so many stars in Milan. The one thing I did notice was that not a lot of people were singing where I was (which I also noticed in Cattolica and at the Fabrique gig earlier in the year), a few years ago in Italy everybody used to sing all the time, and luckily where I was standing there were people of all ages, so not just over-excited kids, so it wasn't just a question of age... But anyway. The #lamorefaquelchevuole signs that people had printed out were a nice idea too, they got held up during Good Guys. He did the three French songs, which to be honest I thought was a bit much, even though I love L'amour fait ce qu'il veux and Elle me dit...

 

Chiara from X Factor joined him to do Stardust. I'm not a fan of hers, so I was a bit annoyed that she showed up. But they also did a bilingual Lollipop which I loved! Mika was translating the lyrics at the beginning of the song - he was saying how he doesn't need to have anyone's help to translate his lyrics into Italian now as he has an automatic translator  :lol: But he did get stuck a couple of times which only made it funnier. Then they broke into a duet, with Chiara singing Italian 'Troppe caramelle ti faranno male, l'amore ti deluderà', a very loose translation of the first couple of lines of the chorus. Having studied Italian myself it was a bit of a special moment for me.

 

I loved the set, especially the caravan  :lol:  What kind of twisted mind puts a pimped out caravan on stage? And the shiny glitterball globe, very pretty!

 

But the surprise of the night was the meet and greet afterwards! The first time in Italy for two years! I got dragged off by an over-enthusiastic German  :lol: all the way round the back of the building, where there were a couple of barriers and some people waiting. Eventually the rest of the MFC joined us too. And we waited, and waited,,, Then around 1.45 a tall figure with two dogs left the building and came towards us. He signed autographs and had a quick chat with the fans. He said how he thought his Italian wasn't that great, and I was trying to convince him otherwise  :lol:

 

I'd also like to thank my taxi driver  :naughty:  I'm sure I'll think of more details during the day, but my brain's hardly functioning today!

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[REVIEW]

ON STAGE

http://www.onstageweb.com/recensione-concerto/mika-milano-27-settembre-2015-recensione/

 

Mediolanum Forum, Assago (Milano), 27 settembre 2015.

In questa calda sera d’autunno milanese va in scena il primo dei tre concerti di Mika nei principali palazzetti italiani. Dopo Milano, tocca a Roma e Firenze. Una bella prova per l’artista made in Libano, cresciuto tra Francia e Inghilterra e che ormai da qualche anno è stato adottato dal pubblico italiano. Lo show apre la stagione dei concerti al Mediolanum Forum e l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: la curiosità di vedere all’opera uno dei protagonisti musicali (e televisivi) di questo autunno è palpabile.

 

Alle 21.15  Mika fa il suo ingresso in scena accompagnato dalla band. Il palco è sovrastato dalla gigantesca scritta luminosa “Heaven” che richiama la prima canzone in scaletta, No Place In Heaven appunto. Già dalle prime note il cantante mette in mostra tutta la sua potenza vocale, che a quanto pare non è fatta solo degli inarrivabili falsetti, suo marchio di fabbrica. Niente megaschermi o proiezioni fantascientifiche, sul palco spicca una roulotte che ricorda un po’ quella di Barbie e che improvvisamente si trasforma in una sorta di organo/carrozzone. La scenografia sembra quella di un coloratissimo spettacolo teatrale. La serata è iniziata da soli 5 minuti e Mika appare più in forma che mai: scintillante si scatena con addosso una camicia che sembra essere presa in prestito dall’armadio di Sir Elton John.

 

Una sorta di preghiera introduce Big Girl (You Are Beautiful). «Mi sento un po’ a casa stasera e a casa mia sapete che facciamo? Cantiamo!», gli basta questa frase per fare alzare in piedi l’intero palazzetto, comprese le file impettite della tribuna stampa. A seguire Grace Kelly, canzone con la quale nel 2007 tutto ha avuto inizio e che ha spopolato in mezzo mondo. Sfodera subito gli assi il buon Mika. Una via di mezzo tra un dandy moderno e un enfant terrible, Michael – suo nome all’anagrafe ndr – è un vero e proprio animale da palcoscenico. Non sbaglia un colpo (e una nota) schizzando e saltellando da un lato all’altro del palco. Nel frattempo la scenografia è sbocciata in un gigantesco pop-up, fatto di grafiche e disegni che sembrano essere un omaggio ai quadri dell’amico (e fonte d’ispirazione) Dario Fo.

 

Il calore e la partecipazione del pubblico sono impressionanti e Mika è un vero e proprio mago nel coinvolgere e gestire le migliaia di persone presenti questa sera. L’apice si raggiunge con Underwater, quando il Forum è illuminato a giorno dalle torce dei telefonini che danzano a tempo con la voce di Mika, che divertito esclama «non ci sono mai state così tante stelle a Milano!». Ospite della serata Chiara Galiazzo, con la quale duetta in Stardust Lollipop. Non si risparmiano ancheggiamenti sulle note di Boom Boom Boom, We Are Golden e El Me Dit, quest’ultima vero e proprio rimedio naturale contro la depressione.  In circa due ore di show Mika ci ha portato, accolto e guidato nel suo mondo, fatto di colori e scintillii ma anche di zone d’ombra, dove il vero paradiso lo si raggiunge solo accettando e ascoltando se stessi. Welcome to Mikaland.

 

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What an awesome show!

 

I showed up around 4pm (I'm getting too old for this queuing business  :naughty: ) and there weren't as many people there as I'd expected. There were tales of people arriving the day before (!!) but I expected a lot more to be there by the time I eventually arrived. I managed to get a spot on the right of the stage, fourth row in the end after some people ended sqeezing forward... But still, I never imagined I would have got such a good spot.

 

The audience was very lively, and it made such a difference being in such a big venue like the Forum, it made the atmosphere much better than the last few Italian gigs. During Underwater loads of people had their lights on their phone, which Mika loved, and it was impressive seeing all the seated areas all around the venue lit up - Mika said he'd never seen so many stars in Milan. The one thing I did notice was that not a lot of people were singing where I was (which I also noticed in Cattolica and at the Fabrique gig earlier in the year), a few years ago in Italy everybody used to sing all the time, and luckily where I was standing there were people of all ages, so not just over-excited kids, so it wasn't just a question of age... But anyway. The #lamorefaquelchevuole signs that people had printed out were a nice idea too, they got held up during Good Guys. He did the three French songs, which to be honest I thought was a bit much, even though I love L'amour fait ce qu'il veux and Elle me dit...

 

Chiara from X Factor joined him to do Stardust. I'm not a fan of hers, so I was a bit annoyed that she showed up. But they also did a bilingual Lollipop which I loved! Mika was translating the lyrics at the beginning of the song - he was saying how he doesn't need to have anyone's help to translate his lyrics into Italian now as he has an automatic translator  :lol: But he did get stuck a couple of times which only made it funnier. Then they broke into a duet, with Chiara singing Italian 'Troppe caramelle ti faranno male, l'amore ti deluderà', a very loose translation of the first couple of lines of the chorus. Having studied Italian myself it was a bit of a special moment for me.

 

I loved the set, especially the caravan  :lol:  What kind of twisted mind puts a pimped out caravan on stage? And the shiny glitterball globe, very pretty!

 

But the surprise of the night was the meet and greet afterwards! The first time in Italy for two years! I got dragged off by an over-enthusiastic German  :lol: all the way round the back of the building, where there were a couple of barriers and some people waiting. Eventually the rest of the MFC joined us too. And we waited, and waited,,, Then around 1.45 a tall figure with two dogs left the building and came towards us. He signed autographs and had a quick chat with the fans. He said how he thought his Italian wasn't that great, and I was trying to convince him otherwise  :lol:

 

I'd also like to thank my taxi driver  :naughty:  I'm sure I'll think of more details during the day, but my brain's hardly functioning today!

yess, I told him his Italian was 'da paura'  (terrific), but he seemed to be in a quite humble mood yesterday :naughty:

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I'm just dropping by for a minute from my life-long hiatus ( :blush-anim-cl: ) just to say last night it was a PHENOMENAL show, I'm still over the moon..

I've been missing this Mika for ages, and now he's back full throttle.. :wub:  :yes:

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Here are some reports of the concert and interviews:

 

Rockol Pop Rock News

http://www.rockol.it/news-646922/mika-milano-2015---recensione-completa-concerto-intervista

 

MIKA AL FORUM DI ASSAGO: REPORT DEL CONCERTO E INTERVISTA

 

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“Ho voluto fare uno show senza gimmicks, non ci sono neanche confetti. Nella semplicità c’è un’energia incredibile”, ci spiega Mika. Il suo italiano, dopo 3 anni in TV nel nostro paese, è ottimo, se non fosse per quelle due parole, i gimmicks e  i “confetti” (che in inglese sono i coriandoli). Il modo in cui si presenta alla stampa prima del concerto milanese, è la testimonianza di questa filosofia: cappello da baseball ipercolorato, maglietta bianca, e al suo fianco, quasi come un angelo custode, Melachi, stupendo retriever di 4 anni. Semplicità mista a stravaganza, e voglia di farsi accompagnare.
Quando più tardi sale sul palco del Forum di Milano, esaurito da tempo, la sua filosofia è ancora più chiara: uno spettacolo che scopre poco a poco la sua dimensione teatrale, ma senza mai prevaricare le canzoni, accompagnandole, facendo da sfondo. I “gimmicks” ci sono, ma non sono né tecnologici megaschermi (ce ne sono due piccoli che rimandano riprese del palco), né effetti speciali. Ci sono invece macchinari di scena pensati assieme al fratello architetto, una scenografia disegnata dello studio Job di Anversa, e una strana roulotte, realizzata con la collaborazione di Oca Giuliva - gruppo di artigiani di San Giovanni in Persiceto che realizza carri per teatro di strada: li ha conosciuti ad un firmacopie e poi recuperati su Twitter.

Quello al Forum di Assago di ieri, 27 settembre, è il quarto concerto italiano del cantante di origini libanesi in pochi mesi, dopo quello di presentazione dell’album a giugno al Fabrique, quelli estivi di luglio di Taormina e Cattolica. Il tour europeo è iniziato da poco, e in Italia arriveranno ancora le date di Roma il 29 e Firenze il 30, più l’evento di Como il 24 ottobre, che però sarà una serata con orchestra, senza questa scenografia. “E’  tutto semplice ma tutto complicato. E’ uno show che costa un sacco, ma non si vede. Uno show che non ha paura dei colori”, aveva spiegato nel pomeriggio. “Non volevo schermi; sono pericolosi, se vogliamo vederli possiamo andare ad un Imax, ad un concerto possono bloccare le sinergie. Io invece volevo riunificare l’onda emotiva con il pubblico”

Mika sale sul palco verso le 9 e un quarto, e canta “No place in heaven”, quasi nascosto da un cappellaccio e da una giacca abbottonata, di fronte a quella che appare essere una roulotte. E’ solo il prologo dello spettacolo: via il cappello, la giacca si apre;  si scopre che la roulotte, grazie ai gimmickmeccanici, può aprirsi e diventare un altro palco. Anche la musica si apre, con "Big girl". Come la scenografia, che si espande di oggetti semplici e colorati ad ogni canzoni, così anche l’energia cresce. 

Mika, per tutte le due ore di concerto, persegue la sua personale idea di pop, fatta di canzoni dalle melodie dirette ma mai banali, che vengono cantate in coro dalle 10.000 persone. E lo show rispecchia questa idea: la roulotte-palco cresce fino a diventare un organo che sale verso il soffitto. In alto pende ora una scritta luminosa “Heaven”, ora un mappamondo-mirrorball. Il telo nero che sta dietro alla band a metà show cade e rivela grandi disegni: torri, ciminiere, navi, uno squalo. E' il lato pericoloso del progresso, ma è tutto reso meno inquietante dai colori accesi e dal tratto quasi fumettistico.

 

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Mika, da par suo, corre da un lato all’altro del palco per creare quell’onda emotiva: alla terza canzone i capelli sono già sudatissimi, ma a parte questo non dà segno di fatica alcuna: tiene la scena con sicurezza e naturalezza. Il culmine dello show, e dell’onda emotiva, è il finale di “Underwater”, in cui guida il pubblico a giocare con i flash dei telefonini: “facciamo gli scemi tutti assieme!”, urla, neutralizzando la tecnologia, usandola a suo favore. E poco dopo, durante “Love today”, chiede a tutti di ballare  e saltare, “senza pensare alle conseguenze, perché a Milano mi sento a casa, e a casa non ci sono conseguenze”. E’ capace di passare dal leggere una poesia di Cesare Pavese, all’ospitare Chiara Galiazzo (sempre bella “Stardust” cantata a due voci), all’improvvisare rime nonsense in Italiano per il finale di “Lollipop”, sempre con Chiara.

“C’è sempre il rischio che il personaggio televisivo oscuri la dimensione artistica. E’ una paura che ti può bloccare, o ti può spingere ad essere ancora più ambizioso dal punto di vista artistico”, aveva spiegato Mika nel pomeriggio. “Le due dimensioni possono coesistere, devono coesistere, per questo ho fatto uno show in questo modo. Non so che succederà l’anno prossimo, ma non ho paura di prendere delle opportunità. E ho capito che non sono uno della vieux guard degli anni ’90, uno che si accontenta di fare un disco ogni due o tre anni. Sono multiforme, uno che fa diverse cose per entrare nelle case della gente”.
E’ tutto vero, ma se fai il cantante, i dischi e i concerti rimangono il tuo biglietto da visita, la tua identità. Sono la punta più grande e più importante di quell’iceberg che può essere multiforme, ma è sempre basato sulle canzoni. Mika questa sera ha dimostrato non solo che ha le canzoni, come già sapevamo. Ma soprattutto che le sa mettere in scena con leggerezza, in maniera spettacolare, con piglio da grande intrattenitore e divertendosi.

(Gianni Sibilla)

SETLIST
No Place in Heaven 
Big Girl (You Are Beautiful) 
Good Wife 
Grace Kelly 
Boum Boum Boum 
Talk About You 
Good Guys 
Origin Of Love 
Relax, Take It Easy 
L’amour fait ce qu’il veut 
Staring at the Sun (Tant que j'ai le soleil) 
Promiseland 
Underwater 
Elle Me Dit 
Happy Ending 
Stardust (con Chiara Galiazzo)
We Are Golden 
Love Today 

 

Encore
Last Party 
Lollipop  (con Chiara Galiazzo)

 

La Repubblica

 

( my note: * some usual cliché, but also something interesting, in my opinion)

 

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/09/28/news/mika-123833360/?ref=twhr&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

 

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Mika, debutta il tour italiano: "Questa sera parlo italiano perché mi sento a casa"

 

di Andrea Morandi

 

Il cantante, che ha trovato la sua America proprio da noi grazie a X Factor, parte con il tour italiano dal Forum di Assago, a Milano. Una scenografia a metà strada tra il circo e il musical e un pop coloratissimo: "Non voglio appiattirmi né accontentarmi"

 

Una roulotte piantata in pieno palco, una scenografia a metà strada tra un circo e Broadway e un folletto a officiare una sfavillante celebrazione pop: è iniziato dal Forum di Assago domenica il tour italiano di Mika, una folle e geniale messinscena costruita a partire dall'ultimo album, No Place in Heaven, con diecimila persone a saltare e ballare per oltre due ore. «Questa sera parlo solo italiano, perché mi sento a casa», ha esordito, davanti al boato della folla il cantante «e a casa mia sapete cosa facciamo? Balliamo». Da quel momento in poi è andato in scena il paese delle meraviglie di Mika, un mondo ipercolorato a metà strada tra Il mago di Oz e Willy Wonka, uno show che cerca di colpire gambe e cuore nel medesimo istante, senza però mai perdere di vista l'emozione, elemento necessario per un divo pop che fa della sincerità un punto di forza. Pubblico delle grandi occasioni, molto eterogeneo, si va dalle ragazzine urlanti con iPhone in mano - evidente eredità di X Factor - a adulti over 40, ma ci sono anche intere famiglie e coppie.

 

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Un paio d'ore prima del concerto, mentre la madre si aggirava dietro il palco a controllare i vestiti, Mika appare in camerino - cappello da baseball e il fedele cane Melachi al guinzaglio - entusiasta del nuovo show, reinventato dopo aver cestinato una vecchia idea. «Volevo una scenografia ispirata a una fabbrica dismessa», spiega «ma poi ho pensato che andavo a suonare nei palazzetti che, in fondo, già lo sono. Così da una parte ho rappresentato il progresso - con ciminiere, banche, fabbriche - dall'altra la fantasia e i colori, due mondi diversi con un'idea precisa: evitare gli schermi, che possono bloccare la sinergia che si crea tra artista e spettatori. I telefonini? Nessun problema, mi piace fare il direttore d'orchestra degli smartphone, mi trasformo in una sorta di Piccolo Principe degli schermi». E così - a livello scenografico - lo show è la fusione di due mondi distanti, da una parte il raffinato e ultracool Studio Job di Anversa, dall'altra i carri artigianali costruiti dall'associazione Oca Giuliva di San Giovanni Persiceto.

 

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Il risultato? Una girandola pop inarrestabile, mai ingessata o fasulla, anzi, la sensazione è che Mika - carisma assoluto nel guidare la folla - si divertirebbe anche se sotto il palco non ci fosse nessuno, bizzarra creatura fatta di cartone animato, fumetto Disney capace di non nascondere i propri lati oscuri, di unire colto e popolare, talent show e orchestre sinfoniche, Cole Porter e Grace Kelly, in grado di ammaliare il pubblico su Underwater (momento magico della serata) e mettere nella stessa frase due nomi che più distanti non potrebbero essere: il compagno di trasmissione Fedez e Peter Sellars. «Sellars, sì: adoro tutto quello che ha fatto. In realtà per la messinscena è proprio il teatro il mio modello di riferimento più che il pop, quindi le opere di Sellars, ma anche Einstein on the Beach di Robert Wilson».

 

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Un entertainer intellettuale quindi - quasi un ossimoro - che nel repackaging del disco in uscita il 13 novembre si è addirittura concesso il lusso di un duetto con il gran maestro Franco Battiato, suo fan. L'unica ombra? Arriva nel tripudio finale quando, davanti ai titoli di coda di uno show ambizioso quanto riuscito, emerge un dubbio: ma non è che il suo personaggio televisivo - l'allegro giudice televisivo - rischi di oscurare, e appiattire, un artista tanto complesso? «Lo so, ci ho pensato spesso ed è un rischio che so di correre», riflette Mika, «ed è anche per questo che ho voluto allestire uno show come questo. C'è sempre il pericolo di adagiarsi nella popolarità, di accontentarsi, e la televisione è una piattaforma incredibile. So bene però che sarebbe un errore letale per la mia arte fermarmi a quello. Rispetto al primo anno però ora so gestire meglio le due vite e, soprattutto, so che possono coesistere». Il concerto finisce dentro l'ovazione assordante dei diecimila su Love Today e Last Party, e adesso dopo le date spagnole e francesi tra Madrid e Marsiglia, Mika ha già in agenda la prossima sfida: «Il 24 ottobre, al teatro Sociale di Como: io sul palco accompagnato da un'orchestra di ottanta elementi». E la favola continua.

 

Sky Uno News

http://skyuno.sky.it/skyuno/news/2015/09/28/mika-intervista-concerto-assago-e-como.html

 

Mika il guerriero: "Io non ho paura"

28 settembre 2015
 
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Mika davanti alla roulotte creata dall'Oca Giuliva
 
Concerto al Forum di Assago per Mika, il giudice di X Factor 2015 (ogni giovedì alle ore 21.10 su Sky Uno): dice di essere pronto a ogni sfida e annuncia il repackaging di No place in Heaven, un duetto con Franco Battiato e un concerto speciale a Como che sarà ripreso da Sky.
 
di Fabrizio Basso
 
Mika non ha (più) paura. E lo dice in questa intervista che ho fatto nel ventre del Forum di Assago, poco prima del suo concerto milanese. Cui seguiranno quelli a Roma, il 29 settembre, e a Firenze, il 30. Che precedono quello del 24 ottobre a Como, che verrà registrato dalle telecamere di Sky e proposto su Sky Uno tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Intanto tutti i giovedì alle ore 21.10 è su Sky Uno come giudice di X Factor per la terza volta. Ma la vera sorpresa è un duetto con Franco Battiato.

Mika davvero duetta col maestro?
Non dovrei dirlo, non vogliono che lo dica ma...sì, stiamo lavorando a un brano insieme.

In che lingua?
Inglese.

Come se la cava Battiato?
Non si preoccupi, il suo inglese è meglio del mio italiano.

Parliamo dei tre concerti.
Sono old style.

Che intende?
Senza schermi, senza led, come una volta.

Ci racconti.
Avevo già una scenografia pronta poi ho deciso di ricominciare da poco. Tempo fa, a un concerto, una ragazza appiccicata alla transenna mi allungò una chiavetta usb che conteneva immagini di quello che faceva lei col suo gruppo di lavoro.

Quando si dice il caso...
E' proprio vero. Pensi che quella chiavetta andò smarrita e io lancia un tweet per ritrovare la persona: in un'ora avevo il contatto, li chiamammo e così è iniziata la collaborazione.

Chi sono?
Una parte delle scenografie è affidata a un società di design di Anversa che si chiama Job. Invece questi ragazzi ritrovati grazie ai social sono una compagnia che costruisce carri per spettacoli di strada. Si chiama L’Oca Giuliva e sono di San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna.

Cosa l'ha convinta?
Ho visto che nella semplicità c’è energia, non stiamo guardando un film, siamo a un concerto e tutto deve essere costruito con ingredienti umani.

Raccontata così sembra semplice...
A parole ma per lo show servono cinque camion e le assicuro che costa un sacco.

Il palco è un caleidoscopio di colori.
Voglio colori, intensi, saturati, quasi sinistri, un mix di gioia naif. In origine volevo costruire una fabbrica illuminata poi ho pensato ai luoghi dove avrei tenuto i concerti e già sono fabbriche di loro: perché avrei dovuto ricostruirli?

Certo che senza schermi è curioso.
Non siamo al cinema e qui gli schermi sono molto pericolosi: dobbiamo essere su un’onda collettiva che culla pubblico, cantante e musicisti, gli schermi secondo me sono frenanti e noi dobbiamo navigare nell’euforia. Allora sono più influenzato dal teatro, dal suo impatto emozionale. Penso a Wagner e al suo sogno che si chiamava Bayreuth, il sono di teatro totale: se non si può realizzare, facciamo quello che possiamo e impegnamoci affinché la musica faccia la differenza.

Pubblicherà il repackaging di No place in heaven.
E' un album trasparente e credibile. Sarà arricchito da quattro inediti tra cui Beatiful disaster in doppia versione, da solo e con Fedez, e da un secondo disco col concerto sinfonico che ho tenuto a Montreal lo scorso 12 febbraio.

E che replicherà il 24 ottobre al Teatro Sociale di Como per le telecamere di Sky.
Sarà una data unica. Alle mie spalle l'orchestra sinfonica Affinis Consort diretta dal maestro Simon Leclerc: 81 professionisti internazionali, 65 strumentisti e 16 coristi.

Insomma arte e televisione possono coesistere.

Certo. Io posso portare il mio show in tutto il mondo, non ho un mercato principale ma tante bolle. Devo cogliere le opportunità e, a questo punto della mia carriera, ho una testa abbastanza testarda per sopravvivere alle pressioni.

E' alla sua terza esperienza a X Factor.
Ne ho capito la potenza e non so che succederà l’anno prossimo, ma le assicuro che non temo di accettare progetti che prima respingevo.

Cosa vorrebbe fare?
Negli anni ‘80 c’erano in televisione programmi belli di musica, ora non se ne vedono più e mi piacerebbe proporre un documentario sulla world music nel mondo. 

 

Edited by charlie20
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It was my second Mika gig ever. Unfortunately I was in gold tribune, which is distant to the stage, but I could appreciate the entire scenic design and all his evolutions during the show, and I have only one word to describe it: wow! :wub:

Despite the distance I lived all the emotions and the magic that Mika creates in each concert, even I was the only one dancing and singing among the quiet people that surrounded me!

I was very happy to hear Good wife :wub:  and Promiseland live is a bomb! A very magic moment was during Underwater, with all the lights of the mobile phones turned on... Mika said: "I've never seen so much stars in Milan" :wub:

He appreciated our fanaction with the flowers :yes:

He sang 21 songs, the setlist was (not in exactly order):

 

No place in heaven

Big girl

Good wife

Grace Kelly

Boum boum boum

Talk about you

Rain

Relax

L'amour fait ce qu'il veut

Good guys

Origin of love

Promiseland

Elle me dit

Staring at the sun

Underwater

Stardust (with Chiara)

Happy ending

We are golden

Love today

Last party

Lollipop (with Chiara)

 

After the gig, we attended Mika for almost two hours and a half. At nearly 1.30 a.m. we saw Mika's mummy; then, close to 2.00 a.m., we saw Mika going out with Andy and Mel & Amira! We were about 20, 30 persons and everyone was very quiet :thumb_yello: Mika came towards us, speaking low to keep his voice. He was very sweet and kind as always!

Here he is with my gift in his hands :fangurl: :

 

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I'm so happy that he was staying with his fans after the concert...in Italy this is not so expected!

It was really a dreamy night, from the beginning to the end! :swoon:

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Here are some reports of the concert and interviews:

 

Rockol Pop Rock News

http://www.rockol.it/news-646922/mika-milano-2015---recensione-completa-concerto-intervista

 

MIKA AL FORUM DI ASSAGO: REPORT DEL CONCERTO E INTERVISTA

 

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“Ho voluto fare uno show senza gimmicks, non ci sono neanche confetti. Nella semplicità c’è un’energia incredibile”, ci spiega Mika. Il suo italiano, dopo 3 anni in TV nel nostro paese, è ottimo, se non fosse per quelle due parole, i gimmicks e  i “confetti” (che in inglese sono i coriandoli). Il modo in cui si presenta alla stampa prima del concerto milanese, è la testimonianza di questa filosofia: cappello da baseball ipercolorato, maglietta bianca, e al suo fianco, quasi come un angelo custode, Melachi, stupendo retriever di 4 anni. Semplicità mista a stravaganza, e voglia di farsi accompagnare.

Quando più tardi sale sul palco del Forum di Milano, esaurito da tempo, la sua filosofia è ancora più chiara: uno spettacolo che scopre poco a poco la sua dimensione teatrale, ma senza mai prevaricare le canzoni, accompagnandole, facendo da sfondo. I “gimmicks” ci sono, ma non sono né tecnologici megaschermi (ce ne sono due piccoli che rimandano riprese del palco), né effetti speciali. Ci sono invece macchinari di scena pensati assieme al fratello architetto, una scenografia disegnata dello studio Job di Anversa, e una strana roulotte, realizzata con la collaborazione di Oca Giuliva - gruppo di artigiani di San Giovanni in Persiceto che realizza carri per teatro di strada: li ha conosciuti ad un firmacopie e poi recuperati su Twitter.

Quello al Forum di Assago di ieri, 27 settembre, è il quarto concerto italiano del cantante di origini libanesi in pochi mesi, dopo quello di presentazione dell’album a giugno al Fabrique, quelli estivi di luglio di Taormina e Cattolica. Il tour europeo è iniziato da poco, e in Italia arriveranno ancora le date di Roma il 29 e Firenze il 30, più l’evento di Como il 24 ottobre, che però sarà una serata con orchestra, senza questa scenografia. “E’  tutto semplice ma tutto complicato. E’ uno show che costa un sacco, ma non si vede. Uno show che non ha paura dei colori”, aveva spiegato nel pomeriggio. “Non volevo schermi; sono pericolosi, se vogliamo vederli possiamo andare ad un Imax, ad un concerto possono bloccare le sinergie. Io invece volevo riunificare l’onda emotiva con il pubblico”

Mika sale sul palco verso le 9 e un quarto, e canta “No place in heaven”, quasi nascosto da un cappellaccio e da una giacca abbottonata, di fronte a quella che appare essere una roulotte. E’ solo il prologo dello spettacolo: via il cappello, la giacca si apre;  si scopre che la roulotte, grazie ai gimmickmeccanici, può aprirsi e diventare un altro palco. Anche la musica si apre, con "Big girl". Come la scenografia, che si espande di oggetti semplici e colorati ad ogni canzoni, così anche l’energia cresce. 

Mika, per tutte le due ore di concerto, persegue la sua personale idea di pop, fatta di canzoni dalle melodie dirette ma mai banali, che vengono cantate in coro dalle 10.000 persone. E lo show rispecchia questa idea: la roulotte-palco cresce fino a diventare un organo che sale verso il soffitto. In alto pende ora una scritta luminosa “Heaven”, ora un mappamondo-mirrorball. Il telo nero che sta dietro alla band a metà show cade e rivela grandi disegni: torri, ciminiere, navi, uno squalo. E' il lato pericoloso del progresso, ma è tutto reso meno inquietante dai colori accesi e dal tratto quasi fumettistico.

 

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Mika, da par suo, corre da un lato all’altro del palco per creare quell’onda emotiva: alla terza canzone i capelli sono già sudatissimi, ma a parte questo non dà segno di fatica alcuna: tiene la scena con sicurezza e naturalezza. Il culmine dello show, e dell’onda emotiva, è il finale di “Underwater”, in cui guida il pubblico a giocare con i flash dei telefonini: “facciamo gli scemi tutti assieme!”, urla, neutralizzando la tecnologia, usandola a suo favore. E poco dopo, durante “Love today”, chiede a tutti di ballare  e saltare, “senza pensare alle conseguenze, perché a Milano mi sento a casa, e a casa non ci sono conseguenze”. E’ capace di passare dal leggere una poesia di Cesare Pavese, all’ospitare Chiara Galiazzo (sempre bella “Stardust” cantata a due voci), all’improvvisare rime nonsense in Italiano per il finale di “Lollipop”, sempre con Chiara.

“C’è sempre il rischio che il personaggio televisivo oscuri la dimensione artistica. E’ una paura che ti può bloccare, o ti può spingere ad essere ancora più ambizioso dal punto di vista artistico”, aveva spiegato Mika nel pomeriggio. “Le due dimensioni possono coesistere, devono coesistere, per questo ho fatto uno show in questo modo. Non so che succederà l’anno prossimo, ma non ho paura di prendere delle opportunità. E ho capito che non sono uno della vieux guard degli anni ’90, uno che si accontenta di fare un disco ogni due o tre anni. Sono multiforme, uno che fa diverse cose per entrare nelle case della gente”.

E’ tutto vero, ma se fai il cantante, i dischi e i concerti rimangono il tuo biglietto da visita, la tua identità. Sono la punta più grande e più importante di quell’iceberg che può essere multiforme, ma è sempre basato sulle canzoni. Mika questa sera ha dimostrato non solo che ha le canzoni, come già sapevamo. Ma soprattutto che le sa mettere in scena con leggerezza, in maniera spettacolare, con piglio da grande intrattenitore e divertendosi.

(Gianni Sibilla)

SETLIST

No Place in Heaven 

Big Girl (You Are Beautiful) 

Good Wife 

Grace Kelly 

Boum Boum Boum 

Talk About You 

Good Guys 

Origin Of Love 

Relax, Take It Easy 

L’amour fait ce qu’il veut 

Staring at the Sun (Tant que j'ai le soleil) 

Promiseland 

Underwater 

Elle Me Dit 

Happy Ending 

Stardust (con Chiara Galiazzo)

We Are Golden 

Love Today 

 

Encore

Last Party 

Lollipop  (con Chiara Galiazzo)

 

La Repubblica

 

( my note: * some usual cliché, but also something interesting, in my opinion)

 

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/09/28/news/mika-123833360/?ref=twhr&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

 

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Mika, debutta il tour italiano: "Questa sera parlo italiano perché mi sento a casa"

 

di Andrea Morandi

 

Il cantante, che ha trovato la sua America proprio da noi grazie a X Factor, parte con il tour italiano dal Forum di Assago, a Milano. Una scenografia a metà strada tra il circo e il musical e un pop coloratissimo: "Non voglio appiattirmi né accontentarmi"

 

Una roulotte piantata in pieno palco, una scenografia a metà strada tra un circo e Broadway e un folletto a officiare una sfavillante celebrazione pop: è iniziato dal Forum di Assago domenica il tour italiano di Mika, una folle e geniale messinscena costruita a partire dall'ultimo album, No Place in Heaven, con diecimila persone a saltare e ballare per oltre due ore. «Questa sera parlo solo italiano, perché mi sento a casa», ha esordito, davanti al boato della folla il cantante «e a casa mia sapete cosa facciamo? Balliamo». Da quel momento in poi è andato in scena il paese delle meraviglie di Mika, un mondo ipercolorato a metà strada tra Il mago di Oz e Willy Wonka, uno show che cerca di colpire gambe e cuore nel medesimo istante, senza però mai perdere di vista l'emozione, elemento necessario per un divo pop che fa della sincerità un punto di forza. Pubblico delle grandi occasioni, molto eterogeneo, si va dalle ragazzine urlanti con iPhone in mano - evidente eredità di X Factor - a adulti over 40, ma ci sono anche intere famiglie e coppie.

 

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Un paio d'ore prima del concerto, mentre la madre si aggirava dietro il palco a controllare i vestiti, Mika appare in camerino - cappello da baseball e il fedele cane Melachi al guinzaglio - entusiasta del nuovo show, reinventato dopo aver cestinato una vecchia idea. «Volevo una scenografia ispirata a una fabbrica dismessa», spiega «ma poi ho pensato che andavo a suonare nei palazzetti che, in fondo, già lo sono. Così da una parte ho rappresentato il progresso - con ciminiere, banche, fabbriche - dall'altra la fantasia e i colori, due mondi diversi con un'idea precisa: evitare gli schermi, che possono bloccare la sinergia che si crea tra artista e spettatori. I telefonini? Nessun problema, mi piace fare il direttore d'orchestra degli smartphone, mi trasformo in una sorta di Piccolo Principe degli schermi». E così - a livello scenografico - lo show è la fusione di due mondi distanti, da una parte il raffinato e ultracool Studio Job di Anversa, dall'altra i carri artigianali costruiti dall'associazione Oca Giuliva di San Giovanni Persiceto.

 

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Il risultato? Una girandola pop inarrestabile, mai ingessata o fasulla, anzi, la sensazione è che Mika - carisma assoluto nel guidare la folla - si divertirebbe anche se sotto il palco non ci fosse nessuno, bizzarra creatura fatta di cartone animato, fumetto Disney capace di non nascondere i propri lati oscuri, di unire colto e popolare, talent show e orchestre sinfoniche, Cole Porter e Grace Kelly, in grado di ammaliare il pubblico su Underwater (momento magico della serata) e mettere nella stessa frase due nomi che più distanti non potrebbero essere: il compagno di trasmissione Fedez e Peter Sellars. «Sellars, sì: adoro tutto quello che ha fatto. In realtà per la messinscena è proprio il teatro il mio modello di riferimento più che il pop, quindi le opere di Sellars, ma anche Einstein on the Beach di Robert Wilson».

 

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Un entertainer intellettuale quindi - quasi un ossimoro - che nel repackaging del disco in uscita il 13 novembre si è addirittura concesso il lusso di un duetto con il gran maestro Franco Battiato, suo fan. L'unica ombra? Arriva nel tripudio finale quando, davanti ai titoli di coda di uno show ambizioso quanto riuscito, emerge un dubbio: ma non è che il suo personaggio televisivo - l'allegro giudice televisivo - rischi di oscurare, e appiattire, un artista tanto complesso? «Lo so, ci ho pensato spesso ed è un rischio che so di correre», riflette Mika, «ed è anche per questo che ho voluto allestire uno show come questo. C'è sempre il pericolo di adagiarsi nella popolarità, di accontentarsi, e la televisione è una piattaforma incredibile. So bene però che sarebbe un errore letale per la mia arte fermarmi a quello. Rispetto al primo anno però ora so gestire meglio le due vite e, soprattutto, so che possono coesistere». Il concerto finisce dentro l'ovazione assordante dei diecimila su Love Today e Last Party, e adesso dopo le date spagnole e francesi tra Madrid e Marsiglia, Mika ha già in agenda la prossima sfida: «Il 24 ottobre, al teatro Sociale di Como: io sul palco accompagnato da un'orchestra di ottanta elementi». E la favola continua.

 

Sky Uno News

http://skyuno.sky.it/skyuno/news/2015/09/28/mika-intervista-concerto-assago-e-como.html

 

Mika il guerriero: "Io non ho paura"

28 settembre 2015
 
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Mika davanti alla roulotte creata dall'Oca Giuliva
 
Concerto al Forum di Assago per Mika, il giudice di X Factor 2015 (ogni giovedì alle ore 21.10 su Sky Uno): dice di essere pronto a ogni sfida e annuncia il repackaging di No place in Heaven, un duetto con Franco Battiato e un concerto speciale a Como che sarà ripreso da Sky.
 
di Fabrizio Basso
 
Mika non ha (più) paura. E lo dice in questa intervista che ho fatto nel ventre del Forum di Assago, poco prima del suo concerto milanese. Cui seguiranno quelli a Roma, il 29 settembre, e a Firenze, il 30. Che precedono quello del 24 ottobre a Como, che verrà registrato dalle telecamere di Sky e proposto su Sky Uno tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Intanto tutti i giovedì alle ore 21.10 è su Sky Uno come giudice di X Factor per la terza volta. Ma la vera sorpresa è un duetto con Franco Battiato.

Mika davvero duetta col maestro?

Non dovrei dirlo, non vogliono che lo dica ma...sì, stiamo lavorando a un brano insieme.

In che lingua?

Inglese.

Come se la cava Battiato?

Non si preoccupi, il suo inglese è meglio del mio italiano.

Parliamo dei tre concerti.

Sono old style.

Che intende?

Senza schermi, senza led, come una volta.

Ci racconti.

Avevo già una scenografia pronta poi ho deciso di ricominciare da poco. Tempo fa, a un concerto, una ragazza appiccicata alla transenna mi allungò una chiavetta usb che conteneva immagini di quello che faceva lei col suo gruppo di lavoro.

Quando si dice il caso...

E' proprio vero. Pensi che quella chiavetta andò smarrita e io lancia un tweet per ritrovare la persona: in un'ora avevo il contatto, li chiamammo e così è iniziata la collaborazione.

Chi sono?

Una parte delle scenografie è affidata a un società di design di Anversa che si chiama Job. Invece questi ragazzi ritrovati grazie ai social sono una compagnia che costruisce carri per spettacoli di strada. Si chiama L’Oca Giuliva e sono di San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna.

Cosa l'ha convinta?

Ho visto che nella semplicità c’è energia, non stiamo guardando un film, siamo a un concerto e tutto deve essere costruito con ingredienti umani.

Raccontata così sembra semplice...

A parole ma per lo show servono cinque camion e le assicuro che costa un sacco.

Il palco è un caleidoscopio di colori.

Voglio colori, intensi, saturati, quasi sinistri, un mix di gioia naif. In origine volevo costruire una fabbrica illuminata poi ho pensato ai luoghi dove avrei tenuto i concerti e già sono fabbriche di loro: perché avrei dovuto ricostruirli?

Certo che senza schermi è curioso.

Non siamo al cinema e qui gli schermi sono molto pericolosi: dobbiamo essere su un’onda collettiva che culla pubblico, cantante e musicisti, gli schermi secondo me sono frenanti e noi dobbiamo navigare nell’euforia. Allora sono più influenzato dal teatro, dal suo impatto emozionale. Penso a Wagner e al suo sogno che si chiamava Bayreuth, il sono di teatro totale: se non si può realizzare, facciamo quello che possiamo e impegnamoci affinché la musica faccia la differenza.

Pubblicherà il repackaging di No place in heaven.

E' un album trasparente e credibile. Sarà arricchito da quattro inediti tra cui Beatiful disaster in doppia versione, da solo e con Fedez, e da un secondo disco col concerto sinfonico che ho tenuto a Montreal lo scorso 12 febbraio.

E che replicherà il 24 ottobre al Teatro Sociale di Como per le telecamere di Sky.

Sarà una data unica. Alle mie spalle l'orchestra sinfonica Affinis Consort diretta dal maestro Simon Leclerc: 81 professionisti internazionali, 65 strumentisti e 16 coristi.

Insomma arte e televisione possono coesistere.

Certo. Io posso portare il mio show in tutto il mondo, non ho un mercato principale ma tante bolle. Devo cogliere le opportunità e, a questo punto della mia carriera, ho una testa abbastanza testarda per sopravvivere alle pressioni.

E' alla sua terza esperienza a X Factor.

Ne ho capito la potenza e non so che succederà l’anno prossimo, ma le assicuro che non temo di accettare progetti che prima respingevo.

Cosa vorrebbe fare?

Negli anni ‘80 c’erano in televisione programmi belli di musica, ora non se ne vedono più e mi piacerebbe proporre un documentario sulla world music nel mondo. 

 

 

I've read this okay, thanks to my faithful Auntie Google. I love the end bit, about the music documentary he's thinking about. Quite some time ago he mentioned music documentaries but we've heard nothing since. He could do something really good. He already knows an excellent film maker and he has the knowledge. It could be a new and fascinating direction for Mika's career.

I'm happy that the duet with the Italian singer is in English, but it probably won't help his career in the UK since we've never heard of the other person and no single of Mika's is doing well over here. A documentary in English, on UKTV, might be the thing that wold help him in the UK. 

Edited by Marilyn Mastin
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I'm still over the moon for this gig , the stage is amazing and the Underwater moment  is still on replay mode on my mind

 

I was in the seated place  ..very comfortable but I 'd have preferred the parterre to be really into the gig, anyway Mika always surprises me

 

Now I just can't wait for London

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Rolling Stone

http://www.rollingstone.it/?p=283057

GALLERY Le foto della prima data del tour italiano di Mika: «Mi sento a casa»

(Photos of the first date of Mika's  Italian tour: "I feel at home")


Seguiranno le date di Roma e Firenze, entrambe sold-out, per presentare anche all’Italia l’ultimo album “No Place in Heaven”

RS use Flickr Mika  photos.

 

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