Mika & XF2021 on Vanity Fair Italia N.44 – 03 November 2021

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Vanity Fair Italia

N.44 – 03 November 2021

 

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COPERTINA

Una musica può fare Ludovico Tersigni, 26 anni, Emma Marrone, 37, Mika, 38, Hell Raton, 31, e Manuel Agnelli, 55, fotografati da Nima Benati.

Per Ludovico: camicia, canotta, pantaloni, cintura e stivaletti, Dolce&Gabbana.

Per Emma: abito, gioielli e sandali, Gucci.

Per Mika: completo in lana e top, Valentino. Sneakers, Louboutin.

Per Hell: cappotto, pull, pantaloni e scarpe, Prada. Gioielli, Emanuele Bicocchi.

Per Manuel: gilet, pantaloni e boots, Emporio Armani.

 

Fashion editor Gaia Fraschini.

 

COVER STORY

X FACTOR

Liberarsi dai ruoli e cambiare le regole: è il desiderio dei giudici e del nuovo conduttore di X Factor, che ora affrontano i Live

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INTERNAZIONALE

Mika, 38 anni, cantautore di origine libanese, è noto per i suoi successi discografici e molto amato per la sua personalità poliedrica.

Jeans in cotone con stampa paisley e bracciali di pelle Crown Me con borchie e pietre cabochon, Etro.

 

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«A SCUOLA CERCAVO DI ESSERE INVISIBILE. QUESTO MI HA SPINTO VERSO UNA scrittura molto espressiva, estroversa: TUTTI I COLORI SONO USCITI LÌ, CON LE MIE CANZONI SI È ESPRESSA LA VENDETTA EMOZIONALE DELLA MIA ADOLESCENZA»

MIKA

 

«AT SCHOOL I TRIED TO BE INVISIBLE. THIS PUSHED ME TOWARDS A very expressive, extroverted writing: ALL THE COLORS WERE OUT THERE, WITH MY SONGS THE EMOTIONAL REVENGE OF MY ADOLESCENCE IS EXPRESSED»

MIKA

 

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Seguo X Factor dalla prima stagione: davanti allo schermo, mentre si susseguono provini ed esibizioni dal vivo riprende vita, come accadrà di certo a molti, una delle mie tante vocazioni smarrite nel gorgo del tempo. Dopo mille e più passioni intraprese e abbandonate sono finito a scrivere libri, e oggi ne sono felice, ma dai quattordici ai vent’anni ho studiato canto, chitarra e solfeggio in una piccola scuola in zona Barona, a Milano, scelta a caso dalle pagine gialle. Per anni ho fantasticato di fare il cantautore – declino al maschile, ed è imprecisione – scimmiottando allo specchio dell’anta dell’armadio, chitarra scordata a tracolla, le performance di Carmen Consoli, PJ Harvey e Cristina Donà. Forse non sono rimasto fedele a me stesso, o forse è solo che le vocazioni a volte si confondono, l’una scavalca l’altra, non sempre i sogni sono unici, assoluti, chiari già dal principio: incontrando il cast dell’edizione di X Factor di quest’anno – rinnovata dall’abolizione delle tradizionali categorie e dall’addio di Alessandro Cattelan, seguito dall’arrivo a sorpresa del volto di Skam Italia e Summertime, Ludovico Tersigni – decido di partire proprio da qui, dal primo manifestarsi delle passioni di ognuno e dalle vocazioni altre, segrete, dal circolo più o meno prevedibile con cui Emma Marrone, Mika, Manuel Agnelli, Hell Raton e il nuovo conduttore romano, classe 1995, sono diventati ciò che sono oggi.

 

Emma, per il secondo anno di fila al tavolo dei giudici, mi racconta di aver praticato ginnastica artistica negli anni dell’infanzia leccese, ma il sogno di diventare ginnasta è durato poco: «A casa la musica era onnipresente: papà suonava la chitarra, i nostri viaggi in macchina erano pieni delle cassette delle grandi dive della musica italiana. Una volta succede che prendo una cassetta di Mina, me la porto di nascosto in camera e cantandoci sopra mi rendo conto di avere una voce diversa dagli altri bambini.Il timbro più scuro, imponente». Da piccola canta rigorosamente da sola, quando i suoi non ci sono, il padre un giorno la sente e la coinvolge nella sua band: «L’ho odiato, non amavo cantare davanti agli altri, gli applausi mi mettevano in soggezione. Sentivo però che la musica mi dava un potere, e infatti poi è diventata un tarlo: a undici anni ho deciso che avrei fatto questo nella vita». Nel periodo della gavetta nelle band pugliesi i soldi erano pochi: «Tiratissimi con la benzina, arrivavamo a Bari e non sapevamo se saremmo riusciti a tornare a Lecce. Facevamo questi viaggi della speranza a Torino, Milano, dormendo negli ostelli più economici. I miei musicisti, tutti uomini, prendevano una sola camera e io, per non spendere soldi in più, entravo dalla finestra e dormivo in mezzo a loro».Il ricordo la riporta negli studi di registrazione torinesi Dracma Records, oggi diventati un supermercato: «Da ragazzina mi trovavo in giro per i Murazzi, in quelle serate decisamente, come dire, alternative. Ho fatto un bel po’ di rock’n’roll vero, quello che non si può postare su Instagram». La svolta come tutti sanno arriva con la vittoria ad Amici nel 2010: «In realtà ogni giorno mi sveglio e so che le cose possono ancora cambiare, le regole del sistema mutano in continuazione, oggi la cosa difficile non è fare un buon disco ma reggere la pressione». Alla domanda su quale crede sia stata la qualità che le ha permesso di farcela, risponde dritta: «La voglia di riscatto. Resisto perché mi porto dentro un bisogno di rivalsa che non so neanche io da dove arriva, è come se dovessi sempre dare delle risposte a qualcuno. Ci sono sempre nemici, a volte sono immaginari, a volte reali. È un desiderio perenne di smentire qualcuno»

 

Mika è arrivato alla musica per «una confluenza di cose diverse»: il fascino della melodia, che gli permetteva di esprimere cose troppo complesse per essere dette con le parole, e poi l’ossessione per il teatro: «Quando a otto, nove anni facevo spettacoli teatrali dicevo a mia madre che avevo le prove alle tre del pomeriggio quando in realtà erano alle cinque. Mi nascondevo in platea a guardare le prove degli altri. Per me quella era davvero casa, un’enorme scatola magica. Durante la gavetta poi ho fatto qualsiasi cosa: ero sfacciato, senza vergogna. Andavo all’ingresso delle etichette discografiche, a dieci, undici anni, con lo stereo a far sentire le mie demo, le segretarie imbarazzatissime non sapevano cosa fare: impietosite, non se la sentivano di chiamare la sicurezza.A quattordici anni poi ho scoperto che vicino a casa di mia nonna abitava il capo dell’etichetta di Diana Ross: una sera dava una festa in suo onore e io sono entrato arrampicandomi su un albero, mi sono ritrovato a cantare e suonare il piano per lei». Pieno di colore, esuberante e provocatorio a casa e sul palco, a scuola invece Mika in quegli anni cercava di essere invisibile: «Ero scisso, Dottor Jekyll e Mister Hyde. A scuola cercavo di dissolvermi per non essere picchiato, per evitare le lattine di Coca (piene) che mi tiravano in testa ogni giorno. Forse è anche questo desiderio di invisibilità che mi ha spinto verso una scrittura molto espressiva, estroversa: tutti i colori sono usciti lì, con le mie canzoni si è espressa la vendetta emozionale della mia adolescenza».

 

 

Ludovico Tersigni, oltre a essere il nuovo cerimoniere del talent musicale di Sky, è uno dei volti di punta delle serie italiane Netflix. Anche lui però ha un rapporto intimo con la musica: «Ho suonato e suono ancora, scrivo testi e ho una band, ma questa è una parte che preferisco mantenere solo mia, non amo parlarne».Alla recitazione è arrivato per una serie di coincidenze e la sua ossessione è il dietro le quinte: «Quando guardavo i film amavo soprattutto la parte finale col backstage. Mi piaceva un sacco l’idea di battere il ciak, l’omino che lo fa per me è la cosa più bella di tutte. Quando ho iniziato col cinema è stato questo a muovermi, la curiosità di vedere com’era fatto un film: questa conoscenza ti toglie forse un po’ di magia, però allo stesso tempo ti rende un po’ un mago». Pensando alle scene più divertenti degli inizi della carriera, a Ludovico torna in mente un momento preciso delle riprese della seconda stagione di Skam: «Una scena notturna, in cui il mio personaggio e il suo gruppo di amici corrono dietro a un autobus. L’abbiamo girata non so quante volte. A un certo punto si mette a piovere, e il regista ci fa: “La giriamo lo stesso?”. Noi ci siamo guardati: “Certo zi’, chi se ne frega”. Mi è rimasta dentro l’immagine di questi quattro ragazzi di vent’anni felici di correre a notte fonda sotto la pioggia»

 

Manuel Agnelli invece da bambino voleva fare l’archeologo: «Poi ho cambiato idea quando ho scoperto che non era così romantico: niente lavoro sul campo, finivi a fare il segretario. Non sono laureato, prima o poi, quando avrò tempo, vorrei iscrivermi a Storia antica, anche se ci sono materie di cui non so nulla, tipo il latino». Per tanto tempo ha praticato anche svariate arti marziali e sport da combattimento: diciassette anni di savate, ovvero boxe francese, poi il kung fu del Sud della Cina e da un paio di anni MMA e brazilian jiu-jitsu: «Però ho cinquantacinque anni, l’archeologo per la pensione ci sta di più». Durante gli anni della gavetta dice di «aver fatto cose che non si possono raccontare, più o meno legate ai cliché del rock. Adesso ho famiglia». Tra le cose riferibili menziona i primi viaggi con gli altri membri degli Afterhours a bordo di due Fiat Uno imballate di strumenti, i sedili spinti al massimo verso il volante. Le piccolissime utilitarie venivano lanciate come proiettili in autostrada: «Dormivamo in situazioni stravaganti, una volta abbiamo suonato in Puglia, a organizzare il concerto erano dei ragazzi che facevano contrabbando.Alla sera hanno sfondato la porta di una casa a calci per farci dormire. Ho dormito di fianco a un cumulo coperto, e uno dei tipi mi ha detto: “Tu dormi qua ma mi prometti che non guardi sotto questa coperta”. Ci ho pensato tutta la notte ma non ho avuto il coraggio di sbirciare». La svolta arriva a un festival a Milano nel 1997, l’estate subito prima dell’uscita del disco Hai paura del buio? Erano abituati a suonare per cinquanta, cento persone, quella sera se ne trovano davanti più di duemila: «Abbiamo raggiunto un riconoscimento che in Italia è sempre difficile. Noi abbiamo il problema dell’esterofilia, e si è perso il senso della sacralità dell’arte. Poi c’è ancora questo fatto che ci si vergogna nel definirsi artisti, questa roba dell’umiltà. Ma l’umiltà non ha a nulla a che fare con l’arte. Tutta l’arte è espressione dell’ego, ed è meravigliosa per questo. Se sei umile su un palco neanche ci sali»

 

Hell Raton, all’anagrafe Manuel Zappadu, detto Manuelito, cresciuto tra l’Ecuador e la Sardegna, alla sua seconda edizione di X Factor, a proposito delle sue vocazioni dice: «La scissione per me è sempre stata tra la musica e il visivo. Avevo anche una terza passione: il volo. Ho fatto il liceo artistico ma volevo fare la scuola di aeronautica: ho sempre avuto il sogno di volare con gli aerei militari ma quando ho scoperto che avrei dovuto iniziare la vita militare a quattordici anni ho lasciato perdere». Come regalo per la comunione, a nove anni, quando è ancora in Sud America, chiede tre dischi: The Marshall Mathers LP di Eminem, Californication dei Red Hot Chili Peppers e un album dei Crazy Town: «Poi a undici anni, quando ci siamo trasferiti in Italia e mi sono reso conto delle difficoltà economiche della mia famiglia,ricordo di aver detto a mia sorella maggiore: diventerò un musicista come Eminem e sistemerò tutti». Per la musica Manuelito ha sacrificato l’originaria passione per il disegno, la grafica e la regia, anche se poi le cose che ha studiato gli sono tornate utili per Machete, il progetto discografico che ha creato con DJ Slite, Salmo ed Enigma. Della gavetta in Sardegna, tutta su e giù tra i baretti dei paesini,ricorda due date in particolare: «Quella in cui un nostro vecchio membro della crew,saltando sul palco,l’ha sfondato ed è rimasto incastrato a metà, e quella in cui mi sono buttato sul pubblico e mi hanno rubato le scarpe:ho dovuto dare come riscatto due magliette del merchandising». Se ce l’ha fatta, dice, è perché non ha mai accettato la parola «impossibile»: «Mi veniva ripetuta spesso in famiglia quando dicevo di voler fare il musicista.Io l’ho imparato dal cinema, che riesce a regalarti la magia col nulla: è tutta una questione di prospettiva»

 

Quest’anno le squadre perdono i vincoli anagrafici e di genere, dicevamo: niente più under uomini, under donne, over e gruppi, ma scelta libera nella formazione delle scuderie. «L’abolizione delle categorie», precisa Tersigni, «non è solo un dettaglio del format: è un segnale per il mondo dello spettacolo tutto. Uscire dalle categorie significa tornare a un’umanità, a un senso di apertura. Spesso facciamo l’errore di dare o infilarci in una categoria e di dimenticarci che esistono tutte le altre, questa è una visione del mondo pigra». Sull’effetto positivo per la gara i giudici sono tutti d’accordo: «Era un vero spreco di talenti», dice Mika, «Ogni anno c’era un eccesso di artisti in una categoria e una carenza in un’altra. Questa novità permette agli artisti di essere più espressivi, ma li costringe anche a essere più svegli. Non sono più protetti dalla loro categoria, l’eccellenza emergerà meglio». Emma conferma e si infiamma: «È una salvezza: le categorie ti imponevano di lavorare unilateralmente. Quest’anno infatti lavorerò con un uomo, una donna e una band.Io sono undici anni che vado in tour, che cambio musicisti, ho condiviso il palco con strumentisti di fama internazionale: chi l’ha detto che non posso gestire una band? Basta, basta etichette. Questo è proprio il momento giusto perrimescolare le carte e per abbattere i pregiudizi»

 

Quando chiedo quali marchi o etichette i nostri cinque ritengono di aver subito in prima persona nella vita o come artisti, parte Manuel Agnelli: «Con la musica ho fatto tante cose, che magari non sono finite sui giornali. Sui giornali finisce che sto a torso nudo e urlo al microfono, quello certo è un mio lato, il più appariscente, il rock tamarro. Di recente Carmen Consoli me l’ha detto: “Per anni ho pensato che fossi una specie di vichingo selvatico e invece sei un gentiluomo degli anni Trenta”. A X Factor ho avuto modo di far vedere anche il mio lato più riflessivo, pacato». Hell Raton invece ha odiato essere incasellato, fin da piccolo, per il suo aspetto fisico: «L’etichetta del “bambino bello” l’ho sempre detestata, è come se la bellezza avesse un vantaggio su tutto il resto. Ricordo una professoressa di matematica, che disse: “Con quella faccia e con la tua furbizia arriverai lontano”.Mi ha spronato a essere altro, a dimostrare che c’è di più oltre la “copertina”. Un’altra classificazione era poi quella che si ribaltava a seconda del Paese in cui mi trovavo: in Italia ero il sudamericano, in Sud America l’italiano. Non è stato facile, a partire dai compagni di classe. Spesso ho dovuto riiniziare da zero, e mi è servito: oggi ricominciare da capo non mi spaventa». Mika torna invece a quando muoveva i primi passi nello show business: «Le cose che sono state dette su di me da parte della stampa inglese e americana all’epoca venivano definite “giudizi” ma oggi possiamo dirlo: erano commenti omofobi. Ricordo una conversazione che ci fu tra un manager, che poi ho licenziato, e un promoter della radio: “Cosa facciamo con questo qua? Mezzo arabo, omosessuale, che canta pure nella tessitura da donna”. Adesso è possibile rispondere, il mondo è cambiato, dieci anni fa era molto più difficile, soprattutto se eri un artista giovane.Non sai le volte che avrei voluto urlare un enorme vaffanculo,ma ilsistema non ti forniva ancora il microfono per farlo.Tantissimi artisti hanno subito cose del genere,dinamiche che hanno finito per ridurne anche il potenziale artistico, espressivo. È un controsenso, e quella frustrazione non si dimentica».

 

I nuovi spazi di rappresentazione e rivendicazione di diritti, legati a sesso, identità di genere, corpo e origini geografiche, oggi si scontrano con le reazioni di chi si oppone parlando di «regime del politicamente corretto». Su questo Mika offre un esempio recente: «Cinque giorni fa mi sono ritrovato a una cena, in Francia, con persone del mondo dell’arte, grandissimi attori e grandissimi politici. Parlavano dell’essere non binary come di una moda, discutevano della questione dei bagni dei locali pubblici e la svilivano totalmente. Ne parlavano come di una tendenza inutile, una strumentalizzazione. Non è così. Il genere è un territorio essenziale per esprimere sé stessi, e opporsi alle norme sociali che vorrebbero reprimere le differenze individuali è fondamentale. Certo, X Factor è solo uno show televisivo, chiaramente noi non cambiamo il mondo, ma l’abolizione delle categorie è qualcosa che si connette al tempo che stiamo vivendo. È un piccolo passo, ma rende il programma coerente col mondo di oggi: se non ti evolvi diventa un karaoke».A proposito di questioni di genere, Emma torna su un tema che nei mesi scorsi, in riferimento alla sua partecipazione all’Eurovision del 2014, le era costato alcune giornate di polemica: «L’ultima volta che ho parlato di sessismo i giornali mi hanno sputato tanta di quella melma che ora sarei tentata di glissare. Ma ribadisco il concetto: le donne, nella musica come in tantissimi altri campi, devono sempre dimostrare il doppio,sono spesso sottoposte a critiche troppe volte scollegate da ciò di cui si occupano e su cui potrebbero essere giudicate. E questo non è un fenomeno solo italiano, è una prassi tristemente diffusa in tutto il mondo e anche tragicamente estremizzata in alcuni Paesi. Al netto di questo, che è quello che penso, ho letto molte critiche rispetto al fatto che X Factor, attraverso le scelte dei miei colleghi che non hanno donne in squadra,ha dimostrato di essere sessista e questa è davvero una “semplificazione” errata. L’eliminazione delle categorie ci ha permesso di scegliere gli artisti senza distinzione di età o di genere, quindi Manuel e Manuelito hanno scelto in base alla loro visione di squadra, liberamente, senza condizionamenti». Continua Manuel Agnelli: «Viviamo un momento in cui ci sono spinte autoritarie, di ritorno a una visione unica, assolutista, quindi è bene rivendicare un certo tipo di apertura e libertà, anche se si rischia la retorica che può disinnescare la forza di certe battaglie. In tv devi usare un linguaggio semplice e questo può farti scadere nello slogan. Bisogna fare attenzione. Sul fatto che non si possa più dire niente, in qualche caso sono d’accordo, ma non sta succedendo in Italia. In Inghilterra e negli Usa in certi casi c’è davvero dell’assolutismo al contrario. Secondo me la sfida per i progressisti è quella di portare avanti un’idea senza la tentazione di imporla: è un gioco pericoloso, serve un bilanciamento difficile da raggiungere».

 

Amici-nemici, rivali o compagni, il rapporto tra i quattro giudici per Emma è in sviluppo progressivo: «Rispetto all’anno scorso ci conosciamo di più. Certo, ognuno al tavolo porta sé stesso, e una strategia, io ho capito un po’ il gioco e mi lascerò scivolare addosso delle cose, arriverò più serena. Per esempio il mio amore per Mika è palese: avere di fianco una star internazionale per me è un onore. Si presenta con grande gentilezza e umiltà ma tutti noi al tavolo ci dovremmo inginocchiare di fronte a quello che ha fatto. Poi è il mio insegnante di inglese gratis: quando parliamo in inglese mi corregge, mi aiuta». Alla domanda su cosa smusserebbe degli altri giudici, rimane vaga: «In generale a quel tavolo bisogna tenere a bada l’ego, non siamo lì per noi. Dovremmo stare sempre seduti con la consapevolezza di essere lì per i ragazzi». Dal canto suo Mika dichiara di ammirare «la cultura musicale di Manuel, ha una biblioteca musicale in testa, così come la dedizione al lavoro di Hell Raton, che sta in studio a lavorare fino alle quattro del mattino ma si diverte come se giocasse a The Sims», Emma invece «è tutta pancia, mi piace la sua resilienza e mi fa davvero ridere», e proprio ridendo dice: «L’unico problema è che quando provo a criticare, anche in maniera costruttiva, i talenti di Manuel, lui mi romperebbe una bottiglia di vino in testa! Meno male che quando succede lo fa al massimo contro il muro del suo camerino».Agnelli ammette in effetti che proprio ieri con Mika hanno battibeccato un’ora intera: «Tutto in inglese, una scena surreale. In realtà con lui ho un bel rapporto. È una persona profonda, piena di sfumature. Ma ieri non ho voluto dargliela vinta. Noi quattro, dal punto di vista musicale, siamo quattro alieni. È difficile trovarci d’accordo, e a volte è complicato scindere la vita personale dal programma, se nascono conflitti. Ne ho parlato anche con Manuelito, con cui l’anno scorso ci sono stati vari momenti di tensione: lui è produttore, soprattutto, io soprattutto musicista, abbiamo due visioni diverse che sicuramente si scontreranno ancora. Quest’anno però vorremmo cercare di razionalizzare di più. In realtà stiamo uscendo molto tutti insieme, Emma si è impegnata parecchio su questo, ci porta a bere, a mangiare fuori, anche se lei stessa poi è la più fumantina, si incazza spesso e volentieri. Non è facile avere un discorso critico con lei senza che si arrabbi. Io sono permaloso, ma lei è una campionessa assoluta. Se succede poi è difficile rientrare nei ranghi: per ora siamo stati bravi, quando siamo lontani dal live non ci sono problemi». E il nuovo conduttore, prima di congedarmi per tornare alle serratissime prove in corso, conferma: «Tra di loro finora li ho visti tutti andare d’amore e d’accordo, ma secondo me ora che inizia la gara l’idillio avrà le ore contate».

 

° TEMPO DI LETTURA: 20 MINUTI

 

Hanno collaborato Greta Tedeschi e Angelica Torelli. Stylist dei talent: Simone Furlan per Hell Raton, Paloma Penniman per Mika, Veronica Bergamini per Ludovico Tersigni e Francesca Risi per Manuel Agnelli. Per Emma: make-up Anna Maria Negri, hair Maurizio Morreale@Julianwatsonagency; manicure Elisa Grieco@ Etoile Management. Per Mika: hair Geraldine Fougerat using Cotril. Per gli altri: grooming Valentina Raimondi e Manuel Sunda. Sarta Luisa Medina. Set Design Chiara Guadagnini. Assistente Tommaso Rigo.

 

 

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Spoiler

 

I have been following X Factor from the first season: in front of the screen, while auditions and live performances follow one another, one of my many vocations lost in the vortex of time comes back to life, as will certainly happen to many. After a thousand and more passions in trapresa and abandoned, I ended up writing books, and today I'm happy about it, but from fourteen to twenty I studied singing, guitar and solfeggio in a small school in the Barona area, in Milan , chosen at random from the yellow pages. For years I fantasized about being a singer-songwriter - a decline in the male style, and it is imprecise - mimicking in the mirror of the wardrobe door, an out-of-tune guitar over the shoulder, the performances of Car men Consoli, PJ Harvey and Cristina Donà. Perhaps I have not remained faithful to myself, or perhaps it is just that vocations sometimes get confused, one overrides the other, dreams are not always unique, absolute, clear from the beginning: meeting the cast of the this year's edition of X Factor - renewed by the abolition of the traditional categories and by the farewell of Alessandro Cattelan, followed by the surprise arrival of the face of Skam Italia and Summertime, Ludovico Tersigni - I decided to leave from here, from the first manifestation of the passions of each one and from the other, secret vocations, from the more or less predictable circle with which Emma Marrone, Mika, Manuel Agnelli, Hell Raton and the new Roman conductor, born in 1995, have led to this that I am today.

 

 

Emma, for the second year in a row at the judges' table, tells me that she practiced artistic gin nastic in the years of her childhood in Lecce, but the dream of becoming a gymnast did not last long: "At home, music was omnipresent: dad he played the guitar, our car trips were full of cassettes of the great divas of Italian music. Once it happens that I take a cassette of Mina, I take it secretly into my room and singing on it I realize that I have a different voice from the other children. The darker, more imposing tone ». As a child she sings strictly alone, when her parents don't know, one day her father hears her and involves her in his band: "I hated it, I didn't like to sing in front of others, the applause put me in awe. But I felt that music gave me power, and in fact then it became a worm: at the age of eleven I decided that I would do this in my life ». In the period of the apprenticeship in the Apulian bands the money was scarce: «We were very hard on petrol, we arrived in Bari and we didn't know if we would be able to return to Lecce. We made these journeys of hope to Turin, Milan, sleeping in the cheapest hostels. My musicians, all men, took only one room and I, in order not to spend extra money, went in through the window and slept among them. "The memory brings her back to the Turin recording studios Dracma Records, today it becomes you a supermarket: «As a young girl I used to be around the Murazzi, in those evenings that were decidedly, like royalty, alternatives. I did a lot of real rock'n'roll, what you can't post on Instagram. " The turning point, as everyone knows, comes with the victory at Amici in 2010: "In reality, every day I wake up and I know that things can still change, the rules of the system change constantly, today the difficult thing is not to make a good record. but withstand the pressure ». When asked what she thinks it was her quality that allowed her to do it, she replies straight: «The desire to shoot again. I resist because I carry within me a need for revenge that I do not even know where it comes from, it is as if I always had to give some answers to someone. There are always enemies, sometimes they are imaginary, sometimes real. It is a perennial desire to deny someone "

 

 

Mika came to music for "a fluency of different things": the charm of the melody, which allowed him to express things too complex to be said with words, and then the obsession with the theater: "When a eight or nine years old I was doing theatrical performances I told my mother that I had rehearsals at three in the afternoon when in reality it was at five. I hid in the pla tea to watch the evidence of others. For me that was really home, a huge magic box. During my apprenticeship then I did everything: I was cheeky, without shame. I used to go to the entrance of the record labels, at the age of ten, eleven, with the stereo to play my demos, the very embarrassed secretaries did not know what to do: pitying, they did not feel in vain to call security. I discovered that near my grandmother's house lived the head of Diana Ross' label: one evening he was throwing a party in her honor and I went in climbing a tree, I found myself singing and playing the piano for her ». Full of color, exuberant and pro-vocatory at home and on stage, at school instead Mika in those years tried to be invisible: «I was split up, Doctor Jekyll and Mister Hyde. At school I tried to dissolve so as not to be beaten, to avoid the (full) Coke cans that threw me in the head every day. Perhaps it is also this desire for invisibility that pushed me towards a very expressive, extroverted writing: all the colors came out there, with my songs the emotional revenge of my adolescence was expressed ».

 

 

Ludovico Tersigni, in addition to being the new comer of Sky's musical talent, is one of the leading faces of the Italian Netflix series. But he too has an intimate relationship with music: "I have played and still play, I write lyrics and I have a band, but this is a part that I prefer to keep only mine, I don't like talking about it." a series of coincidences and his obsession is behind the scenes: «When I watched films I especially loved the final part with the backstage. I really liked the idea of hitting the take, the little man who does it for me is the most beautiful thing of all. When I started with the cinema, this was what moved me, the curiosity to see how a film was made: this knowledge perhaps takes away a bit of magic, but at the same time it makes you a bit of a magician ". Thinking of the funniest scenes of the beginning of his career, Ludovico remembers a precise moment of the shooting of the second season of Skam: «A night scene, in which my character and his group of friends run after a bus. We shot it I don't know how many times. At a certain point it starts to rain, and the director asks us: “Are we shooting it anyway?”. We looked at each other: "Sure zi ', who cares". I was left with the image of these four twenty year old boys happy to run at night fon da in the rain "

 

Manuel Agnelli, on the other hand, as a child wanted to be an ar cheologist: "Then I changed my mind when I discovered that it wasn't so romantic: no work in the field, you ended up being a secretary. I don't know if I have a degree, sooner or later, when I have time, I would like to enroll in Ancient History, even if there are subjects I know nothing about, such as Latin ». For a long time he also practiced various martial arts and combat sports: seventeen years of savate, or French boxing, then kung fu from South China and for a couple of years MMA and Brazilian jiu-jitsu: "But I'm fifty-five years old, the archaeologist is more suitable for retirement ». During his apprenticeship he says he “did things that cannot be told, more or less linked to the clichés of rock. Now I have a family ». Among the things that can be referred to, he mentions the first trips with the other members of the Afterhours aboard two Fiat Uno packed with instruments, the seats pushed to the maximum towards the steering wheel. The very small cars were thrown like bullets on the highway: "We slept in extravagant situations, once we played in Puglia, the concert was organized by boys who smuggled. In the evening they kicked in the door of a house to make us sleep . I slept next to a covered mound, and one of the guys told me: "You sleep here but you promise me you won't look under this blanket." I thought about it all night but I didn't have the courage to peek ”. The turning point came at a festival in Milan in 1997, the summer just before the release of the album Are you afraid of the dark? They were used to playing for fifty, one hundred people, that evening they find themselves in front of more than two thousand: «We have achieved a recognition that in Italy is always difficult. We have the problem of sterophilia, and the sense of the sacredness of art has been lost. Then there is still this fact that we are ashamed to define ourselves as artists, this stuff of humility. But humility has nothing to do with art. All art is an expression of the ego, and it is wonderful for this. If you are humble on a stage you won't even get on it "

 

 

Hell Raton, born Manuel Zappadu, known as Manuelito, who grew up between Ecuador and Sardinia, at his second edition of X Factor, says about his vocations: "The split for me has always been between music and the visual. I also had a third passion: flying. I went to art school but I wanted to do aeronautics school: I always had the dream of flying military aircraft but when I discovered that I should have started military life at the age of fourteen, I gave up ". As a communion gift, at nine, when still in South America, he asks for three records: The Mar shall Mathers LP by Eminem, Californication by the Red Hot Chili Peppers and an album by Crazy Town: "Then at eleven, when we moved to Italy and I realized the financial difficulties of my family, I remember saying to my older sister: I will become a musician like Eminem and I will fix everyone ». For music Manuelito sacrificed his original passion for drawing, graphics and directing, even if the things he studied later turned out to be useful for Machete, the recording project he created with DJ Slite, Salmo and Enigma . Della apprenticeship in Sardinia, all up and down among the little bars of the villages, recalls two dates in particular: "The one in which an old member of the crew, jumping on stage, broke through it and got stuck in the middle , and the one in which I threw myself on the public and my shoes were stolen: I had to give two merchandising T-shirts as a ransom ». If he did it, he says, it is because he never accepted the word "impossible": "It was often repeated to me in my family when I said I wanted to be a musician. I learned it from the cinema, which manages to give you magic with nothing: it's all a matter of perspective "

 

This year the teams lose their graphic and gender constraints, we said: no more men, women, over and groups, but free choice in the formation of the teams. "The abolition of categories", Tersigni specifies, "is not just a detail of the format: it is a signal for the whole entertainment world. Leaving categories means returning to humanity, to a sense of openness. We often make the mistake of giving or slipping into one category and forgetting that all the others exist, this is a lazy world view ". On the positive effect for the competition, the judges all agree: "It was a real waste of talent," says Mika, "Every year there was an excess of artists in one category and a shortage in another. This novelty allows artists to be more expressive, but also forces them to be more awake. They are no longer protected by their category, excellence will emerge better ". Emma confirms and becomes inflamed: «It is a salvation: the categories required you to work unilaterally. In fact, this year I will work with a man, a woman and a band.I am eleven years old that I go on tour, that I change musicians, I have shared the stage with internationally renowned instrumentalists: who said I can't manage a band? Enough, enough labels. This is the right time to shuffle the cards and to break down prejudices "

 

When I ask which brands or labels our five believe they have suffered personally in life or as artists, Ma nuel Agnelli starts: «With music I have done many things, which may not have ended up in the newspapers. In the newspapers, it seems that I am shirtless and scream into the microphone, that sure is one side of me, the most showy, the rock tamarro. Recently Carmen Consoli told me: "For years I thought you were some kind of wild Viking and instead you are a gentleman of the thirties". At X Factor I was able to show my more reflective, calm side too ». Hell Raton, on the other hand, hated being pigeonholed, from an early age, for his physical appearance: "I have always hated the label of the" beautiful child ", it is as if beauty had an advantage over everything else. I remember a math teacher, who said: "With that face and with your cunning you will go far." She spurred me to be something else, to show that there is more beyond the "cover". Another classification was then the one that was overturned depending on the country I was in: in Italy I was the South American, in South America the Italian. It was not easy, starting with classmates. Often I had to start from scratch, and it helped me: today starting over doesn't scare me ». Mika instead goes back to when he was taking his first steps in show business: "The things that were said about me by the British and American press at the time were called" judgments "but today we can say it: they were homophobic comments. I remember a conversation that took place between a manager, whom I later fired, and a radio promoter: “What do we do with this guy? Half Arab, homosexual, who also sings in women's weaving ”. Now it is possible to answer, the world has changed, ten years ago it was much more difficult, especially if you were a young artist, you don't know the times I wanted to shout a huge #### you, but the system still didn't give you the microphone to do it. Many artists have undergone such things, dynamics that have ended up reducing their artistic and expressive potential as well. It is a contradiction, and that frustration is not forgotten ».

 

The new spaces of representation and claiming of rights, linked to sex, gender identity, body and geographic origins, are now clashing with the reactions of those who oppose it by speaking of a "regime of the politically correct". On this Mika offers a recent example: "Five days ago I found myself at a dinner in France with people from the world of art, great actors and great politicians. They talked about being non-binary as a fashion, they discussed the issue of bathrooms in public places and totally devalued it. They spoke of it as a useless trend, an exploitation. It is not so. Gender is an essential territory for expressing oneself, and opposing social norms that would like to repress individual differences is fundamental. Of course, X Fac tor is just a TV show, clearly we do not change the world, but the abolition of categories is something that is connected to the time we are living. It's a small step, but it makes the program coherent with today's world: if you don't evolve it becomes a kara oke. "Speaking of gender issues, Emma returns to a theme that in recent months, in reference to her participation in the Eurovision of 2014, had cost her a few days of controversy: «The last time I talked about sexism the newspapers spit on me so much of that slime that I would now be tempted to gloss over. But I reiterate the concept: women, in music as in many other fields, must always prove the double, they are often subjected to criticism too many times disconnected from what they deal with and on which they could be judged. And this is not just an Italian phenomenon, it is a sadly widespread practice all over the world and even tragically extreme in some countries. Net of this, which is what I think, I have read a lot of criticism regarding the fact that X Factor, through the choices of my colleagues who have no don in the team, has proven to be sexist and this is really a " simplification "wrong. The elimination of the categories allowed us to choose the artists without distinction of age or gender, so Manuel and Manuelito chose according to their team vision, freely, without conditioning ". Conti nua Manuel Agnelli: "We are living in a moment in which there are authoritarian drives, a return to a single, absolutist vision, so it is good to claim a certain type of openness and freedom, even if you risk the rhetoric that can defuse the force of certain battles. On tv you have to use simple language and this can make you expire king in the slogan. Care must be taken. On the fact that nothing more can be said, in some cases I agree, but this is not happening in Italy. In England and the US in some cases there is really an absolute opposite. In my opinion, the challenge for progressives is to pursue an idea without the temptation to impose it: it is a dangerous game, you need a balance that is difficult to achieve ".

 

Friends-enemies, rivals or comrades, the relationship between the four judges for Emma is in progressive development: "Compared to last year, we know each other more. Of course, everyone at the table brings himself, and a strategy, I have understood the game a little and I will let things slip over me, I will arrive more evenings. For example, my love for Mika is clear: having an international star by my side is an honor for me. She introduces herself with great kindness and humility but all of us at the table should kneel in front of what she has done. She then she is my free English teacher: when we speak in English she corrects me, she helps me ». When asked what she would blunt about the other judges, she remains vague: "In general, at that table we have to keep the ego at bay, we are not there for us. We should always sit with the knowledge that we are there for the boys ». For his part, Mika declares to admire "Manuel's musical culture, he has a musical library in mind, as well as Hell Raton's dedication to work, who stays in the studio to work until four in the morning but has fun as if he were playing to The Sims ", Emma on the other hand" is all belly, I like her resilience and she really makes me laugh ", and just laughing she says:" The only problem is that when I try to criticize, even in a constructive way, Manuel's talents, he would break a bottle of wine on my head! Luckily, when it happens, he does it at the most against the wall of his dressing room. "Agnelli admits in fact that just yesterday with Mika they argued for a whole hour:" All in English, a surreal scene. I actually have a good relationship with him. She is a profound person, full of nuances. But yesterday I didn't want to give it to him. The four of us, from a musical point of view, are four aliens. It is difficult to agree, and sometimes it is difficult to separate personal life from the program, if conflicts arise. I also talked about it with Manuelito, with whom there were various moments of tension last year: he is a producer, above all, I above all a musician, we have two different visions that will surely clash again. This year, however, we would like to try to rationalize more. In reality we are all going out together a lot, Emma has worked hard on this, she takes us to drink, to eat out, even if she herself is the most smoky, she gets pissed often and willingly. It's not easy to have a critical conversation with her without getting angry. I am touchy, but she is an absolute champion. If it happens then it is difficult to rejoin the ranks: for now we have been good, when we are far from live there are no problems ». And the new conductor, before taking his leave to return to the very tight tests in progress, confirms: "So far I have seen them all get along in love and agreement, but in my opinion, now that the race begins, the idyll will have hours count ».

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Greta Tedeschi and Angelica Torelli collaborated. Talent stylist: Simone Furlan for Hell Raton, Paloma Penniman for Mika, Veronica Bergamini for Ludovico Tersigni and Francesca Risi for Manuel Agnelli. For Emma: make-up Anna Maria Negri, hair Maurizio Morreale @ Julianwatsonagency; manicure Elisa Grieco @ Etoile Management. For Mika: hair Geraldine Fougerat using Cotril. For the others: grooming Valentina Raimondi and Manuel Sunda. Seamstress Luisa Medina. Chiara Guadagnini Design Set. Assistant Tommaso Rigo.

 

 

 

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Edited October 29, 2021 by Kumazzz

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@Kumazzz I bought the magazine but I thank you infinitely for posting the article here so I can always read it .. 

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La musica può contribuire a rompere gli schemi e liberarci dalle etichette? Ce lo chiediamo in questo nuovo numero di Vanity Fair, in edicola da domani mercoledì 27 ottobre, che vede in copertina @real_brown, @hell_raton , @aew.manuelagnelli, @mikainstagram e #LudovicoTersigni, fotografati da @nimabenati. All’interno troverete l’intervista firmata da @jonathanbazzi, che apre la porta a una serie di riflessioni sul ruolo dei social nel dibattito pubblico, che online diventa sempre più violento. E che ci porta a farci una domanda: siamo sicuri che sia colpa di Facebook & Co.? Non dovremmo, invece, come dice il direttore @marchettisimone, interrogarci anche sul nostro modo di discutere, di capire, di approcciare il dissenso, motore fondamentale di ogni democrazia? #vfinedicola

@real_brown, @hell_raton , @aew.manuelagnelli, @mikainstagram e #LudovicoTersigni, fotografati da @nimabenati. Per Ludovico: camicia, canotta, pantaloni, cintura e stivaletti, @dolcegabbana. Per Emma: abito, gioielli e sandali, @Gucci. Per Mika: completo in lana e top, @Valentino. Sneakers, Louboutin. Per Hell: cappotto, pull, pantaloni e scarpe, @Prada. Gioielli, @Emanuelebicocchi. Per Manuel: gilet, pantaloni e boots, @EmporioArmani.
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I giudici e il conduttore di X Factor si intervistano a vicenda | Vanity Fair Italia

 

Sono i protagonisti della nuova cover di Vanity Fair in edicola da mercoledì 27 ottobre e dell'edizione 2021 di X Factor: abbiamo sfidato Emma Marrone, Hell Raton, Manuela Agnelli, Mika e Ludovico Tersigni a intervistarsi a vicenda. Ecco cosa ne è venuto fuori.

 

 

The judges and the X Factor host interview each other | Vanity Fair Italy

They are the protagonists of the new cover of Vanity Fair on newsstands from Wednesday 27 October and of the 2021 edition of X Factor: we challenged Emma Marrone, Hell Raton, Manuela Agnelli, Mika and Ludovico Tersigni to interview each other. Here's what came out of it.

 

 

 

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Finally had a lil time to put together some behind the scenes content so you can have a sneak peak of set + lights set ups! 🤫
Ps. And also how weird I talk and how berserk I go while shooting 😭
Let me know if you have any more curiosities… love you! 💖😊