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MFC Italia - ITALIAN THREAD 2022


sara09

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18 hours ago, Gabry74 said:

Domani Mika sarà ospite a Domenica In da Mara Venier, a partire dalle 14, su RAI1. :mika1:

Se ne parla anche qui:

https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/tv-radio-web-press/rai-1-domenica-in-ospiti-gianluca-vacchi-federica-pellegrini-mika-ricchi-e-poveri-e-luigi-strangis-22-maggio/

 

Qualcuno sarà in grado di registrare l'intervista con Mika? Oppure è il caso di aspettare che venga pubblicata su Raiplay?

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ma nooo io non posso andare.. Mika lo aspetto di nuovo qui in Piemontee.. siccome è la sua regione preferita,.. Mik sei pregato di programmare altre date qui in Piemonte prossimamente perchè se no ti vengo a prendere ovunque tu sia all right M Penniman :yes::crossed:

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4 hours ago, Paoletta said:

ma nooo io non posso andare.. Mika lo aspetto di nuovo qui in Piemontee.. siccome è la sua regione preferita,.. Mik sei pregato di programmare altre date qui in Piemonte prossimamente perchè se no ti vengo a prendere ovunque tu sia all right M Penniman :yes::crossed:

Per il momento in Piemonte non ci sono date, ma in autunno sarà in cinque città italiane e con due differenti concerti, uno intimo con il suo pianoforte nei teatri e uno spettacolare all'Arena di Verona e nei palazzetti. E poi in Piemonte c'è appena stato per ben due settimane per l'Eurovision e sono molto orgogliosa di Torino e di Mika e degli altri due conduttori, per l'eccellente risultato, di questa edizione "speciale". Le occasioni per vedere e rivedere Mika sul palco e in diversi contesti non mancano! Tra poco terrà un concerto a Disneyland Paris per il Pride e continuerà il tour estivo in tutta Europa, con tantissime date. Basta organizzarsi... 

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2 hours ago, SusanT said:

È un articolo de La Stampa del 10 maggio scorso.

Stasera a Torino la prima semifinale dell’Eurofestival: «Su questo palco la politica è energia, un’onda che sposta»

«Attenzione, sotto il glitter c’è l’Europa ed è bene che stia lì nell’Eurovision brillante vista da 200 milioni di persone. Nel mega» come dice Mika che questo show di massa lo presenta insieme con Cattelan e Pausini. Un Festival di rottura che lui ha vissuto da spettatore, affamato di una visibilità che sembrava inconcepibile. Lo ha adorato da aspirante star che intuiva un palco in cui mischiare spettacolo e valori. Lo ha rifiutato quando la Gran Bretagna gli ha chiesto di partecipare e non se l’è sentita, come fosse un vestito non suo. E ora lo guida fuori dal tumulto di una guerra, «con la luce che solo la musica può dare».

A Eurovision è vietato parlare di politica, ma qui tutto è politica.«In modo reale, potente. Se qualcuno facesse una dichiarazione esplicita sul palco non funzionerebbe, la moltitudine rifiuterebbe. Invece qui la politica è energia: piccole onde che affiorano di continuo e agitano, trascinano, spostano. Poi ci sono, forse c’erano, gli schieramenti. Paesi che si mettono insieme per non votarne altri, fa parte del gioco, ma i messaggi si nutrono anche di questa corrente e passano».

Si canta l’Europa? Esiste davvero una cultura condivisa?«È una delle poche situazioni in cui si può festeggiare l’unione. Ci si mescola, concretamente: nel cantare, nel ballare e si va oltre i limiti contro cui sbatte l’Unione Europea. Dopo Brexit, il Regno Unito ha ancora più voglia di essere in questo Festival. Qui l’Europa prende una forma fisica e in una dimensione popolare: è una luce, è facile da avvertire e da seguire».

Che effetto le ha fatto sentire i Kalush, il gruppo ucraino?«Mi è venuta la pelle d’oca. Il testo non parla di quello che sta succedendo, ma lì dentro c’è il folklore, la patria, i colori dei campi, i fiori delle nonne, un’identità forte. È un ascolto struggente. Le canzoni sanno raccontare la pace, la mostrano: i Beatles, Joni Mitchell. Prendiamo “Blackbird”, quando McCartney l’ha scritta ha stritolato la discriminazione: “Into the light of a dark black night”. Ancora la luce, la musica porta via e non è mai una fuga, è una salvezza».

Le è venuta la pelle d’oca per l’Ucraina anche pensando alla Beirut in cui è nato?«Mi dispiace che il Libano non sia qui, adesso. Sarebbe giusto se ci fosse, se potesse portare anche la sua voce e proprio in questo momento, dopo altri tumulti, altra violenza».

Quando l’Inghilterra l’ha chiamata per Eurovision ha detto no, per il Libano gareggerebbe?«Oggi forse sì, per sentimento. Lo stesso che ha portato i Kalush a cantare la loro “Stefania” in un campo profughi. Io non lo so se la pelle d’oca basta per vincere, so che è importante sentirla».

Perché a un certo punto Eurovision è diventata globale?«Le emittenti nazionali ne hanno capito il potenziale e hanno cavalcato il format quando però Eurovision aveva già una sua anima. Poi ci sono i social: rendono tutto urgente e questa velocità fulminea a volte si scontra con la superficialità, altre obbliga chi gestisce a muoversi di continuo. Non potrà mai essere uno show datato, quando lo sarà finirà il successo».

Perché? Che cosa lo salva?«Non se lo può permettere. Deve essere troppe persone diverse. Il glamour, l’impegnato, l’elegante, il poetico, l’attivista. Deve essere spettacolare e mastodontico senza perdere i racconti personali. Ecco, nessuno può rimuovere le diversità, le particolarità di chi arriva qui, nonostante dietro ci sia una macchina pazzesca e regole molto precise».

Come mai lo show ha stretto un legame così stretto con la comunità Lgbtq+?«Io da ragazzo omosessuale non mi ero mai riconosciuto in nulla che fosse mainstream prima di Eurovision. Per questo facevo spostare la tv dalla sala in cucina, in famiglia, per dibattere insieme di chi dovesse vincere e poi mi sono trasferito al pub, con gli amici. La visione collettiva è una dimensione fondamentale».

Quale è stato il momento più forte?«Dana, la vincitrice di Israele, nel 1998. Una cantante che era uomo e poi è diventata donna in uno spettacolo per famiglie. Un corto circuito culturale che proprio perché nato in questo contesto non è diventato rottura, piuttosto cambiamento. Il mondo queer ha capito che non doveva chiedere permesso».

Tutto ciò dietro il glitter?«Tra le paillettes: dietro, davanti, in mezzo. È l’impasto speciale di Eurovision che rende ogni concetto molto solido, tangibile».

I Måneskin sono stati una svolta?«Prenderei un po’di distanza, di prospettiva e li metterei in una galleria ideale con gli Abba e Céline Dion, sound diversissimi ma tutti hanno fatto scattare una scintilla, un amore. Ogni edizione è più raffinata, prima c’era un ritmo da Eurofestival, anche per questo, a suo tempo, ho detto no. Adesso c’è l’etnicità, le lingue che si mischiano, la creatività, il bisogno di mostrare il talento».

A «X Factor» si giudica tutto, qui lei non può lasciarsi sfuggire una singola opinione.«Giusto così, la neutralità è necessaria con una platea tanto enorme. Non significa che i presentatori siano pupazzi, la nostra temperatura si sente, accompagna, ma noi siamo un tramite tra tanti posti diversi. I giudizi stonerebbero».

A settembre, a Verona, parte la tournée italiana. Che cosa ha di particolare il pubblico qui?«Il calore, il rapporto intimo e passionale che concede. Avrete un assaggio dei concerti con il singolo “Yoyo” che ha le mie due dimensioni: l’atmosfera del teatro e quella dell’Arena, Voglio emozionare e far ballare Ibiza. Tutto insieme».

 

 

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@Gabry74lo so hai ragione ma per me è un po difficile comunque non dispero magari con il tour chissà che non faccia ritorno da queste parti  :thumb_yello: intanto grazie a voi e lui che documenta tutto mi sembra di essere li con voi grazie a voi di questo magico forum e grazie a Mika.. :hug: buon pride a tuttii 

 

 

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Buongiorno, il concerto di NY per Indeed verrà trasmesso su YouTube, il 13 giugno alle ore 22. :mika1:

 

 

Questa sera alle 8:30, ci sarà l'IG live del MFC. :group_hug:

 

Screenshot_20220608-063126_Instagram.jpg

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1 hour ago, SusanT said:

Ma partecipa anche Mika?

Mika è sempre il benvenuto e, impegni permettendo, quando ha tempo si collega alla diretta, ma non lo sappiamo mai a priori. 

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Fan di Roma e dintorni, avete una splendida opportunità!

 

https://www.turismoroma.it/it/eventi/summer-hits-2022

 

Che la musica faccia bene al cuore e all’anima lo sosteneva già il filosofo greco Platone: è un linguaggio universale che cattura e colora le emozioni, risveglia i ricordi, possiede uno straordinario potere di aggregazione. A fronte di una offerta culturale, artistica ed esperienziale ricca e variegata, proprio alla musica Roma affida il compito di inaugurare la stagione estiva ospitando le serate di apertura del nuovo show televisivo in onda in differita su Rai2 dal 30 giugno, una grande festa che è anche il simbolo della rinascita sociale, turistica ed economica italiana e romana.

Quello che un tempo era l’ingresso principale della città, l’elegante, vasta e scenografica Piazza del Popolo, si riempirà quindi di musica pop, trap, rock, con i gli artisti nazionali più amati anche dai giovani pronti ad alternarsi sul palco – tra i nomi che circolano come ospiti delle varie puntate dello show ci sono Blanco, Mahmood, Achille Lauro, Sangiovanni, Alessandra Amoroso, Elisa, Mika e Marco Mengoni ma il programma è ancora in via di definizione. A dominare le serate saranno naturalmente le hit più suonate, per dare forma a una compilation che faccia da colonna sonora all’estate.

Le due serate di venerdì 24 e sabato 25 giugno, condotte da Andrea Delogu e Stefano De Martino, entrambe a ingresso gratuito, saranno precedute giovedì 23 da una prova generale con quattro big sul palco, anche in questo caso senza biglietto. Per chi non potesse partecipare, i concerti, registrati, saranno trasmessi su Rai2 il 30 giugno e il 7 luglio. Oltre a scatenare la voglia di ballare e divertirsi, la manifestazione ha l’obiettivo di rilanciare l’immagine di Roma: sul modello Eurovision, le esibizioni degli artisti saranno intervallate da video-cartoline con i luoghi simbolo della Capitale, dal Colosseo al mare di Ostia, per dare ancora più visibilità alla città e al “brand”

Roma.

 

Mika e Baby K dovrebbero esibirsi il 25 giugno. Immagino che il programma con loro sarà trasmesso il 7 luglio.

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